Antonino Cannavacciuolo, figura iconica della cucina italiana, si è affermato come uno dei protagonisti assoluti della Guida MICHELIN Italia 2025. Durante la cerimonia per la 70a selezione italiana, tenutasi al Teatro Comunale Pavarotti Freni di Modena, lo chef campano ha ottenuto due nuove stelle MICHELIN per i ristoranti Laqua by the Lake e Le Cattedrali. A coronare la serata è arrivato anche il prestigioso riconoscimento Chef Mentor Award, assegnato da Blancpain per la capacità di ispirare e formare le nuove generazioni di chef.
Un sogno che diventa realtà
Visibilmente emozionato, Cannavacciuolo ha raccontato come questo traguardo rappresenti la realizzazione di un sogno coltivato sin dall’infanzia. “Trent’anni fa mi vedevo già qui”, ha dichiarato. Non si aspettava, però, il riconoscimento di Chef Mentor: “Ma ci speravo, visto il lavoro che in questi anni ho fatto con i miei ragazzi. Gli ho dato sempre la massima fiducia, e loro l’hanno ripagata al meglio. Sono davvero grato e felice”, racconta al magazine online della guida Michelin. Con uno sguardo al passato, ha dedicato il premio ai tanti giovani che si sono formati nella sua cucina a Villa Crespi negli ultimi 25 anni. Lo chef ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra, affermando che uno degli elementi chiave del suo approccio è saper ascoltare e valorizzare ogni membro del team. “In cucina non ci sono ragazzi, ma uomini”, ha concluso con orgoglio.
La visione di Cannavacciuolo: famiglia, passione e onestà
Il riconoscimento come Chef Mentor celebra non solo l’abilità culinaria di Cannavacciuolo, ma anche il suo ruolo di maestro e guida. Alla domanda su quali valori siano fondamentali per intraprendere la carriera di cuoco, lo chef ha posto l’accento su tre pilastri: famiglia, onestà e cura delle persone. Per lui, cucinare è una responsabilità da affrontare con serietà e dedizione.
L’evoluzione del Fine Dining
Secondo Cannavacciuolo, il fine dining si sta evolvendo insieme alla crescente consapevolezza del pubblico. Oggi, i clienti sono più informati e attenti, con una sensibilità particolare verso il benessere e la sostenibilità. Questo richiede ai professionisti della ristorazione un livello di competenza sempre più alto per soddisfare le aspettative di un pubblico esigente e preparato. Nonostante il successo imprenditoriale, Cannavacciuolo si definisce prima di tutto un cuoco. Ha riconosciuto che il suo percorso imprenditoriale è stato reso possibile grazie al supporto di persone valide che lo hanno accompagnato e continuano a sostenerlo. Per lui, il cuore del mestiere resta la cucina, dove ha trovato la sua vera vocazione.
La vocazione all’insegnamento
Cannavacciuolo ha sempre mostrato una naturale predisposizione a trasmettere il suo sapere. Fin da bambino, come raccontano i suoi genitori, amava aiutare e indirizzare gli altri. Questa inclinazione si è trasformata in una parte centrale del suo lavoro: aiutare i collaboratori a crescere lo rende appagato e felice. Essere una guida è un valore che vuole preservare e trasmettere. Formare le nuove generazioni di cuochi non è un compito semplice. Cannavacciuolo ritiene che la passione sia l’elemento imprescindibile per affrontare i sacrifici che il mestiere richiede. Solo chi ama profondamente il proprio lavoro può comprendere fino in fondo le sfide e le soddisfazioni che esso comporta.
La cucina a scuola: una necessità
Lo chef si è dichiarato completamente d’accordo con Giancarlo Perbellini sull’importanza di insegnare manualità culinaria e tradizioni gastronomiche nelle scuole. Per Cannavacciuolo, la cucina è un’arte artigianale che deve partire dalle basi per costruire risultati straordinari. Oggi più che mai, formare i giovani è essenziale per il futuro del settore.
Il maestro di vita e cucina
Tra i tanti maestri che hanno influenzato la sua carriera, Cannavacciuolo indica il padre come il suo mentore più significativo. “Mi ha insegnato a credere nei sogni e a rispettare le idee altrui”, ha raccontato con gratitudine. Questo insegnamento è diventato un pilastro della sua filosofia lavorativa e personale. E questo premio, conclude, è un simbolo di un percorso condiviso, fatto di dedizione, sacrificio e passione.