“Cucino quello che mi piace mangiare, non sto cercando di impressionare. Il mio obiettivo è creare piatti che vorrei assaggiare io stessa. Non bisogna preparare determinati cibi per compiacere gli altri a tutti i costi, ma per restare fedeli al proprio io”.
La notizia
Durante il festival Gastromasa, tra gli applausi e l’entusiasmo del pubblico, Nieves Barragán accoglie i presenti con una calma magnetica. Le sue parole, scelte con cura, raccontano una storia che intreccia radici profonde e una visione culinaria proiettata verso l’infinito. “La cucina è la mia storia, ma è anche quella delle persone che mi accompagnano nel percorso e per cui cucino” afferma la chef, con una passione che emerge da ogni frase.
"La mia avventura è iniziata nella cucina di casa, accanto a mia madre" ricorda Nieves, trasportandoci in un passato fatto di sapori e tradizioni. Cresciuta in Spagna, in una famiglia dove preparare pasti significava prendersi cura degli altri, ha imparato a riconoscere il valore degli ingredienti e l’arte dell’armonia tra i sapori. Le sue giornate ruotavano attorno alla cucina, punto focale della vita domestica e luogo dove le emozioni trovavano espressione nei piatti preparati.
Tuttavia, la curiosità di Nieves andava ben oltre le mura di casa. A 18 anni, con un diploma in design grafico e molte incertezze sul futuro, decide di trasferirsi a Londra per un’esperienza di un anno. Ma quello che doveva essere un breve intermezzo si trasforma in una vera e propria svolta. “Ho avuto l’opportunità di lavorare con Nico Ladenis, e in quel momento ho capito che la gastronomia era un universo da esplorare”. Così, da una tradizione familiare, la passione si è evoluta in una vocazione guidata dalla curiosità e dalla voglia di crescere.
Per Nieves, il calendario non è un limite, ma una costante fonte di ispirazione. “Ogni stagione è come l’inizio di un nuovo capitolo” dice. Nel suo approccio, la natura non è solo la cornice, ma il motore della sua creatività. Riflette e pianifica i piatti in sintonia con i prodotti che la terra e il mare offrono nei vari momenti dell’anno. “Quando cambiano gli ingredienti, cambia anche la cucina” spiega, rivelando un legame profondo con la stagionalità.
Questo rispetto per la natura è accompagnato da una connessione diretta con i suoi fornitori, che considera veri alleati creativi. "Parlo con loro, ascolto i loro consigli. È dalle loro mani che nascono spesso le mie idee". Racconta con entusiasmo di come un pescivendolo le abbia ispirato un piatto con gamberi freschissimi, trasformando un incontro casuale in un’opera d’arte gastronomica. Nei suoi piatti, come il riso nero o i gamberi fritti accompagnati da un uovo al tegamino, troviamo non solo la sua storia, ma anche la volontà di creare una connessione autentica con chi assapora le sue proposte. Per lei, il cibo deve parlare un linguaggio sincero, senza fronzoli o artifici.
Anche nel suo ristorante, Sabor, ogni dettaglio riflette la sua identità. Dall’asador, che propone piatti rustici e confortanti, al bancone, dove sperimenta creazioni moderne, ogni angolo è una dichiarazione di intenti. "Non si tratta solo di preparare cibo, ma di offrire esperienze che rispecchino chi sei davvero".
“La cucina non è una corsa alle stelle Michelin. È un viaggio di trasmissione e autenticità”. Con queste parole, Nieves esprime una visione ben definita del futuro. Non cerca la fama, ma punta a lasciare un segno attraverso la formazione delle nuove generazioni. “Non seguite le mode, seguite voi stessi”, consiglia ai giovani chef, sottolineando l’importanza di coltivare una propria identità. E ancora: “Cucino quello che mi piace mangiare, non sto cercando di impressionare. Il mio obiettivo è creare piatti che vorrei assaggiare io stessa. Non bisogna preparare determinati cibi per compiacere gli altri a tutti i costi, ma per restare fedeli a sé stessi. È quell’autenticità che le persone sentono e che le spinge a tornare”.
Per lei, viaggiare è stata una scuola fondamentale, e invita chiunque voglia intraprendere questa carriera a esplorare culture diverse per arricchire il proprio bagaglio. “La cucina è un dialogo, non un monologo. Dobbiamo imparare dagli altri, ma anche dare qualcosa in cambio".
“La cucina è infinita. Non ci si annoia mai", conclude Nieves, con quel sorriso che sembra racchiudere tutto il senso della sua avventura. Ogni piatto, ogni ingrediente, ogni incontro alimenta la sua creatività, rendendo il mestiere di cuoca una scoperta continua. “Cucinare è creare, condividere e non smettere mai di imparare”.
Con questa frase, si alza e saluta con uno sguardo complice, lasciando l’impressione che, dietro ogni piatto, ci sia una storia autentica e un’emozione genuina, pronta a essere condivisa.
