Max e Stefano Colombo, gemelli milanesi classe 1976, sono ormai due nomi imprescindibili della scena gastronomica di Barcellona. Da vent’anni nella capitale catalana, hanno rivoluzionato il quartiere Poble Sec — un tempo zona trascurata della città — rendendolo un punto di riferimento per buongustai e appassionati di vino. La loro formula? Cucina italiana autentica, attenzione al prodotto, prezzi accessibili e uno stile informale ma impeccabile.
Xemei e Bar Brutal: le prime due stelle del triangolo
Il loro primo ristorante, Xemei, è un omaggio alla cucina veneziana: piatti come gli spaghetti alle vongole o le sarde in saor sono diventati delle icone cittadine. Poi è arrivato il Bar Brutal, uno dei primi locali al mondo a puntare sul vino naturale in modo radicale. Oggi è una vera e propria mecca per hipster, chef, celebrità e appassionati. Tanto da spingere i Colombo ad aprire un negozio dedicato esclusivamente al merchandising del bar, richiesto da clienti provenienti da tutto il mondo.

Il Super Bar: l’ultimo nato (per caso)
La terza creatura dei fratelli Colombo è il Super Bar, aperto da pochi mesi. Nato quasi per caso — Stefano cercava un magazzino — il locale si è rivelato una gemma. Vetrate ampie, soffitti alti, un lungo bancone e tavoli di legno creano un ambiente che ricorda i ristoranti di Brooklyn. Il design caldo e moderno è ormai un tratto distintivo della “firma” Colombo.
Prodotto stagionale e prezzi accessibili
Affacciato sul Mercato di Santa Caterina, il Super lavora moltissimo con i prodotti freschi e stagionali. “Se arriva una triglia spettacolare, la mettiamo in menu al posto dello sgombro”, racconta Stefano alla testata iberica El Paìs. Tra i piatti forti: tataki di ricciola con brodo al prezzemolo (18 €), butifarra con calçot (12 €), fiori di zucca in tempura (15 €), pancetta alla piastra (12 €) e millefoglie con chantilly (7 €). Tutto sotto i 18 euro: una rarità a Barcellona. Lo scontrino medio resta sui 30 euro a persona.


Una cantina monumentale (condivisa)
Altro punto di forza è la carta dei vini. Oltre 300 etichette in lista, ma in realtà più di 2.000, grazie alla cantina condivisa con il Bar Brutal. Ampia selezione di vini naturali e bottiglie rare, spesso introvabili in ristoranti senza stelle o riconoscimenti all’ingresso. “Il Super segue la stessa filosofia del Brutal: far emergere bottiglie straordinarie in un mercato sempre più affollato”, spiega Stefano.
Clientela varia e spirito di comunità
Una delle cose più affascinanti del Super è la varietà della sua clientela: “Puoi trovare una signora di 80 anni con i capelli blu, skater, avvocati, la macellaia del mercato o uno chef curioso di assaggiare qualcosa di nuovo”. Pranzo e cena sembrano quasi due ristoranti diversi. E anche il personale è coinvolto: i Colombo offrono la possibilità di acquistare quote della società per diventare soci. “È un modo sincero per rafforzare il legame e condividere il progetto”.

Futuro? Meno frenesia, più qualità
Alla domanda sul futuro, Stefano risponde con sincerità: “Voglio rallentare, concentrarmi sul Super e prendermela con più calma. La ristorazione ti prosciuga, ed è ora che cominci a restituirmi qualcosa”. E il nome “Super Bar”? Tutto nasce da una battuta: “Con il mercato lì accanto e l’idea di offrire cibo e vino ‘super’, ci è venuta in mente l’idea del ‘super mercato’… e alla fine è rimasto il Super”, sorride Stefano.