Hanno trasformato un semplice ranch con 8 mucche in chalet con 1 Chiave Michelin: la storia di una grande famiglia dell’ospitalità in Colorado.
La storia
C’è un luogo, nascosto tra le vette che sembra uscito dalle pagine illustrate di una fiaba alpina, ma con il respiro aperto delle Rocky Mountains. Un posto dove il legno profuma ancora di bosco e il fuoco di camino racconta storie di famiglie, neve e tavole imbandite. Il suo nome è Sonnenalp, ed è molto più di un hotel: è un’ode alla tradizione bavarese trapiantata con grazia sulle alture americane, un angolo d’Europa che sboccia, con eleganza, a Vail, in Colorado. E se il suo tetto rosso scuro e i camini aguzzi sembrano dipinti con la mano di un illustratore romantico, non c’è nulla di finto in questo rifugio da sogno. Il Sonnenalp non è un’imitazione da cartolina: è un’autentica ambasciata bavarese, guidata dalla stessa famiglia da cinque generazioni, con radici che affondano in un secolo di ospitalità e cuore che batte ancora per la qualità, la bellezza e la cura.

Tutto ebbe inizio nel 1919, tra le colline morbide della Baviera, dove Eleonore e Adolf Faessler diedero vita al primo Sonnenalp Resort, come raccontato dalla Michelin in questo speciale. Era poco più di una fattoria, con otto mucche e una manciata di stanze, ma il seme era piantato. Con il tempo, quell’idea semplice – ospitalità sincera immersa nella natura – si trasformò in un gioiello dell’hotellerie internazionale. Nel 1979, il sogno si allunga fino al Colorado, dove la famiglia Faessler acquista e trasforma il Sonnenalp di Vail, modellandolo con la stessa dedizione riservata alla casa madre. Oggi, la quinta generazione della famiglia guida con fierezza questa oasi di calore e stile, mescolando con sapienza radici e modernità.

Varcare la soglia del Sonnenalp è come entrare in un romanzo illustrato. Le suite, rivestite di legno naturale, sono arredate con mobili artigianali bavaresi, selezionati con amore da Rosana Faessler in persona, che ha diretto l’ultima ristrutturazione con occhio esperto e cuore affezionato. Tartan e porcellane raccontano la storia della famiglia: perfino le tazzine del tè portano impresso il loro passato. Nel ristorante Swiss Chalet, la fonduta troneggia sul menu, e le balaustre incise a mano richiamano motivi folkloristici. In biblioteca, tra divani soffici, applique floreali e un camino acceso, si dimentica il tempo e si impara l’arte del rallentare.

Ma il Sonnenalp non è solo rifugio invernale: anche la stagione estiva ha il suo fascino. Un team interno di guide organizza escursioni tra i sentieri fioriti del Colorado, dove i lupini viola ondeggiano tra i pioppi tremuli. Il Berry Picker Trail, ad esempio, è un percorso apprezzato per chi ama camminare e sudare con vista. Per i più piccoli, il viaggio diventa avventura: sassi da scalare, ruscelli da attraversare e persino una Polaroid in regalo per immortalare ogni scoperta. E quando arriva il mattino, il buffet di Ludwig’s è un rituale da non perdere. Uova, empanadas, blintz e biscotti si allineano come soldatini golosi, ma il protagonista indiscusso è lui: il bacon. Proveniente dalla Brunson Meat Co. di Denver, è affumicato due volte su trucioli di legno di melo e servito in abbondanza. Un sapore tanto indelebile che molti ospiti chiedono che venga spedito direttamente a casa. Una prova concreta che la felicità può anche viaggiare sottovuoto.

Per gli appassionati di golf, il Sonnenalp regala un altro piccolo lusso: aperto da aprile a ottobre, il percorso si snoda tra saliscendi e scorci spettacolari, offrendo una sfida piacevole anche accesso privilegiato al Sonnenalp Club, un campo a 18 buche a venti minuti d’auto dalla struttura. Ai giocatori più esperti. E per chi preferisce attività più rilassanti? Ci sono centro fitness, spa, piscina, tennis e persino pickleball. Un ventaglio di opzioni che rende ogni soggiorno cucito su misura. Non sorprende, allora, che il Sonnenalp abbia meritato la prestigiosa chiave MICHELIN. Non per opulenza o fronzoli, ma per quella forma di lusso sottile e sincero che profuma di legno, sorrisi e memoria. È il riconoscimento di un’ospitalità autentica, costruita su generazioni di cura e passione, dove ogni dettaglio – dalla suite al bacon – è pensato per far sentire l’ospite a casa. O, meglio, in una casa che non vorrebbe più lasciare.