«L’alta gastronomia non conosce orari d’ufficio. Alla fine ci si ritrova a mancare troppe sere e troppi fine settimana».
La notizia
L’amore per la cucina non si abbandona mai del tutto: resta nei gesti, nella memoria e, soprattutto, nel cuore. Dopo oltre venticinque anni trascorsi tra pentole lucide e piatti che hanno conquistato le guide più esigenti, Johannes Fuchs decide di cambiare prospettiva senza cambiare passione. Non più il ritmo serrato di un servizio gourmet, ma la calma operosa di un’aula scolastica: da questo autunno, racconta il network Rolling Pin, lo chef pluripremiato sarà docente alla Tourismusschule di Bad Ischl, dove porterà in classe ciò che conta davvero – il mestiere, i valori e l’entusiasmo che hanno scandito la sua carriera.

Un passaggio di testimone che non è un addio, ma un nuovo inizio. «Il motivo principale è la famiglia» racconta Fuchs, padre di due bambini. «L’alta gastronomia non conosce orari d’ufficio. Alla fine ci si ritrova a mancare troppe sere e troppi fine settimana». Una scelta che parla di equilibrio, di salute e di tempo ritrovato, senza rinunciare al gusto di trasmettere ciò che la cucina gli ha insegnato. Per chi conosce il suo percorso, il cambiamento suona quasi epocale. Dalla riapertura dell’Arabella Jagdhof Resort nel 2022, Fuchs ha guidato l’intero comparto gastronomico: il ristorante fine dining FUXBAU, il più conviviale Wirtshaus Cervus, la Hallali Bar e persino banchetti da 400 coperti. Prima ancora, per quasi dieci anni, era stato il cuore pulsante della cucina del Schloss Fuschl, dove aveva conquistato le ambite tre Hauben, riconoscimento che ha confermato anche al Jagdhof.

Eppure le stelle e i cappelli, per lui, non sono mai stati l’obiettivo. «Non cuciniamo per i critici, cuciniamo per i nostri ospiti. L’importante è che se ne vadano felici» ha sempre ribadito. Una filosofia chiara: nessun orpello inutile, nessuna rincorsa alla spettacolarità fine a sé stessa. Solo prodotti eccellenti, tecnica impeccabile e una mano capace di restituire autenticità anche ai piatti più raffinati. Chi ha avuto la fortuna di sedersi a uno dei suoi tavoli ricorda piatti che raccontavano il territorio con precisione artigianale e un pizzico di poesia. Dal Kalbsrahmbeuschel, cremoso e confortante, ai Schlutzkrapfen ripieni di spinaci e ricotta, fino al raviolo di faraona brasata: creazioni che partivano dalla tradizione per arrivare a una nuova eleganza. Il segreto? Nessuna solitudine da chef-star, ma un lavoro corale. «Senza il mio team non sarei nulla» ripete spesso. Non a caso, i traguardi conquistati al FUXBAU li considera una vittoria collettiva. Ogni piatto, ogni sorriso scambiato con gli ospiti, persino i piccoli regali a fine cena – un vasetto, una conserva fatta in casa – erano parte di un’ospitalità che non si fermava al piatto.

Con la partenza di Fuchs, il ristorante FUXBAU ha chiuso i battenti a metà agosto 2025. Non per sempre, però: un nuovo progetto gastronomico è già in cantiere e sarà guidato da Markus Kube, chef legato alla regione ma con esperienze internazionali. Il Cervus, invece, continuerà a vivere grazie alla stessa brigata, che proseguirà il lavoro sotto una nuova guida. Dal canto suo, il direttore generale del resort, Fred Smits, ha salutato Fuchs con parole di gratitudine: «Lo ringraziamo di cuore per il suo lavoro straordinario, per l’energia e la fedeltà al Fuschlsee». Un riconoscimento che conferma quanto la sua figura abbia segnato la cucina del luogo. Il futuro, ora, ha il profilo di una scuola. Johannes Fuchs entrerà nelle aule non come custode di tecniche segrete, ma come mentore. Insegnerà cucina ed educazione alimentare a piccoli gruppi, dalla prima classe fino alla maturità. «La gentilezza è metà del lavoro – oggi forse il 60 o 65 per cento. L’impegno vale più dell’arroganza» spiega, chiarendo il cuore del suo metodo: trasmettere professionalità, certo, ma soprattutto umanità.

Perché la cucina non è solo gesti perfetti o sapori equilibrati, è un mestiere che vive di mani intrecciate, di tempi condivisi, di passione che si rinnova ogni giorno. E in quell’aula, tra pentole e quaderni, i ragazzi non impareranno solo a cucinare: impareranno a lavorare insieme, a rispettare i prodotti e a portare a tavola un’idea di bellezza quotidiana. Alla fine, il percorso di Johannes Fuchs sembra insegnare una lezione che va oltre la cucina: la grandezza non è solo nei premi o nelle recensioni, ma nella capacità di lasciare un segno e di trasmetterlo a chi verrà dopo. La sua carriera non si chiude, semplicemente cambia direzione. Dal calore dei fornelli al calore umano, dalle sale eleganti del Fuschlsee alle aule di Bad Ischl, lo chef resta fedele a se stesso: un uomo che cucina, insegna e soprattutto continua a credere che la gentilezza sia l’ingrediente più importante.
