Sotto l'ombra millenaria delle Piramidi, la rivoluzione culinaria di Khufu's infiamma la scena globale.
Il ristorante
Un vento di novità gastronomica soffia dalle rive del Nilo, precisamente da Khufu's, l'avamposto culinario dove la visione audace del ristoratore italiano Giovanni Bolandrini (mente creativa e fondatore del Pier88 Group) e la maestria dello chef Mostafa Seif stanno riscrivendo le regole della cucina egiziana contemporanea. Il loro sodalizio, già consacrato dal titolo di Miglior Ristorante in Egitto e dal prestigioso quarto posto nella classifica dei "50 Best Restaurants in the Middle East and North Africa 2025", ha ora conquistato un ulteriore riconoscimento: il Resy One To Watch Award, proiettando Khufu's nell'olimpo dei "50 Best Restaurants in the World 2025". Col tempo, Bolandrini ha plasmato un'esperienza che celebra la sacralità del luogo, elevando la tradizione culinaria egiziana a nuove vette di raffinatezza; del resto, lo chef Mostafa Seif -partito da un carretto di street food nell'Egitto rurale, per poi farsi strada in prestigiosi indirizzi del Cairo- era già giunto alla consacrazione come Top Chef Middle East nel 2018.

“Nel 2022, quando mi è stata data l'opportunità di aprire un ristorante all'interno del Complesso delle Piramidi di Giza, mi sono chiesto: cosa posso fare qui? Ovviamente non potevo aprire un ristorante italiano: volevo restituire qualcosa al popolo egiziano”, racconta Bolandrini (nato in Calabria, cresciuto a Bergamo e volato all’estero a soli 20 anni) in questa intervista al network 50Best. “Il mio sogno per Khufu's era creare un'esperienza culinaria unica, che unisse l'anima della tradizione egiziana all'ospitalità contemporanea. Credo che tutti mi prendessero per pazzo, dicendo: "Ecco di nuovo l'italiano; prima voleva rivoluzionare la scena dei ristoranti del Cairo, ora vuole rivoluzionare la cucina egiziana". Ma quello che desideravo realmente fare era dare sia alla gente del posto, che al resto del mondo, un motivo per riscoprire questa antica filosofia gastronomica”. L’imprenditore ha in realtà alle spalle numerose esperienze nel mondo della moda a Londra, dove si trasferì lasciando l’Italia giovanissimo; stanco del settore, nel 2008 cambiò rotta aprendo prima Pier88 a El Gouna e successivamente, nel 2016, un’altra sede al Cairo.

Rispetto al format, Bolandrini chiarisce: “Molti chef stanno cercando di tornare alla cucina delle mamme, ma noi abbiamo fatto l'inverso: ci siamo detti: "Ok, prendiamo quello che facevano i nostri genitori e nonni, ma rivisitandolo in uno stile più fresco e leggero. Il nostro obiettivo è preservare tutti gli ingredienti e le tecniche tradizionali, ma presentarli in un modo più adatto al 2025”. Quindi, ad esempio il koshari, un piatto di riso, pasta e lenticchie paragonato dal ristoratore italiano alla nostra “pasta e ceci”, in cui il bilanciamento delle spezie a cura dello chef fa la differenza. Non a caso, Mostafa Seif confessa di aver fatto scoprire a Bolandrini i veri piatti casalinghi della sua terra, quelli eseguiti con sapienza secolare. Così il titolare di Khufu’s ha cambiato idea su una cucina spesso ritenuta troppo “pesante” nella sua versione street food o “commerciale”.

Certo, il cibo è fondamentale, ma l’ospitalità conta altrettanto: “Quando le persone cenano fuori, vogliono emozioni, vogliono storie e vogliono sentirsi bene. È una questione di gusto, ovviamente, ma anche di atmosfera, gentilezza e ospitalità che creano una bella esperienza. Puoi offrire il cibo migliore, ma se non hai una bella storia e la gente non viene, è come costruire una cattedrale nel deserto”, chiosa Bolandrini. Aggiungendo, infine: “Quando hai le piramidi proprio di fronte, l'energia è potente. Ed è nostro compito riprodurre quella stessa emozione nel piatto”.
