Per Alain Ducasse chef pluristellato di fama internazionale, la gelateria è l’ingresso in un ulteriore ramo di business. Qui, si prepara a sparigliare dopo aver espugnato la cioccolateria, con la Manufacture de Chocolat, oltre al mondo del caffè.
La Gelateria
Neppure il covid ferma Alain Ducasse che, con le sue 22 stelle, più che un cuoco sembra ormai una figura dell’insaziabilità, fra Faust e Don Giovanni. L’ultima medaglia, su una divisa tempestata di mostrine, non è il solito bistrot o ristorante, che sarebbe una non novità per chi già detiene oltre 30 insegne; ma l’ingresso in un ulteriore ramo di business: la gelateria. Qui, si prepara a sparigliare dopo aver espugnato la cioccolateria, con la Manufacture de Chocolat e le numerose boutique che ne sono derivate, oltre al mondo del caffè, con il Café Alain Ducasse e una miscela ad hoc messa a punto per il Musée du Louvre.La gelateria artigianale che porta il celebre nome aprirà le porte a Parigi fra qualche settimana, giusto in tempo per il deconfinamento propiziato dalla bella stagione anche oltralpe. Per il grande chef riproporre i gelati tradizionali, che mangiava da ragazzo, rappresenta la realizzazione di un sogno. “La gelateria sarà ubicata a fianco della mia Manufacture du Chocolat, in rue de la Roquette, nell’undicesimo arrondissement”, dice. “Ed è lì che confezioneremo il nostro gelato. Bisognerà aspettare un quarto d’ora, che finiamo di mantecare il nostro gelato al caffè, al cioccolato o alla vaniglia, perché la lavorazione sarà quella di un tempo. Come piace a me, e come mi piaceva già quando sono entrato nella professione quasi mezzo secolo fa. Avevo questo sogno di diventare gelatiere e si realizzerà presto”.
Estimatore attento della gastronomia mediterranea e italiana in particolare, Ducasse porta così in Francia la voga del gelato artigianale ormai endemica nel Belpaese, assestandosi su una fascia di prezzo che definisce “interessante”. Per vincere la sua sfida ha sfoderato un’altra delle sue doti, il fiuto di talent scout, arruolando un giovane artigiano italiano che si è fatto notare per la sua creatività, il bolognese Matteo, incontrato durante un viaggio sotto le Due Torri. “Mi ha fatto assaggiare un sorbetto al pompelmo rosa con Vermouth piemontese. Molto talento”, sentenzia a proposito della prova decisiva, comprendente anche un’audace variazione del Bloody Mary.
Fonte: foodandsens.com