I protagonisti dell'enogastronomia Imprenditori della ristorazione

A Philadelphia c’è una casalinga 50enne diventata miglior chef donna nordamericana

di:
Silvia Morstabilini
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copertina kalaya

A Philadelphia, nel quartiere di Fishtown, c’è un ristorante che profuma di spezie, lime e coraggio: Kalaya, il regno di Chutatip “Nok” Suntaranon.

Con la sua cucina del sud della Thailandia, autentica e indomita, Nok ha conquistato la scena gastronomica americana, arrivando al 7° posto nella classifica dei 50 migliori ristoranti del Nord America e vincendo il titolo di Migliore Chef Donna del 2025.
Nel suo menù non c’è spazio per compromessi: niente pad Thai, niente piatti addolciti per compiacere il palato occidentale. “Il cibo della mia terra è forte, complesso e vero,” spiega a 50 Best. “Non voglio cambiarlo per nessuno.”

Una vita prima della cucina

Eppure, fino ai cinquant’anni, Nok non pensava di finire dietro ai fornelli. Nata nella provincia di Trang, nel sud della Thailandia, ha imparato fin da bambina a tritare spezie e pestare curry al fianco della madre, che vendeva paste fresche al mercato. Poi la vita l’ha portata lontano: un’infanzia a Bangkok, una carriera da assistente di volo di prima classe per la Kuwait Airways e persino un ristorante italiano aperto con il primo marito nella capitale thailandese. “È stato un periodo difficile,” racconta. “Durante i disordini politici, il locale era vicino alla residenza del Primo Ministro: vivevamo circondati da proteste. Mi sono promessa che non avrei mai più aperto un ristorante.”

Chutatip Nok Suntaranon Credit Mile Prince
Mile Prince

La chiamata del fuoco

Dopo essersi trasferita negli Stati Uniti con il secondo marito, un professore della Wharton School conosciuto su un volo da Bangkok a New York, Nok si è dedicata per quasi dieci anni alla vita domestica. Ma la passione per la cucina covava sotto la cenere. Si iscrive al French Culinary Institute di New York “per divertimento” e scopre che non riesce più a smettere. Cucino, imparo, mi ossessiono. La curiosità non mi lascia tregua.” Eppure, più imparava le tecniche francesi, più le mancavano i sapori della sua infanzia: il latte di cocco, la curcuma, il profumo di foglie di lime. “Ogni volta che cucinavo come mia madre, sentivo la sua presenza. Quei sapori mi chiamavano indietro.”

Kalaya, un sogno nato dal coraggio

Nel 2019, mentre cercava un piccolo spazio per un’attività di catering, Nok trovò un locale di 32 coperti: nacque così Kalaya, il ristorante che porta il nome della madre“Non avevo esperienza da chef, ma avevo una visione chiarissima,” racconta. Voleva piatti semplici ma impeccabili, come il cavolo saltato con salsa di pesce, fatto con soli quattro ingredienti. Le prime settimane furono un’avventura: “Ordinai dei wok online, ma erano così grandi che dovemmo smontare la porta per farli entrare. Mi misi a ridere, ma andai avanti. Invitavo amici ogni giorno per provare i piatti. Non pensavo al successo, volevo solo farlo.”

copertina Chutatip Nok Suntaranon
 

Il regno delle spezie

Dopo tre mesi di prove, Kalaya aprì ufficialmente. Fin dall’inizio, Nok volle farne un luogo di scoperta e autenticità. “Ogni sera uscivo in sala per parlare con i clienti. Non volevo adattare i piatti: volevo raccontare la mia Thailandia.” Nel 2022, il ristorante è cresciuto fino a 150 coperti, ma la filosofia è rimasta la stessa. Nok legge personalmente ogni recensione online e risponde ai clienti che trovano il cibo troppo piccante. “Non tutto nel menù è così piccante,” spiega. “È questione di equilibrio. Il calore del peperoncino fa parte della nostra vita, della nostra identità. A cinquant’anni non voglio essere mediocre per piacere al mercato: voglio onorare mia madre e la mia cultura.”

Moda, fuoco e libertà

La cucina è un mestiere duro, ma Nok la vive con eleganza e spirito positivo. Racconta ridendo: Una volta tornai da una festa in abito da sera e, trovando il ristorante pieno, iniziai a cucinare al wok con i tacchi alti! Ho capito che anche la cucina può essere bella.” Il suo motto è semplice: “Sì, ci sono difficoltà ogni giorno, ma la vita è così. Io scelgo di affrontarla con grazia, moda e allegria. È questo che rende Kalaya speciale.

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Un’icona con i piedi nel fuoco e il cuore in volo

Negli ultimi anni, la chef thailandese è diventata un simbolo di forza e indipendenza femminile nella ristorazione. Ha vinto il James Beard Award, è stata inclusa nel Time 100 del 2025 e continua a ispirare generazioni di cuoche. “Ci sono tante donne come me che vengono ignorate,” dice. “Non voglio imitare gli uomini. Voglio essere me stessa, costruire la mia strada, creare il mio successo.” Per Nok, la vera vittoria non è la fama, ma l’ispirazione che lascia dietro di sé: “Voglio che le donne sappiano che si può fare tutto. A qualsiasi età, con grazia, con amore, con professionalità — anche con i tacchi alti.”

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