Formatosi a Firenze e arrivato a primeggiare fra i concorsi internazionali, oggi è eletto numero uno da un prestigioso network: Simone Giorgi racconta la sua visione moderna di ospitalità, senza dimenticare l’accoglienza tradizionale.
La notizia
Tra il profumo delle rive dell'Arno e le frenetiche giornate milanesi, Simone Giorgi è oggi un'icona dell'hospitality internazionale. Fiorentino doc, Giorgi è recentemente stato insignito del titolo di “Hotelier of the Year” dal network Virtuoso, durante la Travel Week di Las Vegas, un evento chiave per l'industria del lusso. Un riconoscimento che ha toccato il suo cuore, tanto da fargli versare qualche lacrima di gioia quando, a Palazzo Vecchio, ha ricevuto l'omaggio della sua città.
Giorgi ha iniziato il suo percorso formativo proprio a Firenze, frequentando l'Istituto Alberghiero Aurelio Saffi. Ma è stato all’Enoteca Pinchiorri, tempio della gastronomia toscana, che ha trovato l'ispirazione per una carriera fatta di dedizione e sacrifici. In seguito, il suo viaggio lo ha portato dalla Svizzera all'Inghilterra, fino agli Stati Uniti, dove ha perfezionato la sua formazione alla Cornell University.
“Mettere le persone al centro”, afferma Giorgi (intervistato qui da La Nazione) è la chiave del suo successo. In un’epoca in cui intelligenza artificiale e digitalizzazione avanzano a grandi passi, lui si distingue proprio per un approccio umano: costruire legami autentici con ospiti e collaboratori è il segreto che, a suo avviso, rende un hotel un luogo speciale. È un messaggio che ribadisce spesso ai giovani aspiranti al settore dell'ospitalità: "Meno virtuale, più reale. Viaggiate, fate esperienze, confrontatevi. È così che si cresce".
Oggi Giorgi dirige il Park Hyatt di Milano, uno degli hotel più esclusivi della città, ma il suo legame con Firenze rimane indissolubile. “Ogni traguardo lo dedico anche alla mia città,” confessa, descrivendo con orgoglio le sue radici...e il suo tifo per la Fiorentina!