Dal Panettone Cappuccino alla cupola di cheesecake, la pasticceria di Arcangelo Patrizi sforna piccoli capolavori golosi e curati nei dettagli. La location? Non il centro di Roma, ma una piazzetta seminascosta a Fiumicino.
Pasticceria Patrizi
La storia
Defilata, quasi mascherata dal via vai di aerei internazionali, la vera Fiumicino, quella dei ristoranti, delle pizzerie e dei chioschetti vivi di clienti dallo spigliato accento romano, sta finalmente emergendo. Lo dimostra una piazzetta nascosta, parallela alla più camminata Darsena, dove da più di 60 anni sono alzate le serrande di una pasticceria. Il suo nome è Patrizi e a Fiumicino, ma non solo, è un’istituzione.
Aldo era pasticcere e seguiva una produzione semplice e democratica per la zona. Ma Arcangelo voleva fare di più, non voleva viaggiare con il freno tirato, lui che dopo le superiori aveva girato l’Italia e l’Europa alla ricerca del dolce perfetto. E quindi passo dopo passo, corso dopo corso, concorso dopo concorso, tra Italia, Spagna, Francia e Belgio, eccolo alle 16 di pomeriggio di una stranamente soleggiata giornata di fine novembre, a sfornare panettoni albicocca e zenzero profumati alla fava di tonka dai forni del suo laboratorio.
Un azzardo coraggioso, poco razionale, dettato da una passione malata per lo zucchero. Una perpetua locomotiva cerebrale è quella che tutt’oggi muove Arcangelo, nella scelta dei fornitori, nell’ideazione di un dolce, nelle collaborazioni che crea con chef e pasticceri di fama internazionale.
Perché l’essere in provincia di Roma e non a Roma, non l’ha fermato dalla ricerca e soprattutto dalla qualità. Non l’ha fermato al punto da rendere il suo locale una vetrina che espone e racconta il meglio del settore dolciario internazionale: Domori e Valrhona per il cioccolato, Giamaica caffè di Gianni Frasi per l’espresso, Dammann per il thè, Agrimontana per i canditi, la Normandia per il burro e Tahiti per la vaniglia sono bandiere vive e vere sugli scaffali che avvolgono il piccolo spazio che a ogni ora del giorno cambia aspetto e profumo.
La pasticceria
Si parte la mattina presto. Ecco i bimbi, le mamme indaffarate e i lavoratori stacanovisti fermarsi per un cappuccino e un cornetto. Dove il primo esce fuori da un’affascinante macchina originale del 1965 che regna sovrana al bancone, mentre il secondo è il più concreto rappresentate del sacrificio etico di Arcangelo: 1,10 euro di burro di Normandia e lievito madre, fragrante e avvolgente, godurioso e appagante come poche cose nella vita.
C’è chi opta per la cupola di cheesecake al mango con base di frolla al mais e crema di formaggio alla fava tonka, acidula e non stucchevole, coerente nella stratificazione delle consistenze; c’è chi cede al fascino decadente del cioccolato con una golosa triplo cioccolato, lucida come il più prezioso degli specchi; e poi c’è chi stuzzica tra biscotti e praline dagli abbinamenti audaci. C’è di tutto e, soprattutto, c’è tanto.
Anche perché sarebbe un peccato, un errore fatale, rovinare quel grattacielo di sfoglia intervallata a crema pasticceria e cioccolato, genuino come il volto del suo creatore.
“Al millefoglie, poi, ci tengo tantissimo. Sono riuscito ad arrivare ad una ricetta della sfoglia ‘controcorrente’, che usa una farina 0 non raffinata: debole, da biscotti, e non forte come usano fare tutti. Il risultato è un prodotto friabile e scioglievole al contempo, che si frantuma non appena lo sfiori”, racconta quasi emozionato il pasticcere di Fiumicino mentre mi avvicina una fetta del suo panettone.
Destino vuole infatti che tra i suoi primi corsi formativi ci sia quello con Iginio Massari e Achille Zoia a tema panettone. Una passione - ossessione che ogni anno, tra novembre e gennaio, il maestro pasticcere declina in molteplici sfumature, sempre nuove e sempre eccezionali. “Ogni anno si ricomincia da capo. Una nuova sfida con me stesso. Mi confronto continuamente con il lievito madre, studiandolo come fossi uno scienziato”, sottolinea lui, che sperimenta nuovi processi di lavorazione, curando e allevando un lievito dolce e non aggressivo.
Viaggi in Sicilia, in Campania, in Calabria dove le raffiche di vento che dal mare si portano alla terra garantiscono una pista divertente ad un amante del kitesurf come Arcangelo. E questo è Arcangelo Patrizi, un pasticcere di Fiumicino che si affaccia alla città degli aerei come fosse Parigi, dove tra l’altro è volato di recente con la figlia, alternando a tre pasticcerie la visita di un museo. Dove finalmente si è seduto dall’altro lato del bancone a mangiare di gusto la massima espressione della gastronomia per lui.
Indirizzo
Pasticceria Patrizi
Piazza G.B. Grassi, 8, 00054 Fiumicino RM
Tel: 066505200
Sito Web