La caffetteria Don Antò di Isernia adotta il principio del baratto, dimezzando il costo dell'espresso per i clienti che portano la tazzina da casa. Un modello virtuoso che si espande allo scambio di prodotti gastronomici contro la stretta del caro-vita.
La Rivoluzione del "Bar-atto": A Venafro il Molise sfida l'inflazione, il caffè si paga con lo scambio
In un'epoca caratterizzata dall'impennata dei costi energetici e delle materie prime, la risposta più ingegnosa alla crisi non arriva dalle istituzioni, ma da un bancone da bar molisano. Presso la caffetteria Don Antò di Venafro, i titolari Ida Di Ciacco e Moreno Spada hanno lanciato il "Bar-atto," un'iniziativa che coniuga la necessità di sopravvivenza commerciale con la tutela del potere d'acquisto del consumatore. Il meccanismo è tanto elementare quanto efficace: il cliente che decide di portare con sé la propria tazzina in porcellana ha diritto a una sostanziale riduzione. Il prezzo dell'espresso crolla così da 1 euro e 20 centesimi a soli 50 centesimi. Un taglio, racconta qui Open, che non solo alleggerisce la spesa quotidiana, ma che si pone come una "protesta silenziosa" e misurata contro il caro-prezzi che affligge il settore.

La genesi del "Bar-atto" è radicata in una cruda analisi di mercato. L'aumento esponenziale di tutti i fattori produttivi – dalla miscela all’elettricità, dal monouso ai solventi per la sanificazione – aveva reso inevitabile l'innalzamento dei listini. "Eravamo costretti ad aumentare i prezzi, ma abbiamo notato una preoccupante tendenza: anche i clienti più affezionati stavano calando," hanno spiegato i titolari alla testata. La legge del mercato, in questo, si è rivelata spietata. Il "Bar-atto" si è dunque affermato come un modus operandi collaborativo: l'attività fornisce la materia prima d'eccellenza, e il cliente contribuisce con la logistica di base, eliminando il costo del monouso e della manodopera per il lavaggio.

L'iniziativa, lanciata nelle scorse settimane (Settembre 2025), ha riscosso un successo tale da spingere i gestori ad ampliare la formula. Rievocando l'antica tradizione contadina del Molise, Don Antò ha iniziato ad accettare prodotti gastronomici locali in cambio del caffè o di altre consumazioni. Questa estensione del concetto ha trovato un fertile ecosistema grazie alla vicinanza di un polo universitario. Gli studenti fuori sede, infatti, utilizzano questo sistema per scambiare con il bar i prodotti tipici delle loro regioni d'origine. La caffetteria non è più solo un punto di ristoro, ma un inatteso crocevia di sapori e tradizioni locali, trasformando la sfida economica in un'occasione di arricchimento culturale e comunitario. Il "Bar-atto" di Venafro si configura, in definitiva, come un esempio emblematico di innovazione bottom-up, dimostrando come la creatività imprenditoriale possa offrire una risposta concreta e solidale alla crisi dei consumi.
