Come andresti a mangiare a casa da un amico, col camice o con la camicia? Questo è lo spirito con cui è nato Chef in Camicia, il punto di riferimento in Italia per i giovani amanti del foodtainment, che oggi smuove milioni e milioni di follower. Ecco come vede il suo futuro.
La storia: Chef in Camicia
Grembiule, toque blanche e l’immancabile giacca bianca: ecco come uno chef si mostra al mondo. Ma se si toglie uno di questi indumenti, simboli della sua figura, smette di essere uno chef? Se un medico pone lo stetoscopio, smette di essere un medico? La risposta è la medesima: no di certo. Ne sono una prova gli “Chef in Camicia”.Nascono nel 2015, dopo una chiacchierata fra tre amici. Nicolò Zambello, Andrea Navone e Luca Palomba hanno la visione di un progetto basato su una passione comune: la cucina. Chiacchierano, sognano, brindano e mangiano con la complicità e l’energia di chi si conosce dalle elementari. Ma Nicolò ha esperienza nel mondo delle startup e organizza per bene la visione in una realtà, muovendo insieme a Luca i primi passi nel settore dei catering. Andrea, che oltre a essere chef in camicia è chef anche “in divisa”, offre il suo supporto da cuoco professionista. I tre capiscono che c’è lo spazio (e il bisogno) di creare una cucina più “social”, più rivolta verso il pubblico, in particolare quello giovane. Prendendo spunto da alcuni canali americani e dalle loro personalità, abbandonano il mondo del catering e realizzano video ricette. Vanno a casa di un loro amico e iniziano a cucinare, filmando le loro preparazioni. In tre settimane realizzano un centinaio di video, partono caricando i primi filmati, rigorosamente montati per non andare oltre il minuto, su Facebook. Poi arrivano su Instagram e nel giro di pochi mesi, giungono le prime conferme che il formato e le idee avute funzionano: 100 mila follower in circa due mesi.
Una crescita esponenziale che continuava di mese in mese, per proseguire di anno in anno: il prodotto diventa un’idea di successo, poi un brand, infine un team che, oggi, conta più di 40 persone che lavorano dietro le quinte. Nel 2020, mentre il mondo si fermava per colpa della pandemia, Chef in Camicia continua il suo sogno e fonda Academia.tv, che oggi è la prima piattaforma italiana di corsi di cucina online, tenuti dai migliori professionisti. Attualmente conta più di cento mila studenti, più di 40 Maestri per oltre 120 ore di lezioni. E l'obiettivo è continuare a crescere, offrendo agli abbonati culture culinarie internazionali, lezioni live, esperienze ed eventi da vivere di persona, oltre all’opportunità di ricevere direttamente a casa prodotti realizzati in sinergia con gli chef.
Quello che era partito come un progetto “da amici”, dopo quasi dieci anni dal suo debutto, è diventata una realtà “da amici”, in cui l’obiettivo finale è rimasto quello di rivoluzionare il mondo del food in Italia. Come? Preservando e diffondendo l’eccellenza della tradizione, ma allo stesso tempo ispirando ogni giorno giovani food lovers con ricette nuove e, perché no, sempre più internazionali. «Quello che vogliamo è che chef in Camicia sia sempre più inclusivo», ci racconta il team. «Siamo un gruppo ancora in crescita, sempre rivolto verso il futuro. Guardiamo alle nostre tradizioni italiane, ma vogliamo portare sempre più anche tante ricette. Vogliamo che la nostra community possa sempre dire la sua sulle ricette e si possa riconoscere. Questo, forse, è ciò che ci caratterizza: abbiamo un grande rispetto verso gli altri canali che parlano di cucina come noi. Parliamo e ci nutriamo della stessa passione: cucinare! Se il pubblico, però, riconosce ad esempio Reporter Gourmet come il sito autorevole da notizie per “chef stellato”, noi siamo il format dell’amico con cui prepari i panini o un piatto di carbonara insieme. Questa è l’anima di Chef in Camicia».
«Ci siamo rivolti sin da subito ai social per arrivare direttamente al pubblico», raccontano ancora. «Dopo il grande successo riscontrato sui primi canali di riferimento, quali Facebook e Instagram (abbiamo oltre un milione di follower in ciascuna piattaforma) siamo arrivati anche su Tiktok, dove per il momento superiamo i 700mila follower e le migliaia di visualizzazioni per ogni ricetta. Abbiamo assunto nuove figure che ci hanno aiutato in questa evoluzione, ma i nostri “tre chef in camicia” ci sono sempre: Andrea Navone è l'anima gourmet del programma, ancora oggi è chi propone il format “gourmand” alla community. Luca Palomba, detto “Lello panello”, preferisce ricette tradizionali: lui è il maestro dei panini e dei sapori intensi, legati “alle cose buone, che danno certezza”. Nicolò Zambello è la mente business e quella più vocata ai sapori esteri, al lato esotico della cucina. Ma oggi, oltre a loro, abbiamo ampliato le nostre competenze e abbiamo trovato altri “chef incamiciati”: abbiamo una trentina di contributor, c’è chi si occupa di ricette vegane e chi di cucina giapponese, chi di cucine esclusivamente regionali, come toscane ed emiliane».
Progetti per il futuro? «Non è più sufficiente per noi postare soltanto ricette. Vogliamo sempre più parlare anche gli utenti. Vogliamo sapere tutti i loro punti di vista, vogliamo sapere cosa preferirebbero vedere, il loro piatto preferito. Per questo continuiamo a creare contenuti dal grande engagement: indovinelli, domande, proposte. Perché è vero, all’inizio pensavamo che i nostri target fossero i giovani, ma siamo in così tanti ora, ci piacerebbe “sfamare” la curiosità di tutti. Ecco perché pubblichiamo anche contenuti più diversificati, in base al canale: su TikTok abbiamo un altro target, più da generazione z, ed ecco che lì postiamo più “food porn”, ricette più sbarazzine come il tiramisù con pan di stelle, che magari in piattaforme frequentate da persone molto attente alla tradizione, come ad esempio può essere Facebook, riceverebbero commenti negativi. Vogliamo mantenere la positività che caratterizza la nostra comunicazione: siamo credibili, ma vogliamo continuare a farvi sentire come foste a mangiare a casa da un amico».
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