Il futuro della ristorazione e della produzione alimentare passa anche dalla tecnologia. È questa la riflessione emersa nel corso della prima giornata di FUTURA 2025, il Convegno annuale promosso dagli Ambasciatori del Gusto per esplorare il rapporto tra innovazione e tradizione nell’enogastronomia italiana. Un tema affascinante e complesso, che ha richiamato a Milano esperti, istituzioni, imprenditori e chef per un confronto approfondito sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel settore.
Futura 2025
L’evento si è aperto con una riflessione sul ruolo dell’innovazione nella filiera agroalimentare, con un focus sull’integrazione tecnologica nella produzione e distribuzione del cibo. «L’innovazione e la tecnologia portano con sé opportunità e sfide che dobbiamo affrontare con consapevolezza e spirito critico» ha sottolineato Alessandro Gilmozzi, Presidente dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto. Il dibattito ha messo in luce come l’Intelligenza Artificiale possa offrire strumenti avanzati per migliorare efficienza e sostenibilità, ma al contempo sollevi interrogativi etici e culturali. L’On. Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, ha evidenziato il rischio che l’adozione massiva della tecnologia possa portare a una standardizzazione del gusto, mentre Umberto Callegari, Chairman&CEO Terre d’Oltrepò e Former Microsoft, ha invitato a considerare l’IA come uno strumento da governare con intelligenza: «Più che avere paura della tecnologia, bisogna imparare ad usarla bene».


L’innovazione è anche una questione economica: il contributo di Stefano Bolis di Banco BPM ha posto l’attenzione sulle nuove sfide finanziarie per chi opera nel settore, sottolineando l’importanza di strumenti adeguati per supportare la transizione tecnologica senza perdere di vista le esigenze dei professionisti della ristorazione.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E IDENTITÀ CULINARIA
Un altro tema centrale della giornata è stato il rapporto tra tradizione e innovazione. Come può la tecnologia supportare la sperimentazione in cucina senza snaturare l’identità gastronomica? Andrea Berton, Andrea Aprea e Alberto Gipponi hanno condiviso le loro esperienze sull’utilizzo dell’IA per la creazione di piatti, sottolineando come la tecnologia possa essere un’alleata nella gestione dei processi, ma non potrà mai sostituire la creatività e l’intuizione dello chef.


Anche Davide Cassi, docente di Fisica della Materia all’Università di Parma e pioniere della gastronomia molecolare, ha ribadito l’importanza di un utilizzo consapevole dell’Intelligenza Artificiale: «Possiamo usare l’IA come consigliera, ma dobbiamo sempre mantenere il controllo». La tecnologia, dunque, può ottimizzare processi e ridurre sprechi, ma la sensibilità umana resta insostituibile.
VERSO UN FUTURO SOSTENIBILE
La sostenibilità è stata un altro tema cardine del convegno. L’Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, ha illustrato le strategie regionali per favorire una produzione alimentare innovativa e rispettosa dell’ambiente. La digitalizzazione può offrire soluzioni efficaci per ridurre l’impatto ecologico e ottimizzare le risorse, ma è necessario trovare un equilibrio tra tecnologia e rispetto delle tradizioni locali.

Vincenzo Tanania, Innovation Team Coordinator di PwC Italia ha posto l’accento sull’importanza di un approccio etico alla tecnologia: «Alla base dell’AI ci siamo sempre noi, e ognuno di noi ha un ruolo in questa filiera». La sfida è quindi quella di integrare l’Intelligenza Artificiale nel settore enogastronomico senza perdere di vista i valori fondamentali che rendono unica la cucina italiana.

L’entusiasmo e la partecipazione attiva del pubblico hanno confermato il successo della prima giornata di FUTURA 2025, che ha gettato le basi per ulteriori riflessioni nei giorni successivi. Il futuro della ristorazione sarà inevitabilmente segnato dall’innovazione tecnologica, ma al centro resterà sempre l’empatia e la sensibilità umana, elementi imprescindibili per una cucina autentica e di qualità.