Il menu, orchestrato con maestria dalla chef Kelly Jolivet, è una celebrazione della cucina francese più classica, arricchita da un tocco di modernità. A nemmeno 30 anni, la Jolivet – forte delle esperienze al Louis XV di Monaco e al Ducasse sur Seine di Parigi – ha saputo reinterpretare i piatti iconici del bistrot con personalità e stile.
Il locale
Nel vivace quartiere di Les Halles, dove un tempo il "ventre di Parigi" evocato da Emile Zola pullulava di sapori e colori, si trova una gemma senza tempo: Benoit Paris. Questo bistrot, che dal 1912 accoglie i bon vivants con il calore della tradizione, è un tuffo nell'eleganza culinaria parigina d'altri tempi. Grazie alla visione di Alain Ducasse, che nel 2005 ha rilevato l'attività donandole una stella Michelin, Benoit è diventato un punto di riferimento assoluto per chi cerca un’autentica esperienza gourmet a prezzi particolarmente accessibili. Entrando nel locale, sembra quasi che il tempo si sia fermato. Le boiserie d’epoca, le banquette di velluto rosso e le vetrate cesellate raccontano la storia di un luogo che ha mantenuto intatto il suo fascino retrò. I camerieri, impeccabili e affabili, danzano tra i tavoli in un’armonia coreografata, offrendo consigli preziosi sui piatti o sui vini, serviti con la stessa cura sia al bicchiere che in caraffa o bottiglia.


Il menu, orchestrato con maestria dalla chef Kelly Jolivet, è una celebrazione della cucina francese più classica arricchita da un tocco di modernità, racconta Sortir à Paris. A nemmeno 30 anni, la Jolivet – forte delle esperienze al Louis XV di Monaco e al Ducasse sur Seine di Parigi – ha saputo reinterpretare i piatti iconici del bistrot con personalità e stile. Tra i piatti leggendari di Benoit figurano il pâté en croûte, le escargots en coquille e il boudin aux pommes, tutti presenti nei tre menu per il pranzo a 32 euro (antipasto/primo piatto o secondo piatto/dessert) e 42 euro (antipasto/primo piatto/dessert), oltre che nel menu à la carte, decorato con disegni festosi degli inizi del ristorante.


Il viaggio prosegue con piatti di carattere, capaci di sorprendere anche i palati più esigenti. Tra questi, la testa di vitello bio in salsa ravigote, delicata e sorprendente, e il sontuoso sauté di animelle di vitello, creste e rognoni di gallo, foie gras e jus di tartufo: un'esplosione di sapori che invita a ripulire il piatto fino all’ultima briciola. Per chiudere in dolcezza, i dessert sono un omaggio alla maestria di Alain Ducasse nel lavorare cioccolato, caffè e gelati. Sebbene le porzioni generose possano mettere a dura prova l’appetito, è impossibile non sognare i profiteroles o il Savarin all’Armagnac, perfetti per concludere una serata da re.

Da oltre un secolo, il motto “Chez toi, Benoit, on boit, festoie, en rois” accompagna la storia di questo luogo iconico. E ancora oggi, entrando da Benoit, ci si sente avvolti dalla stessa magia, pronti a vivere un’esperienza che fonde passato e presente in un piatto stellato.