Biscottificio Piemonte
Quando nel 1948
Bernardo Dogliani, con i figli Angelo e Bartolomeo, scese dal treno alla stazione di Carrara,
in valigia c’era già un convitato speciale, fatto di acqua e farina: il lievito madre, vero
genius familiae rimasto di casa fino ai giorni nostri, con oltre un secolo di lievitati sulle spalle. Glielo aveva donato il titolare del laboratorio dolciario dove lavoravano a
Fossano, nel Cuneese, quando avevano raccontato di aver trovato finalmente il posto giusto per mettersi in proprio.
Qualcosa di più di un buon auspicio: il migliore degli starter per far montare l’avventura in Toscana. Franco Dogliani
“
Secondo me il lievito madre è una cartina di tornasole”, racconta oggi il figlio di Angelo,
Franco, che guida l’azienda con i fratelli Bernardo e Margherita.
“Se è sano, significa che c’è cura e amore nel lavoro. Non dico che è sensibile, ma essendo vivo puoi perderlo se non lo accudisci al meglio. Ricordo che quando mio padre è mancato, preso dallo sconforto l’ho trascurato ed è cambiato. Ho visto che i prodotti non si sviluppavano più bene. Ho dovuto recuperarlo pian piano, nel tempo, ripercorrendo i suoi insegnamenti e rinfrescandolo ogni giorno, come mi aveva insegnato lui”. Praticamente un lavoro di lutto, a tu per tu con la planetaria.
Era un grande lievitista, Angelo, che padroneggiava a menadito l’arte bianca italiana e nello specifico le specialità della sua terra. Cosicché la produzione del neonato
Biscottificio Piemonte aveva preso le mosse da specialità quali
savoiardi, amaretti, frolle e melighe, per poi misurarsi giocoforza con la
biscotteria del territorio e specializzarsi nei veri
benchmark del settore, il pandoro e il panettone.
Panettone classico
L’attività di padre in figlio era cresciuta sempre più, di pari passo con la gamma delle specialità e l’apertura di nuovi mercati, grazie a
una squadra di dipendenti affiatati, in azienda anche per 40 anni. Senza mai tagliare quel cordone ombelicale con la tradizione italiana, fatto di profumi e di batteri del lievito madre, che è garanzia di qualità. Abbastanza elastico da tendersi fino alle
paste di mandorle, ai
biscotti da prima colazione e alle
fette biscottate tipo Lagaccio genovese.
Focaccia dolce
Dalla Toscana erano penetrati in catalogo
il panforte, i ricciarelli e soprattutto
i cantucci, considerati fra i migliori in circolazione e premiati dal
Gambero Rosso, che oggi si fregiano della Igp nella versione classica, affiancata da gusti come fichi, nocciole, limone, anice e cioccolato.
La base del ricettario restava lo storico della casa, con qualche aggiustamento visto che il palato, come riconosce Franco, può cambiare nel tempo. Ma senza stravolgimenti e tenendosi dentro i disciplinari, laddove esistono, come nel caso dei dolci di Natale, degli amaretti, dei savoiardi e appunto dei cantucci.
Le stesse materie prime sono selezionate da Franco, che svolge una prima analisi tecnica sensoriale, poi nel caso verifica in laboratorio la compatibilità con i lieviti della casa. Quasi sempre si tratta di
ingredienti italiani, dalle uova alla farina, dai canditi a gran parte della frutta secca, mentre per il burro è stato preferito un panetto belga.
Questo però non è un momento qualsiasi: se la pandemia ha alimentato la fame di comfort, caricando di nuovi significati le dolcezze di sempre, con l’approssimarsi del Natale la tensione sale
. È in questo periodo che tutta la famiglia Dogliani si riunisce per testare i prodotti, con il concorso di qualche amico. “
E se ho il sentore che qualcosa non va, corro subito da mio zio Bartolomeo, che è ancora lucidissimo”, racconta Franco.
“Ha l’esperienza che ci serve per capire al volo i problemi ed è un ricordo che mi lega a mio padre. Può essere difficile cogliere un dettaglio, con tutti i profumi che respiriamo in azienda”.
Panettone Rocher
Ma della partita fanno parte anche la figlia di Bernardo junior,
Arianna, e la piccola
Léonie di 9 anni, che adora i dolci dello zio Frank e in particolare
il panettone al cioccolato al latte, gusto Rocher con nocciole Piemonte. Accanto al classico, la gamma accontenta infatti gusti diversi, con
il mandorlato in stile torinese
, i frutti di bosco, le albicocche, il limone, il cioccolato fondente… Tutti privi di additivi, genuini e fragranti, al lievito madre come pure il pandoro.
Panettone Gran Moro
Alla biscotteria secca e ai lievitati delle feste e non, come la
focaccia dolce con canditi e noci, di recente si è aggiunta una terza linea: quella dei
babà al rhum e al limoncello in vasocottura, chiave di precisione per aprire nuovi mercati e penetrare da Eataly, in capitali come Londra, Parigi e Stoccolma.
Babà in vasocottura
Oltre che in bottega, però, gli acquisti possono svolgersi presso lo shop online (
www.dacarrara.it) o nello spaccio aziendale, dove ha sede anche un’enoteca con
1500 referenze di vini e distillati. I Dogliani sono tutti sommelier e per Natale, dopo il pandoro e il panettone classico, il mandorlato e il Rocher, lasceranno posto ai cantucci col Vin Santo giusto.
Più che inzuppato, abbinato: un morso e un sorso. Precisa sorridendo Arianna.Indirizzo
Biscottificio Piemonte DoglianiVIALE D. ZACCAGNA 33 – 54033 CARRARA (MS)Tel: 0585 632744
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