Un viaggio editoriale tra paesaggi e tradizioni alla scoperta dell’identità olivicola del Sud Sardegna: l’oro verde diventa una guida culturale.
L'evento
L’olio extravergine di oliva diventa il simbolo più autentico della Sardegna e del Mediterraneo nella nuova pubblicazione “L’OLIO – Itinerari tra uliveti, paesi e sapori locali. Sud Sardegna e oristanese”. Un progetto editoriale firmato dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio insieme alla Camera di Commercio di Cagliari-Oristano. L’opera è stata presentata in anteprima nazionale lo scorso 20 novembre alla Camera dei Deputati, nella cornice della Sala Matteotti, durante l’iniziativa “L’Olio come civiltà”.

Accanto al vicepresidente della Camera - Giorgio Mulè - hanno preso parte alla presentazione Giordano Bruno Guerri (Presidente del Vittoriale degli Italiani), Michele Sonnessa (Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio), Cristiano Erriu (Segretario generale della Camera di Commercio di Cagliari-Oristano) e Giuseppina Scorrano (Coordinatrice scientifica dell’opera), che hanno discusso circa obiettivi, contenuti e prospettive della guida. La moderazione è stata affidata al giornalista gastronomico ed editore Marco Bolasco.



Una guida che diventa racconto culturale
Il volume non è pensato come un semplice strumento di conoscenza alla portata del turista, ma come una chiave di interpretazione della Sardegna attraverso la sua coltura più iconica: l’olivo. L’opera ricostruisce così un filo narrativo che va dalle origini nuragiche alle tradizioni popolari contemporanee, attraversando paesaggi, ritualità gastronomiche, testimonianze storiche e percorsi che si snodano tra comunità legate da secoli all’olivicoltura. Ne emerge un ritratto della Sardegna come territorio in cui l’olio non è soltanto un prodotto, ma una lente con cui leggere biodiversità, archeologia, società e memoria collettiva. La guida si inserisce così nel percorso delle Città dell’Olio, da anni impegnate nella promozione di un turismo lento, sostenibile e fortemente identitario.



Un nuovo strumento per il turismo esperienziale
Gli itinerari proposti attraversano oltre venti centri del Sud Sardegna e dell’Oristanese, nelle subregioni che vanno da Parteolla a Sulcis-Iglesiente, da Marmilla a Montiferru. Il lettore-viaggiatore viene condotto tra uliveti secolari, borghi ricchi di tradizioni, paesaggi rurali e siti archeologici, insieme a eventi del gusto e realtà artigianali che custodiscono saperi antichi. La guida diventa quindi un mezzo per promuovere un turismo che mette al centro l’autenticità dei territori, puntando a valorizzare le filiere locali e il patrimonio paesaggistico legato all’olivo. A tal proposito, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè ha sottolineato il valore simbolico dell’opera: “L’olio è una chiave per interpretare la società, è la chiave di chi siamo. L’iniziativa di oggi è un modo concreto per celebrare l’Italia migliore, quella che unisce tradizione, turismo e identità”.

Anche Giordano Bruno Guerri ha rimarcato la dimensione culturale della guida: “L’olio è civiltà e la letteratura può e deve venire in soccorso al consumo, perché attraverso le parole impariamo ad apprezzare davvero ciò che portiamo sulle nostre tavole”. La coordinatrice scientifica Giuseppina Scorrano ha raccontato l’approccio che ha guidato la redazione del volume: “Nella guida raccontiamo storie che sono tutte vere. L’olio, in questo senso, diventa una chiave di lettura del territorio, un filo conduttore che unisce memoria e innovazione, tradizione e futuro”. Con questa guida si vuol restituire all’olio extravergine di oliva il ruolo che merita. L’Italia dell’olio extravergine di oliva è, prima di tutto, l’Italia dei paesaggi e delle comunità, della terra e dell’uomo.

“L’OLIO” si presenta dunque come un’opera che fonde turismo, cultura e narrazione del territorio, offrendo al pubblico una nuova strada per avvicinarsi al mondo dell’olio e alle comunità che lo producono. Una guida che non si limita a descrivere luoghi, ma che invita a comprenderli attraverso la lente dell’identità e della memoria, contribuendo alla valorizzazione di uno dei patrimoni più antichi e significativi della Sardegna.
