Itinerari gourmet

Cile, la forager del deserto dove piove ogni 40 anni: "Ora vendo ai top gourmet”

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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COPERTINA Patricia Lorena Perez

I doni segreti del deserto di Atacama: una terra arida che custodisce piante rare, riti antichi e nuovi orizzonti gastronomici.

Il mestiere

Nella vita tutto dipende dal punto di vista. Patricia Lorena Pérez lo sa bene: ciò che per molti è solo un paesaggio arido e inospitale, per lei è una terra generosa. L’Atacama, conosciuto come il deserto più secco al mondo — dove tra una pioggia e l’altra possono passare anche quarant’anni — è per Patricia una fonte di preziosi doni della natura. Su un territorio che abbraccia più di 160.000 chilometri quadrati, dalle zone più basse fino alle pendici del vulcano Lascar, che svetta a quasi 5.600 metri, nascono erbe rare presenti solo qui: tola, tolilla, muña-muña, menta verde, rosa del deserto, rica-rica… Piante rare che racchiudono la forza e la resilienza di un luogo unico.

Patricia Lorena Perez 2 El Dinamo
El Dinamo

Per Patricia, nata a Toconao, poco distante da San Pedro de Atacama, il legame con queste erbe è innanzitutto una questione familiare e culturale. Discendente della popolazione indigena Lickan Antay, ha imparato fin da bambina a conoscerle e a rispettarle, seguendo sua nonna materna nelle raccolte lungo burroni e altipiani. “Ho iniziato a proteggere queste piante perché, fin da quando avevo sei anni, accompagnavo mia nonna, una raccoglitrice di erbe, a coltivarle insieme ad altre colture come mais e patate e venderle fresche come rimedi naturali. Aveva una mappa della zona sul terreno, dove segnava la posizione delle diverse erbe che raccoglieva. Ora, avendo ereditato quella mappa orale ancestrale, ho iniziato a scrivere la mia storia”, confida a El País.

Patricia Lorena Perez
 

Quella passione infantile si è trasformata negli anni in una missione: proteggere l’ecosistema del deserto e far conoscere al mondo l’uso ancestrale delle sue piante, tanto in cucina quanto nella medicina tradizionale. “Nella lingua Ckunza, Atacama significa “nostro” e si riferisce al nostro territorio, alla nostra terra. Me ne prendo cura, la amo, la proteggo... Tutte queste piante sono la generosità di Madre Terra; si coltivano e crescono da sole, quindi in cambio dobbiamo mantenere puliti il deserto, i suoi giardini e i suoi dintorni e sperare che arrivi la pioggia”, prosegue. Le erbe autoctone dell’Atacama sono state usate per secoli per curare fratture, dolori allo stomaco o ai polmoni, ma anche nelle cerimonie spirituali dedicate al sole e alla natura.  Un patrimonio immenso costituito da piante che riescono a prosperare dove nessun'altra specie riesce a sopravvivere come la rosa del deserto - alias la rosa dell’anno - poiché produce appena un paio di fiori all’anno. Cresce fragile e rara ai margini dei frutteti della Valle del Jere e del Bosque Viejo, e ha sempre avuto un significato simbolico profondo: “I neonati Lickan Antay ricevono il loro primo bagno con questo fiore dalle loro madri e nonne, in modo che la loro anima si imprima nei loro corpi”, spiega Patricia.

atacameno mujer
 

Non solo medicina e ritualità: la rosa del deserto è protagonista anche a tavola, dove impreziosisce piatti salati e dolci oltre a essere utilizzata per gli infusi. L'amore e la dedizione verso la sua terra e chi la abita hanno portato la Perez a iniziare una collaborazione con lo chef Rodolfo Guzmán del ristorante Boragó a Santiago, riconosciuto da The World’s 50 Best come il migliore del Cile. "Rodolfo Guzmán ha iniziato a studiare tutte le nostre erbe ancestrali, analizzandole, testandole e osservando in quali piatti utilizzarle e come; un lavoro che ha sempre svolto nel rispetto delle nostre tradizioni e dell’importanza di proteggerle". Da questo profondo legame nasce La Atacameña, il marchio fondato da Patricia per custodire e raccontare le tradizioni del suo popolo, della flora e della gastronomia del deserto di Atacama. Un progetto che non è solo impresa, ma atto d’amore verso una terra che, pur arida, continua a donare vita, sapori e memoria.

DESERTO de Atacama Chile
 

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