Avvolti dall’elegante design meneghino, da Odachi si possono scoprire tecniche orientali antichissime con in mano solo un pennello e menu alla cieca.
In un angolo silenzioso di Piazzetta Bossi, tra le geometrie eleganti del luxury hotel milanese Casa Brera, c’è un luogo in cui il Giappone non è una suggestione apparente ma un’esperienza immersiva. Stiamo parlando di Odachi – “grande spada” in giapponese – e il nome anticipa già molto: rigore, disciplina, essenzialità. Ma anche affilata eleganza, precisione rituale e rispetto profondo per la materia prima.
Odachi, un elegante ryōtei milanese

Lasciandoci alle spalle la Galleria Vittorio Emanuele e il Teatro alla Scala, c’è un ristorante di appena 48 coperti, situato al piano terra di Casa Brera, a Luxury Collection Hotel, Milano - nuova struttura del gruppo alberghiero Marriott International. Potrebbe sembrare l’ennesimo locale esclusivo ma da Odachi non si parla di tendenza, si parla di cultura. Quella giapponese, prima di tutto, che qui si manifesta con un rigore disarmante, e quella italiana, che entra in punta di piedi attraverso le materie prime.

A firmare la consulenza gastronomica è Haruo Ichikawa, maestro indiscusso della cucina giapponese in Italia - già premiato con la stella Michelin da Iyo, il primo giapponese stellato a Milano – con il suo approccio rigorosamente tradizionale. Gli ingredienti, selezionatissimi, provengono dal miglior patrimonio ittico e agricolo italiano. Il riccio di mare, il gambero rosso di Mazara del Vallo, le vongole veraci: eccellenze locali che si fanno interpreti di tecniche secolari.

Odachi è un ristorante giapponese autentico ma con un’anima dichiaratamente milanese: una sinergia sottile tra due culture che si incontrano, si ascoltano e si valorizzano a vicenda. Nascosto al piano terra dell’edificio, lo spazio firmato da Patricia Urquiola accoglie gli ospiti in un ambiente ovattato, intimo, disegnato con legni naturali, arredi minimal e luci calde nelle lampade al soffitto, che tanto ricordano le tipiche lanterne. L’idea è di trovarsi negli interni discreti dei ryōtei giapponesi, ma con tocchi di color senape e qualche incursione di design contemporaneo, quasi a evocare uno stile anni ’60. Tutto è calibrato e pensato per creare un’esperienza lenta, raccolta, meditativa.
Il percorso Omakase e l’arte dell’affidarsi

Per chi desidera un’immersione ancora più profonda, anche a tavola, Odachi propone l’esperienza Omakase (letteralmente “mi fido di te”): un percorso di degustazione (di cinque o sette portate) disponibile solo su prenotazione, servito al banco, dove ogni piatto viene deciso sul momento dal Resident Chef Mario Jim Shizukuishi. È un gesto di fiducia, quasi una cerimonia: il cliente si affida, lo chef guida. E ciò che ne nasce è una narrazione fatta di tagli, vapori, salse spennellate con cura, bocconi che raccontano il mare, equilibrio tra sfumature di umami. Il menu è un ventaglio raffinato di consistenze e note bilanciate. Si inizia con il crispy rice, una base croccante che accoglie una tartare di ricciola profumata al sesamo, e uno spiedino di melanzana glassata con miso dolce, delicatamente affumicato.


Poi il piatto simbolo dello chef: wagyu sarada, che unisce il wagyu (nella sua massima qualità A5) alla dolcezza del gambero scottato, le perle saline delle uova di salmone, le alghe wakame e un’acidità calibrata di aceto di riso. Tradizione e creatività si incontrano anche in un piatto ispirato a un antico metodo di cottura giapponese che prevedeva l’immersione delle uova nelle acque termali. Qui si traduce in un uovo pochè avvolto da una crosta sottile di panko, adagiato poi su un fondo di dashi dolce e profumato al tartufo: decisamente un sofisticato comfort food.

La sezione sushi e sashimi è un tributo alla purezza: tagli netti, proporzioni misurate, sapori profondi. Tonno rosso, chutoro marinato nella soia, ricciola ma anche rombo, salmone marinato nel miso, sgombro fiammato. Tra i nigiri spiccano il branzino con foglia di shiso, la ventresca, il gambero cotto, l’alice e il tonno rosso. Tutti da cospargere delicatamente di salsa di soia con l’apposito pennello, proprio come da tradizione. Tra i piatti caldi, una sogliola cotta a bassa temperatura viene servita con una crema di cime di rapa, vongole e una salsa ricca a base di miso e molluschi: un piatto che unisce terra e mare in un equilibrio sorprendente. Il finale dolce non è da meno: la ganache di cioccolato nasconde una spuma leggera di caramello e miso, per chiudere il cerchio con un tocco di umami.



Ad accompagnare le portate ci pensa poi anche la ben studiata carta cocktail, tra spiritualità e stagioni: la drinklist è infatti divisa in capitoli tematici che ruotano attorno a concetti come il culto shintoista, la natura, il passare delle stagioni. Ogni drink è pensato per abbinarsi a piatti con equilibrio e suggestione, grazie anche a una ricca selezione di sake, gin giapponesi, tè e whisky. Odachi è difatti un’esperienza estetica, gastronomica e spirituale. Un luogo dove il tempo si dilata tra l’ospitalità tipicamente italiana e la suggestione orientale, un elegante racconto di come vivere la tavola tra il Giappone e Milano.

CONTATTI
Piazzetta M. Bossi, 2, 20121 - Milano MI
Telefono: 02 305430