Attualità enogastronomica

In Francia conto da 65€ per un neonato al ristorante: Les Grands Buffets fa polemica

di:
Silvia Morstabilini
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copertina louis privat

65,90 euro per un neonato: quando l’ospitalità ha un prezzo. Il caso dei Grands Buffets di Narbonne riaccende il dibattito sul senso dell’accoglienza nella ristorazione francese.

Il 19 ottobre scorso, ai celebri Grands Buffets di Narbonne, un padre si è visto chiedere 65,90 euro per far accomodare il proprio figlio di 13 mesi su un seggiolone. Una cifra che corrisponde al prezzo pieno del buffet, uno dei più rinomati e frequentati di Francia. Di fronte a quella che ha ritenuto un’assurdità, l’uomo ha rifiutato di pagare, scegliendo di cenare con il bambino in braccio. La scena, osservata da una sala gremita e da un giornalista del Midi Libre, è diventata rapidamente virale, scatenando una discussione che va ben oltre il singolo episodio: è giusto far pagare a prezzo pieno un neonato che non consuma nulla?

Nessuna eccezione, nessuna riduzione

Louis Privat junto a 111 variedades de queso
 

Interpellato sulla vicenda, Louis Privat, fondatore e presidente del ristorante, non ha mostrato esitazioni (come riporta qui il celebre network online Food&Sens). “I nostri clienti sanno che non esiste più un menù bambini, né la gratuità per i minori di sei anni. Lo confermano al momento della prenotazione. Non siamo i soli a seguire questa politica”, ha dichiarato. Dal 1° ottobre 2025, infatti, i Grands Buffets hanno adottato un modello unico: 65,90 euro a persona, indipendentemente dall’età. Una decisione motivata da quella che la direzione definisce una “salita di livello”: buffet gastronomico, servizio scenografico, esperienza di tre ore pensata per un pubblico adulto. In questo contesto, i neonati — spiegano i responsabili — non trovano necessariamente il loro posto. Il sito ufficiale invita persino i genitori a rimandare la visita “per il piacere di tutti”.

les grands buffets sala 2025 11 13 13 01 01
 

L’esperienza prima dell’accoglienza

La filosofia dei Grands Buffets è chiara: offrire un’esperienza esclusiva e coerente, anche a costo di apparire intransigenti. Niente passeggini, niente bagagli, niente gratuità. Una linea che, per alcuni, rappresenta un segno di chiarezza e identità di marca. Per altri, invece, è il simbolo di una ristorazione che smarrisce il senso dell’ospitalità, cuore della tradizione gastronomica francese. Il ristorante serve oltre 350.000 coperti l’anno. In un contesto così complesso, la direzione sottolinea le difficoltà logistiche: spazi ridotti, flusso costante di clienti e personale, necessità di mantenere ordine e fluidità nel servizio. Una scelta di organizzazione, dunque, più che di esclusione. Ma la questione resta aperta.

ls grands buffets louis privat buffet
 

Ospitalità o coerenza?

Il caso di Narbonne interroga il rapporto, sempre più fragile, tra modello economico e valore umano.
In un’epoca in cui la ristorazione tende a trasformarsi in “esperienza”, la dimensione dell’accoglienza rischia di passare in secondo piano. Può davvero una casa che si definisce “gastronomica” rifiutare un bambino?
In Francia, dove il pasto è ancora considerato un rito sociale e familiare, la risposta divide. Per molti, il convivio resta un momento inclusivo, dove si impara la vita attorno a una tavola, qualunque sia l’età dei commensali.

Louis Privat Les Grands Buffets
 

Il prezzo del simbolo

Forse non è tanto il costo del seggiolone a scandalizzare, quanto il messaggio che trasmette. L’idea che l’ospitalità debba sottostare a una logica di selezione — in nome di un’esperienza più “adulta”, più silenziosa, più controllata — solleva interrogativi sul futuro stesso della convivialità. Eppure, Louis Privat resta fermo nella sua posizione: un brand forte si costruisce sulla coerenza, non sul compromesso. Una convinzione che, nel mondo del fine dining contemporaneo, trova sempre più sostenitori. Ma che, inevitabilmente, lascia fuori qualcuno dalla tavola.

ls grands buffets louis privat buffet2
 

Il paradosso della modernità gastronomica

Il caso dei Grands Buffets è più di un aneddoto: è uno specchio della società attuale, divisa tra esclusività e accessibilità, tra lusso esperienziale e spirito comunitario. Mentre alcuni difendono la libertà imprenditoriale e la coerenza del modello, altri ricordano che la vera grandezza della tavola francese — e, in fondo, della tavola in generale — risiede nell’arte di accogliere. A volte, l’eleganza non sta nel prezzo, ma nella sedia che si lascia libera per chi, anche senza mangiare, fa comunque parte della storia che si racconta attorno a un pasto.

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