Ai tempi dei bisnonni vivevano e lavoravano tutti sotto lo stesso tetto. Oggi guidano un impero gourmet su cui non tramonta mai il sole.
La notizia
L’annuncio è arrivato alla Maison de la Mutualité di Parigi, durante la cerimonia di gala del Gault&Millau 2026: César Troisgros è il nuovo Cuoco dell’Anno. Un’emozione palpabile in sala ha accompagnato la proclamazione dello chef del ristorante Le Bois sans feuilles a Ouches, figura di spicco di una stirpe che ha segnato, e continua a segnare, la storia della gastronomia francese.
Una dinastia senza eguali nella cucina francese
La famiglia Troisgros rappresenta un caso pressoché unico nel panorama gastronomico mondiale. Da quattro generazioni, il nome è sinonimo di eccellenza, creatività e rigore. Tutto comincia a Roanne, nella casa-ristorante di fronte alla stazione, dove Jean-Baptiste e Marie Troisgros avviano un percorso che porterà i loro discendenti ai vertici della cucina d’autore. César segue le orme di suo padre Michel, proclamato cuoco dell’anno nel 2003, e di suo nonno Pierre, insignito dello stesso titolo nel 1987. Mai prima d’ora tre generazioni successive avevano ricevuto un riconoscimento così prestigioso: un traguardo che racconta la forza di una famiglia e di una tradizione, ma anche la capacità di rinnovarsi nel tempo.

L’eredità di Pierre, Michel e la voce di una famiglia unita
Dietro ogni Troisgros c’è una storia di passione collettiva. Pierre, scomparso nel 2020, è rimasto nella memoria come una leggenda: chef tristellato, innovatore, figura centrale nella costruzione di una comunità gastronomica che ha fatto scuola. Michel ha proseguito nel segno dell’equilibrio e della sensibilità culinaria, mentre César, oggi a capo del gruppo dal 2023, rappresenta una generazione nuova, consapevole del proprio patrimonio ma anche decisa a scrivere il futuro. La famiglia Troisgros non è solo un insieme di cuochi: è una tribù che accoglie, unisce, trasmette valori prima ancora che ricette. Amore, rispetto, tolleranza e spirito di condivisione sono gli ingredienti che, da generazioni, danno sapore alla loro storia. E pensare che i bisnonni di César abitavano esattamente nel posto in cui era sito l'hotel-ristorante originario, prima del successivo trasferimento: la loro casa era la cucina, e viceversa -tutti sotto lo stesso tetto.

Lo stile César: tradizione e identità personale
Sebbene l’eredità culinaria dei Troisgros sia imponente – basti pensare al celebre salmone all’acetosa – César non è una copia dei suoi predecessori. Come sottolinea Marc Esquerré, direttore delle guide Gault&Millau, lo chef «firma una cucina in armonia con quella di suo padre e di suo nonno, ma con una personalità autentica e riconoscibile». Ogni piatto racconta un equilibrio tra memoria e slancio creativo. La sua cucina dialoga con la natura che circonda Le Bois sans feuilles, sposando un’estetica essenziale e una profondità di gusto che richiamano la filosofia di vita della famiglia: vivere e cucinare in armonia con il territorio, con gli altri e con sé stessi.

Un riconoscimento che guarda al futuro
Succedendo a Frédéric Anton, celebre chef del Pré Catelan e del Jules Verne sulla Torre Eiffel, César Troisgros entra ufficialmente nel pantheon dei grandi cuochi contemporanei. Ma il suo sguardo è già rivolto avanti: verso nuove interpretazioni, nuovi progetti e soprattutto verso una “storia di famiglia” che continua a evolversi. Con questo premio, Gault&Millau non celebra solo uno chef, ma un’intera visione della gastronomia: quella di una famiglia che da quasi un secolo tramanda talento, rigore, ospitalità e un amore instancabile per la buona cucina.