Creatività, estro, ma anche confronto e riflessione sulla figura del personale di sala all’evento B2B organizzato da CHIC a Rimini. Com’è andato In The Kitchen Tour 2022.
L'evento
Una scintillante serata di metà giugno in riva al mare, in una delle location più esclusive dell’Emilia-Romagna, è stata la premessa della seconda tappa di “In The Kitchen Tour 2022”, il circuito B2B creato dall’Associazione Charming Italian Chef con lo scopo di far incontrare chef, gelatieri e pasticceri con le eccellenze gastronomiche del territorio.Domenica 12 giugno, infatti, sulla spiaggia del Grand Hotel di Rimini sette chef si sono divertiti a proporre le loro creazioni in omaggio al territorio emiliano-romagnolo. Gli ospiti dell’evento hanno potuto degustare eccellenze culinarie e vitivinicole nell’atmosfera di vivacità e di spensieratezza della più tipica ospitalità romagnola. Il primo beach party della stagione riminese ha avuto un seguito, il giorno successivo, nei giardini del prestigioso Hotel, dal 1994 monumento nazionale e culla della Dolce Vita felliniana, con una vera e propria jam session culinaria.
All’ombra degli alberi secolari del rigoglioso giardino decine di chef per lo più del territorio, ma non solo, hanno incontrato ben 28 aziende regionali e dato sfogo alla propria creatività proponendo piatti con prodotti di nicchia, nuovi e spesso anche per loro inesplorati. Una giornata trascorsa all’insegna del confronto, in cui indiscusse protagoniste sono state la curiosità di conoscere e di scoprire nuove realtà.
Il Resident chef dell’hotel Claudio Di Bernardo e il Vicepresidente di CHIC Andrea Alfieri, Chef di Da Noi In e del Magna Pars L’Hotel a Parfum di Milano, hanno aperto i lavori del The Kitchen Tour 2022, che dopo tre anni torna a Rimini, accogliendo colleghi e professionisti della ristorazione per un incontro all’insegna della crescita e dell’inclusione. Gli chef, dopo l’incontro con i produttori presenti e il racconto dei loro prodotti e le loro storie, si sono destreggiati tra i banchetti “facendo la spesa” per creare piatti istintivi con le eccellenze locali. Luppolo, fiori eduli, bacche, caviale, formaggi sono solo alcune delle perle proposte, che gli associati di CHIC hanno poi cucinato su piastre, fuochi e BBQ facendosi trasportare dal luogo e dalla loro ispirazione.
Terminata la parte più conviviale e creativa chef, addetti al settore e imprenditori si sono ritrovati per una chiacchierata informale dove hanno affrontato il tema cruciale e di estrema attualità della centralità della sala, della formazione e della difficoltà di reclutare personale nel settore dell’ospitalità. Dagli interventi è emerso il crescente disequilibrio tra sala e cucina e la proposta che ha riscosso l’approvazione generale è stata quella di coinvolgere nei prossimi eventi di CHIC rappresentanti della sala per dare loro maggiore visibilità, coinvolgimento e gratificazione. Per riuscire nell’obiettivo, a parere di tutti, è fondamentale rendere appetibile tale lavoro non solo puntando su fattori assodati come contratti, reddito adeguato e soddisfazione personale, ma riconoscendogli un vero e proprio status sociale.
Trovare personale qualificato in questo settore risulta sempre più difficile, anche di fronte a proposte allettanti a livello economico. Un problema globale questo, rilevato anche da Stefano Masanti, Presidente di CHIC, in collegamento dalla California dove lavora sei mesi l’anno. Masanti ha ribadito che anche oltreoceano si incontrano grandi difficoltà nel reclutare queste figure. Giuseppe Cappiello, Professore Associato di Management presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna e attento conoscitore del territorio locale e del settore dell’ospitalità presente al dibattito, ha sottolineato: “La qualità del personale va considerata al pari delle altre risorse del settore dell’ospitalità. È necessaria una grande cura nella ricerca, come già avviene nella selezione delle materie prime. Nel mondo del lavoro di oggi dobbiamo pensare a rendere attrattiva la figura degli operatori di sala; solo così è possibile indurre le persone ad essere disposte a fare (anche) dei sacrifici. Occorre cambiare prospettiva, creando un punto d’avanguardia ponendo la libertà al centro dei rapporti personale-datore di lavoro: assecondando la possibilità di esprimersi e garantendo il rispetto reciproco.”
Una considerazione, quella del Professor Cappiello, maturata negli ultimi anni attraverso numerose ricerche condotte sul territorio, in particolare dopo lo scoppio della pandemia. Cappiello ha riscontrato difatti maggiori difficoltà nei ristoratori legati ad una realtà esclusivamente locale, evidenziando la necessità di osservare attentamente anche gli altri settori e anticipare le tendenze, scrutando in modo critico la realtà a partire da un piccolo gruppo di avanguardie.