Attualità enogastronomica

Spagna: comitiva di 30 persone vuole mangiare alle 17,30, ma il locale dice no. Il dibattito

di:
La Redazione
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La rivoluzione dell'ospitalità: l'auto-recensione di un ristorante riapre il dibattito sui diritti dei lavoratori e l'etica dei clienti.

Una singolare auto-recensione pubblicata sui social media da un ristorante sta scuotendo il settore dell'ospitalità, innescando una discussione virale sulle pratiche abusive del settore e sul ruolo, spesso problematico, del cliente. Il testo, rapidamente diventato virale grazie all'account Twitter @soycamarero, lancia un appello esplicito: "Analizziamoci come clienti."

La denuncia virale

L'account @soycamarero, gestito dal cameriere e attivista Jesús Soriano, è da anni una voce critica che denuncia le condizioni di lavoro precarie e gli eccessi nel settore. Soriano, autore del libro "Sono un cameriere, il cliente non ha sempre ragione," ha amplificato un'opinione inedita: quella di un locale che ha usato lo strumento della recensione non per auto-celebrarsi, ma per denunciare il comportamento sgarbato di un gruppo di clienti. La recensione, risalente a un episodio del 30 aprile, descrive il rifiuto di servire un gruppo inizialmente di 30, poi rivelatosi di 45 persone, arrivate per un aperitivo alle 17:30, mentre il personale era in procinto di chiudere. La reazione del gruppo, che ha risposto con "arroganza e maleducazione" e la frase sprezzante "perdita vostra", ha spinto l'autore del post a una riflessione profonda.

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"Penso di parlare a nome di tutti i ristoratori quando affermo che la frase 'il cliente ha sempre ragione' non è più valida," si legge nel testo. "Sembra che nel momento in cui qualcuno mette piede in un ristorante, i suoi diritti vengano elevati al cielo, esigendo che i camerieri si occupino di ogni sua richiesta e esigenza, e no, signore e signori, non è così." Il post sottolinea un punto cruciale: le strutture hanno orari di apertura e chiusura. L'aspettativa che il personale continui a lavorare oltre il limite stabilito, solo per soddisfare un capriccio tardivo, ignora il diritto dei lavoratori a terminare il proprio turno.

L'Ombra del lavoro irregolare e la necessità di empatia

La polemica sollevata dalla recensione non riguarda solo la cortesia, ma tocca il cuore di problemi strutturali che affliggono il settore dell'ospitalità. Francisco Guindín, direttore territoriale dell'Ispettorato del Lavoro delle Canarie, ha in passato evidenziato come "il 58% dell'economia sommersa si concentri in bar e ristoranti." Di fronte a questi dati scoraggianti, l'auto-recensione agisce da campanello d'allarme: un'industria in cui lo sfruttamento è diffuso richiede sia una maggiore sorveglianza da parte delle autorità, sia un cambiamento culturale radicale da parte dei consumatori. Il motto conclusivo del ristorante è un invito alla sobrietà comportamentale: "Siamo umili e analizziamoci come clienti."

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Nei commenti sotto il post di Soriano, sono emerse numerose testimonianze di eccessi, come quella di Fany: "Ricordo ancora il giorno in cui nove persone volevano mangiare in un piccolo locale alle 16:00 (la cucina chiudeva alle 15:30 e il ristorante alle 16:30)". Queste storie ribadiscono che l'empatia non è un optional, ma un elemento fondamentale per una convivenza sociale più equa. L'episodio dimostra che l'era dell'ospitalità "intesa come schiavitù" è, per fortuna, al tramonto, lasciando spazio a una nuova consapevolezza che valorizza i diritti dei lavoratori quanto l'esperienza del cliente.

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