Yasmina Hayek, chef ventottenne, ha trasformato la sua passione in un business vincente. A capo di 24 ristoranti, attualmente ha un solo scopo: quello di far conoscere, fra il Medio Oriente e l’Europa, i sapori del suo paese natale. La forte passione e l’impegno nel preservare la cultura gastronomica libanese le sono valsi il titolo di MENA's Best Female Chef Award 2025.
La notizia
A chiunque relegasse la cucina libanese a hummus, falafel e babaganoush… Yasmina Hayek è pronta a contraddirvi. Con i suoi 24 ristoranti, sparsi tra Medio Oriente ed Europa, la Hayek ha dimostrato che la cultura gastronomica della sua terra è ben di più di tutto, o solo, ciò.

Cresciuta respirando l’amore per il cibo e per la cultura della libanese, inizialmente, Yasmina credeva di essere votata alla medicina, ma è bastato un tirocinio in ospedale per capire che la sua strada non era quella. "La cucina è sicuramente un laboratorio più felice in cui stare. Essere uno chef mescola cibo, arte, scienza, viaggi, apertura e curiosità: è davvero un mondo immenso. Sono cresciuta tra tavole meravigliose, pasti eccellenti e pance felici", racconta a The World 50 Best.

Yasmina, quindi, si diploma all'Institut Paul Bocuse in Francia, frequenta cucine stellate Michelin a Parigi e Copenaghen e consegue un Master in Food Design a Milano presso la Scuola Politecnica di Design. "Ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa di diverso. Sono cresciuta personalmente e ho davvero plasmato la mia personalità e chi sono oggi, incluso ciò che mi piace e ciò che non mi piace dell'industria alimentare".

L’anno della svolta, però, è il 2019, quando la crisi economica e politica del Libano innesta in Yasmina il forte desiderio di celebrare e, soprattutto, di far conoscere la cucina con cui è cresciuta al resto del mondo. "Quegli avvenimenti mi hanno fatto voltare la testa e ho realizzato più che mai l'impatto della preservazione delle nostre radici e del nostro patrimonio culturale. È così che ho iniziato a lavorare nel settore alimentare libanese. Come giovane donna nel settore ho pensato: ‘se non sono io quella che trasformerà e porterà la cultura alimentare locale a un altro livello e la esporterà in tutto il mondo, chi lo farà?’ ".

Così la Hayek inizia ad affiancare la madre Mireille nei ristoranti che già nel 2011 aveva aperto a Beirut. I primi tempi, tuttavia, non sono stati facilissimi, spesso lavorare con i propri familiari complica le cose, ma la forte connessione con la madre e il profondo legame che entrambe hanno per il loro Libano fa sì che ben presto tutto diventi più semplice. "Avevo il mio modo di vedere le cose e c'era un po' di conflitto tra di noi. Avevo ambizioni diverse allora, ma poi ho pensato: 'la cucina di mia madre ha così tanto successo, c'è un motivo per cui le persone amano il suo prodotto e tocca a me trovare una via di mezzo dove incontrarla'. Ora siamo le migliori partner che si possano immaginare, amiamo lavorare insieme. Mia madre ha costruito questa attività da sola come cuoca casalinga e autodidatta. Ora, la mia sfida è portare tutto ciò a un altro livello e rendere quello che ha realizzato ancora più grande e migliore".

A quanto pare la giovane ventottenne c’è riuscita, tanto da ricevere il riconoscimento di Best Female Chef 2025 (Miglior chef donna) by Middle East & North Africa’s 50 Best Restaurants per il quale verrà premiata il prossimo 28 gennaio ad Abu Dhabi. “Sono incredibilmente grata di ricevere il premio MENA's Best Female Chef Award di quest’anno. Questo riconoscimento non è solo per me, ma per tutti coloro che lavorano presso Em Sherif e condividono lo stesso impegno per le nostre radici e la passione per il nostro mestiere. Per me, cucinare è più che il cibo che prepariamo: si tratta di creare uno spazio in cui le persone si sentano benvenute, apprezzate e a casa, indipendentemente da dove provengano o dove si trovino. In un mondo che può sembrare diviso, credo che il cibo sia un ponte e non un cuneo, è un privilegio avere l'opportunità di condividere i sapori della mia eredità", confida.

Per gestire i ristoranti la Hayek è affiancata da un affiatato e competente team. I 24 locali - 4 di proprietà diretta in Libano e 20 in franchising- comprendono diversi marchi come Em Sherif Restaurant, Em Sherif Café, Em Sherif Sea Café ed Em Sherif Deli. Ogni nuova apertura e ristorante necessitano di duro lavoro e analisi di mercato per poter adattare la proposta identitaria alla clientela locale.

Questo aspetto è fondamentale per Yasmina; l’ha compreso e interiorizzato fin dai primi passi mossi come imprenditrice, quando ha inaugurato il primo ristorante europeo a Londra da Harrods. "È stata una sfida! È stata la mia prima apertura e ho imparato molto. Un portafoglio così ampio è sicuramente impegnativo, ma il nostro team sta crescendo, ci stiamo sviluppando come una famiglia, non come una catena. Siamo coinvolti in ogni ristorante; viaggiamo per ogni inaugurazione e curiamo ogni fase del percorso, è necessario personalizzare l’offerta senza perdere l’identità. Lo scorso ottobre per l'inaugurazione del locale in Oman ho pensato a un piatto di mashboos con aragosta omanita e un hrisseh su misura, i piatti creano un ponte tra le culture. Il cibo non riguarda solo ciò che si trova nel piatto, è anche tutto ciò che lo accompagna. È la musica, è ciò che si sente, si tocca e, persino, ciò che si vede su uno schermo. È tutto ed è quello che facciamo".

Lo scorso anno la Hayek ha inaugurato anche un ristorante con gastronomia nel New Star Co Building di Beirut, un locale aperto tutto il giorno dove gustare caffè speciali, panini, insalate, mezze e dessert. "Ho sempre pensato che ci fosse una mancanza nella categoria “gastronomia” per il cibo libanese quindi ho voluto creare un luogo dove si potesse assaporare un panino con calma, lavorare al PC con un caffè o fare un salto dopo l'allenamento. Organizziamo anche feste con DJ che suonano vinili sopra i frigoriferi con shawarma che gira sul retro. In questo spazio siamo in grado di raggiungere una clientela diversa da quella che abbiamo a Em Sherif: una clientela più giovane e alla moda. C'è una grande mancanza di consapevolezza nei confronti del cibo libanese, ma sono felice di invitare chiunque nelle nostre cucine per vedere quanto tempo ci vuole per preparare ogni singolo piatto. È molto laborioso, ci sono ore e ore di preparazione. Ho la sensazione che il modo in cui i ristoranti libanesi si sono marchiati non sempre rifletta la nostra cultura. È questo che voglio mostrare al mondo. Voglio mostrare la parte bella del Libano, il Libano in cui sono cresciuta. Sono così grata di avere il privilegio di lavorare nell'azienda di famiglia. Amo quello che faccio e sono emozionata ogni singolo giorno che vado al lavoro. È qualcosa che augurerei a tutti".