"Perché scegliere tra un pasto di lusso e un hot dog mangiato per strada? Non si può dichiarare la superiorità di un format sull’altro. Entrambi hanno il loro senso, basta che il cibo sia buono”.
La notizia
Durante il Sirha Food Forum, Danny Khezzar, giovane chef stellato del Bayview a Ginevra, ha offerto una prospettiva fresca e rivoluzionaria sulla cucina nell’era della Generazione Z. A soli 28 anni, Khezzar incarna quella nuova ondata di cuochi che, pur mantenendo un forte legame con l’eredità gastronomica classica, si lascia ispirare dalla cultura urbana e dalla modernità, per dare vita a un’esperienza culinaria che va ben oltre il semplice atto del mangiare. Danny Khezzar spiega come il suo percorso formativo, iniziato nelle prestigiose cucine di Michel Roth e Pierre Gagnaire, si sia intrecciato con un’influenza decisamente contemporanea: "Ho imparato la cucina classica nelle più grandi maison, ma sono cresciuto anche con la cultura urbana, la musica e una visione del mondo tutta nuova", ha raccontato durante il congresso, come riporta Food&Sens.

Per lui, non esiste una contrapposizione tra la cucina stellata e la street food: "Perché scegliere tra un pasto di lusso e un hot dog mangiato per strada? Non si può dichiarare la superiorità di un format sull’altro. Entrambi hanno il loro senso, basta che il cibo sia buono”. A sottolineare che la sostanza prevale sempre sulla forma. La sua filosofia è chiara: un piatto deve evocare emozioni, richiamare ricordi, rimanendo al contempo perfettamente ancorato ai tempi moderni. D'altra parte, è vero che in alcuni contesti non si tratta solo di preparare un pasto, ma di creare un vero e proprio spettacolo sensoriale: Khezzar ha introdotto nei suoi servizi una componente teatrale, dove alcuni piatti vengono ultimati davanti agli occhi del cliente, accentuando l’impatto visivo e gustativo. "Un ristorante non è solo un piatto ben presentato, è un ambiente, un'atmosfera, un momento sospeso nel tempo", spiega il giovane chef. La sua strategia si fonda sullo storytelling: ogni creazione culinaria racconta una storia, arricchita da una colonna sonora che ne esalta le radici e il significato, rendendo l’esperienza ancora più coinvolgente.

Danny Kezzar osserva come i giovani della Generazione Z stiano ridefinendo le regole del gioco nella ristorazione. Più connessi e curiosi, richiedono trasparenza, autenticità e un'attenzione particolare all'etica e alla sostenibilità. "I giovani clienti non hanno paura di infrangere i codici; vogliono prodotti locali, ma anche influenze globali, cercano un biologico senza dogmi e una cucina sincera, senza compromessi sul piacere", afferma. In questo scenario, i social media, in particolare Instagram e TikTok, assumono un ruolo fondamentale, non sostituendo l’esperienza in sala, ma fungendo da vetrina che trasmette l’energia e l’essenza di un luogo, invitando il pubblico a vivere un’esperienza completa. Per Khezzar, l’innovazione non significa abbandonare la tradizione, bensì reinventarla.

La sua cucina è un caleidoscopio di sapori e tecniche, in cui l'attenzione al prodotto e l'emozione diventano protagonisti assoluti. Con una mentalità aperta e sperimentale, il giovane chef si posiziona come un facilitatore di esperienze, capace di fondere il meglio del passato con le esigenze di un presente in continua evoluzione. Concludendo con le sue parole, "La migliore cucina è quella che crea connessioni e fa vibrare il cuore", Khezzar ci invita a guardare al futuro della gastronomia come a un viaggio emozionante, dove ogni piatto diventa un ponte tra tradizione e innovazione.