Attualità enogastronomica

Ferrero verso i 25 miliardi: l’erede della Nutella aumenta il fatturato e conquista gli USA

di:
Silvia Morstabilini
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copertina ferrero

Nel cuore dell’industria dolciaria mondiale si erge un impero familiare italiano che, sotto la guida riservata e determinata di Giovanni Ferrero, ha conquistato il mondo. Da Nutella ai cereali Froot Loops, l’espansione di Ferrero ha superato ogni aspettativa, culminando nella recente acquisizione di WK Kellogg per 3,1 miliardi di dollari. Ma questo è solo l’ultimo tassello di una strategia costruita con pazienza, visione e investimenti. E si stima che l'universo economico di Ferrero si stia avvicinando vertiginosamente alla straordinaria cifra di 25 miliardi di euro di fatturato totale.

Una strategia globale: oltre Nutella

Dopo la scomparsa del padre Michele nel 2015, Giovanni Ferrero ha preso in mano le redini dell’azienda, portandola ben oltre i confini europei. Oltre ad aver consolidato marchi iconici come Nutella, Ferrero Rocher e Kinder, Giovanni ha avviato una trasformazione radicale dell’impresa, orientandola verso nuovi segmenti e mercati. La recente acquisizione di Kellogg negli Stati Uniti — dopo quelle di Nestlé USA e di brand come Keebler, Famous Amos e Butterfinger — rappresenta la volontà di diversificare e rafforzare la presenza nel food a stelle e strisce, superando i confini del cioccolato.

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I numeri del successo

Il piano di crescita ha dato i suoi frutti: dal 2015 a oggi, il fatturato Ferrero è passato da 11 a oltre 20 miliardi di dollari, con un Ebitda che ha raggiunto i 3 miliardi. Le acquisizioni, studiate nei minimi dettagli, hanno permesso all’azienda di aumentare la propria influenza in almeno 9 Paesi. Con la sola WK Kellogg, Ferrero prevede un incremento delle vendite di oltre il 10% nel 2025. Un segno tangibile di un’espansione mirata, organica e inorganica, che non mostra segni di rallentamento.

La conquista americana spinge i ricavi verso nuovi vertici

L'aggressiva strategia di acquisizioni di Ferrero ha radicalmente trasformato il baricentro geografico del gruppo, con gli Stati Uniti che sono diventati il motore propulsivo, generando ormai la metà del fatturato di Ferrero International. Con l'imminente finalizzazione dell'ultima acquisizione nel Michigan – sebbene sia ancora soggetta all'approvazione delle autorità statunitensi – i ricavi complessivi del colosso dolciario sono destinati a passare dagli attuali 18,4 miliardi di euro a circa 21 miliardi di euro, come attesta il Corriere in questo articolo.

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Si stima che la famiglia Ferrero abbia riversato investimenti per circa 11 miliardi di euro nel mercato statunitense. Questo massiccio impegno ha portato alla creazione di una vasta infrastruttura: dopo l'ultima mossa strategica, il gruppo italiano si appresta a contare su 14.000 dipendenti oltreoceano, con una capacità produttiva distribuita su 22 stabilimenti e supportata da 11 uffici amministrativi. Ma l'espansione di Ferrero non si ferma ai confini americani. Integrando nel calcolo la Cth, la holding belga che funge da ulteriore braccio per le acquisizioni del gruppo, il quadro dei ricavi si arricchisce di altri tre miliardi di euro. Questa entità ha inglobato marchi di spicco come Ferrara, i britannici Fox's biscuits e Burton's biscuits, e la Fine Biscuits Company, che raggruppa nomi noti come Delacre, Deliciock e Kelsen tra Belgio e Danimarca. Sommando tutte queste componenti, l'universo economico di Ferrero si avvicina vertiginosamente alla straordinaria cifra di 25 miliardi di euro di fatturato totale -stima il Corriere qui.

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Giovanni Ferrero: un leader schivo ma visionario

Nonostante la sua enorme ricchezza — con un patrimonio stimato di oltre 41 miliardi di dollari — Giovanni Ferrero è noto per la sua discrezione. Vive a Bruxelles, lontano dai riflettori, mentre la sede dell’azienda si trova in Lussemburgo. Dopo aver studiato marketing in Pennsylvania e aver condiviso per anni la guida dell’azienda con il fratello Pietro (scomparso nel 2011), Giovanni ha intrapreso un cammino solitario fatto di scelte ponderate, investimenti intelligenti e una visione a lungo termine. Nel 2016 ha creato CTH Invest, una holding belga dedicata alle acquisizioni, e ha affidato il ruolo di CEO a Lapo Civiletti, il primo esterno alla famiglia a guidare il gruppo. Un cambio epocale per un’azienda tradizionalmente familiare.

La corsa ai colossi del food

Ferrero è oggi un competitor diretto di giganti come Mars e Mondelez. L’acquisizione di WK Kellogg rafforza ulteriormente il suo potere contrattuale sul mercato americano, soprattutto nel comparto dei cereali, da 12 miliardi di dollari l’anno. Mars, con i suoi 21,3 miliardi di dollari di vendite nel settore snack, resta ancora avanti, ma Ferrero è in piena corsa. E con un mercato globale alimentare da 620 miliardi di dollari, le opportunità non mancano.

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Le sfide globali: dazi, costi e regolamentazioni

Non tutto è semplice nell’impero dolciario. Ferrero deve affrontare sfide legate ai dazi internazionali, all’aumento record dei prezzi del cacao e alla crescente attenzione verso gli ingredienti artificiali. Gli Stati Uniti, uno dei principali mercati del gruppo, stanno iniziando a porre maggiore attenzione ai coloranti e agli zuccheri raffinati. In risposta, l’azienda ha iniziato a diversificare la filiera agricola e a investire nella sostenibilità, come dimostrano le borse di ricerca finanziate in Oregon per lo sviluppo della coltivazione di nocciole.

Verso la leadership globale

Con oltre 84% di crescita dei ricavi negli ultimi sette anni, Ferrero è sulla buona strada per raddoppiare la propria dimensione entro il 2025, mantenendo fede al piano di Giovanni Ferrero. L’imprenditore ha sempre creduto che pochi attori si sarebbero spartiti la leadership nel settore dolciario globale — e oggi, il suo gruppo è più vicino che mai a quel traguardo.

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Un modello italiano nel mondo

L’ascesa di Ferrero è molto più di una storia di successo economico: è il simbolo di un Made in Italy che ha saputo reinventarsi, coniugando tradizione e visione strategica. Sotto la guida silenziosa ma decisa di Giovanni Ferrero, il gruppo è diventato un punto di riferimento globale, mantenendo l’identità italiana e portandola sulle tavole di milioni di consumatori in tutto il mondo.

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