Dopo Osteria Francescana nei Best of the Best, record per Al Gatto Verde, unico indirizzo italiano della classifica 51-100 di 50 Best Restaurants 2025. Un menu cangiante animato dalla fiamma e una cuoca capace di fondere gli impulsi internazionali con l'identità locale.
Solo qualche mese fa, Jessica Rosval ci raccontava come dall'idea di un semplice barbecue abbia preso gradualmente forma il concetto di un nuovo focolare d'accoglienza in terra modenese. Parliamo di Al Gatto Verde, ultimo avamposto della Francescana family votato al rito delle cotture ancestrali con un solido appiglio nel presente.



Così, mentre ad ogni cambio di stagione il fil rouge della fiamma continua a ispirare il menu cangiante dell'insegna, è appena giunto un riconoscimento che dà ulteriore lustro all'intenso lavoro della squadra: l'ingresso nel ranking dei 100 migliori ristoranti al mondo della prestigiosa piattaforma 50 Best. La notizia è che proprio Al Gatto Verde (già stella Michelin e Stella verde per la sostenibilità) figura come unico indirizzo italiano nella classifica che va dal numero 51 al centesimo posto, annunciata due settimane prima della cerimonia di presentazione ufficiale del 19 giugno a Torino.

Un record che, se da un lato conferma l'inarrestabile espansione della "galassia Bottura" nel macrocosmo gastronomico internazionale, dall'altro mette in luce una proposta coraggiosa, frutto di anni di ricerca presso Casa Maria Luigia fra antiche ricette dimenticate, bracieri itineranti e impulsi raccolti da ciascun angolo del globo.

La classifica 51-100 di 50 Best Restaurants: le new entry 2025
Oltre Al Gatto Verde, che si attesta al 92° posto, il 2025 porta con sé anche altre sorprese, per un totale di ben 12 new entry in 12 città differenti-sempre nella seconda tranche della selezione. Merita la menzione, ad esempio, il debutto -con il più alto punteggio in assoluto fra le novità- di Arca a Tulum al numero 67 (che ci aveva particolarmente colpiti lo scorso anno: leggete qui la nostra recensione!).


Ottimi risultati pure per il Koan (91esimo) a Copenaghen, il Cocina Hermanos Torres (78esimo) a Barcellona ed il Txispa (85esimo) ad Atxondo, mentre Tuju in Sud America guadagna la 70esima posizione. In fondo all'articolo trovate la graduatoria completa, ma ora gustatevi la nostra intervista a Jessica Rosval, che abbiamo raggiunto in esclusiva per fotografare l'evoluzione del ristorante Al Gatto Verde.
Jessica Rosval e il record di Al Gatto Verde: unico ristorante italiano nella classifica 51-100 di 50 Best

Jessica, vi aspettavate questo riconoscimento? Che effetto vi fa a relativamente poco tempo dal debutto?
Onestamente? No, non ce lo aspettavamo! Quando abbiamo aperto Al Gatto Verde, il nostro obiettivo non era quello di entrare in una classifica, ma di creare un luogo che parlasse una lingua nuova—una lingua fatta di fuoco, di sostenibilità radicale, di libertà creativa. Volevamo mettere in discussione l’idea stessa di fine dining, portandola a contatto con la terra, con i gesti antichi del barbecue, con una visione contemporanea del gusto e della responsabilità. Essere oggi l’unico ristorante italiano nella classifica 51–100 di 50 Best ci emoziona, ovviamente, ma ci conferma soprattutto che esiste un pubblico—internazionale—pronto ad ascoltare storie diverse. Questo riconoscimento arriva dopo solo un anno e mezzo, e ci dà la forza di continuare a crescere senza mai tradire la nostra identità. È un segnale che la strada intrapresa, anche se a volte fuori dai canoni, ha senso. E forse proprio perché è fuori dai canoni!

La vostra cucina è molto focalizzata sul territorio, ma al tempo stesso capace di richiamare una platea internazionale. Come sei riuscita a conciliare radici e apertura al mondo nei tuoi piatti?
È una tensione che sento profondamente mia: da un lato l’amore per questo territorio meraviglioso, che mi ha adottata e nutrita, e dall’altro la mia storia personale, fatta di viaggi, migrazioni, ascolti. Sono canadese, ma è in Italia che ho trovato la mia voce. Al Gatto Verde nasce proprio da questo incontro: la brace italiana e il pensiero internazionale, il prodotto locale e la tecnica globale, la memoria e la possibilità. Per me il territorio non è mai una gabbia, è un trampolino. E in questo percorso non sono mai sola: siamo una squadra che lavora ogni giorno con l’Emilia nel cuore e lo sguardo rivolto al mondo.


Modena ci ha accolti, ci ha dato prodotti straordinari, tradizioni forti, ma anche lo spazio per riscriverle. Abbiamo imparato ad ascoltare la terra e le persone che la abitano: agricoltori, artigiani, vignaioli, allevatori. È con loro che costruiamo ogni piatto. Ogni giorno cerchiamo un equilibrio tra rispetto e "ribellione". La brace, in fondo, è questo: una tecnica antica che diventa contemporanea, un fuoco che cuoce ma anche che trasforma. Così Al Gatto Verde parla emiliano, ma con un linguaggio che può essere compreso ovunque. Perché l’identità non si chiude in se stessa, si espande quando è condivisa.

In una precedente intervista ci hai raccontato alcuni signature del ristorante, ma un altro elemento di rilievo è la vostra capacità di fare accoglienza. Come è pensata l'ospitalità Al Gatto Verde?
L’ospitalità, per noi, non è un gesto accessorio: è il cuore pulsante del Gatto Verde. Tutto parte da una domanda molto semplice—come vogliamo far sentire le persone quando entrano qui? E la risposta è: accolte, ascoltate, sorprese ma mai intimidite. Abbiamo costruito il ristorante intorno a un’idea di calore autentico. C’è il calore del fuoco, certo, che domina la cucina e plasma i piatti. Ma c’è anche quello umano: fatto di sguardi, di attenzioni, di piccoli dettagli che parlano di cura. Lavoriamo come una famiglia, e vogliamo che ogni ospite si senta parte di quella famiglia per il tempo di un pasto.


Il nostro servizio è preciso, ma mai rigido. Elegante, ma con un’anima. Ci piace pensare che chi varca la soglia del Gatto Verde non trovi solo un ristorante, ma un’esperienza che lascia qualcosa dentro: un gusto, un pensiero, un’emozione.
Da sempre sei una chef particolarmente attenta al lavoro di squadra. Toglici una curiosità: festeggiate insieme questi traguardi e se sì, come?
Assolutamente sì, festeggiamo insieme. Sempre. Ogni traguardo è il frutto di un lavoro collettivo, di mani diverse che si muovono all’unisono, di cuori che battono nella stessa direzione. Il giorno in cui abbiamo saputo della classifica ci siamo abbracciati in cucina, con le mani ancora sporche di carbone e il servizio da finire: è stato un momento bellissimo, semplice, vero. Poi abbiamo fatto quello che sappiamo fare meglio: abbiamo cucinato. Ci siamo seduti tutti insieme, dopo il turno, e abbiamo condiviso un pasto. Niente Champagne o fuochi d’artificio—solo buon cibo, musica, e la sensazione di aver costruito qualcosa che ci appartiene. Perché la cucina, per noi, è prima di tutto questo: prendersi cura gli uni degli altri.

La classifica completa 51-100 di 50 Best Restaurants
51 - Alcalde, Guadalajara
52 - Schloss Schauenstein, Fürstenau
53 - Den, Tokyo
54 - El Chato, Bogotá
55- La Colombe, Cape Town
56 - Jordnær, Copenhagen
57 - Onjium, Seoul
58 - Restaurant Tim Raue, Berlino
59 - Nobelhart & Schmutzig, Berlino
60 - Pujol, Mexico City
61 - Nuema, Quito
62 - Willem Hiele, Oudenburg
63 - Bozar, Bruxelles
64 - Fu He Hui, Shanghai
65 - Quique Dacosta, Dénia
66 - Saint Peter, Sydney
67 -Arca, Tulum
68 - Masque, Mumbai
69 -Hiša Franko, Kobarid
70 - Tuju, San Paolo
71 - Sazenka, Tokyo
72 - Chef Tam's Seasons, Macau
73 - Tantris, Monaco
74 - Mountain, Londra
75 - Mil, Cusco
76 - Leo, Bogotá
77 - Le Doyenné, Saint-Vrain
78 - Cocina Hermanos Torres, Barcellona
79 - Coda, Berlino
80 - SingleThread, Healdsburg
81 - Oteque, Rio de Janeiro
82 - Fyn, Cape Town
83 - A Casa do Porco, San Paolo
84 - Aponiente, El Puerto de Santa María
85 - Txispa, Atxondo
86 - The Clove Club, Londra
87 - Mugaritz, San Sebastian
88 - Salsify at the Roundhouse, Cape Town
89 - Huniik, Mérida
90 - Le Bernardin, New York
91 - Koan, Copenhagen
92 - Al Gatto Verde, Modena
93 - Burnt Ends, Singapore
94 - Meet the Bund, Shanghai
95 - Evvai, San Paolo
96 - Atelier Crenn, San Francisco
97 - Labyrinth, Singapore
98 -César, New York
99 - Amisfield Restaurant, Queenstown
100 - Neolokal, Istanbul