Nel cuore selvaggio della Catalogna, a venti minuti da Girona, sorge un luogo sospeso tra sogno, memoria e avanguardia: Esperit Roca. Nuova gemma della dinastia gastronomica famigliare, questo ambizioso progetto avviato nel 2024 incarna l’equilibrio perfetto fra senso dell’ospitalità e sperimentazione. Una fortezza riconvertita, un panorama che incanta e un’accoglienza che emoziona: qui, tutto parla il linguaggio dell’eccellenza. Ma come sono arrivati, i tre fratelli, ad ampliare così tanto la propria attività nel tempo? Rispondono loro stessi.
Un sogno costruito sulla roccia: com’è Esperit Roca
Partiamo dalla fine, andando alla scoperta dell’ultimo progetto dei Roca. Un tempo castello militare ottocentesco, oggi santuario gourmet: l’edificio che ospita Esperit Roca si erge maestoso sulla montagna di Sant Julià, tra querce da sughero e silenzi spettacolari. Trasformato prima in hotel-museo dal gioielliere Ramón López, è oggi il cuore pulsante di un microcosmo fine dining che include hotel, distilleria, esposizione e due ristoranti.
“È un’avventura che ci tiene vivi,” dice Joan Roca in una recente inervista a 50 Best. E si sente. Le 16 camere dell’hotel sono un invito alla contemplazione: enormi vetrate panoramiche, vasche freestanding, letti avvolgenti, minibar con cioccolato Casa Cacao e birra artigianale. La spa, con jacuzzi all’aperto, regala momenti di puro incanto. Tutto è pensato per immergere l’ospite nel paesaggio, in un dialogo costante tra interno ed esterno, comfort e natura.
A tavola con l’essenza dei Roca
La cucina, come sempre, è il linguaggio con cui i fratelli Roca raccontano il mondo. All’interno dell’hotel, il ristorante riservato agli ospiti propone una colazione sontuosa e cene à la carte che esaltano il territorio con grazia e leggerezza. Ma il vero palcoscenico è Esperit Roca, a pochi passi di distanza: qui va in scena il “best of” del Celler de Can Roca, in un tributo vivente alla loro storia (si pensi che oggi il ristorante 3 stelle Michelin vanta una lista d'attesa di oltre 100.000 persone!). Prima ancora di sedersi a tavola, ci si immerge in un viaggio sensoriale attraverso una mostra multimediale: video, interviste, oggetti iconici, stoviglie d’artista e gadget pionieristici raccontano la genesi di piatti diventati leggenda.
Un tuffo nell’infanzia dei Roca, nei valori di Can Roca e nella visione che ha rivoluzionato la gastronomia mondiale. Dietro un sipario, si cela una “cattedrale del vino” con 80.000 bottiglie curate da Josep Roca. Con le note di Bach in sottofondo, ogni etichetta diventa una storia, un paesaggio, un gesto d’amore per la terra. “Il vino guida la cucina, la ispira,” spiega Josep. E qui, più che mai, lo si comprende.
Giocare con la memoria
Il ristorante Esperit Roca è una celebrazione della memoria gastronomica con un tocco ludico. Piatti iconici come Apple & Foie, Turbot Trilogy, Piccione alla griglia e Old Book vengono rivisitati con ironia e maestria. Il dessert Bosque lluvioso, con i suoi vapori di fungo distillato, trasforma ogni tavolo in un piccolo teatro. Due menù degustazione – Salty Spirit e Sweet Spirit – permettono di esplorare il meglio della cucina dei Roca, con equilibrio tra tecnica, emozione e sorpresa.
Un’ospitalità scolpita nel tempo
Il team, formato da 30 persone per soli 50 coperti, garantisce un servizio attento e caloroso in uno spazio della medesima capienza dell'insegna tristellata. L'accoglienza, del resto, è un'eredità diretta dell’insegnamento dei genitori dei Roca. “Siamo cresciuti in un bar che non chiudeva mai,” ricorda ancora Josep nell'intervista a 50 Best. “Questo significa vedere la 'casa' sempre piena di gente: assorbi il senso dell'ospitalità come fosse il senso della vita. E, a tal proposito, abbiamo imparato molto dalla generosità e dall'impegno, dal sacrificio e dalla perseveranza, dalla cultura e dai valori dei nostri genitori, che sono stati pilastri portanti nell'insegnarci come dare tutto al cliente. Accogliere è la nostra natura.”
Dunque, Esperit Roca non è solo un ristorante. È un manifesto di visione, famiglia e creatività. È il futuro che nasce dalla memoria. Ed è la conferma che, per i fratelli Roca, la vetta non è mai un punto d’arrivo, ma solo un nuovo punto di partenza.
