“Mi piacerebbe vedere un percorso verso la legalizzazione per gli immigrati: non possiamo generalizzare sul tema, la maggior parte dei lavoratori della mia cucina viene dall’estero”. Lorena García riflette sulla carenza di staff e le delicate condizioni di chi cambia paese per cercare fortuna in America.
La notizia
Lorena García, imprenditrice venezuelana e chef di successo, non è solo un volto noto della televisione culinaria negli Stati Uniti, ma anche una fervente sostenitrice dei diritti degli immigrati. Da oltre trent'anni, vive e lavora negli Stati Uniti, dove ha conquistato il pubblico con la sua cucina e la sua dedizione. Protagonista di numerosi show televisivi, proprietaria di ristoranti in tutto il Paese, tra cui il noto Chica a Miami, García si è affermata anche come attivista contro l’obesità infantile e la malnutrizione.
Durante una recente intervista, García ha affrontato temi delicati come l’immigrazione, la regolamentazione delle armi e l'importanza di partecipare attivamente alle elezioni. Politicamente indipendente, non ha rivelato a chi andrà il suo voto alle imminenti elezioni presidenziali, ma ha sottolineato con passione l'importanza del diritto di voto: “Non importa per chi si vota, l'importante è votare”. Uno dei temi più cari a Lorena García è l’immigrazione. Nel suo ristorante, racconta, la maggior parte dei lavoratori sono immigrati, una realtà che le sta particolarmente a cuore. Per questo, non nasconde il suo desiderio di vedere una maggiore apertura da parte del governo verso i lavoratori di origini estere che, come lei, contribuiscono attivamente alla società americana. “Mi piacerebbe vedere un percorso verso la legalizzazione. Non possiamo generalizzare sull’immigrazione quando questo Paese è stato costruito dagli immigrati”, afferma decisa ai microfoni di elpais.com.
Oltre a questo, García ha parlato di un altro tema che la tocca da vicino: il controllo delle armi. Madre di un bambino di otto anni, ha espresso il suo timore ogni volta che lo porta a scuola, riflettendo su come la facilità di accesso alle armi negli Stati Uniti metta in pericolo le vite di giovani innocenti. “Ogni volta che accompagno mio figlio a scuola, provo angoscia”, ammette. García crede fermamente nella Costituzione degli Stati Uniti, ma sente anche la necessità di una regolamentazione più severa in merito all’uso delle armi. La chef vede nella gastronomia un mezzo potente per costruire ponti in una società sempre più polarizzata. “A tavola i muri crollano, e possiamo avere conversazioni oneste”, dice con convinzione. Per García, l’esperienza condivisa del cibo crea un ambiente unico dove le persone possono connettersi, mettendo da parte le differenze. La sua visione della gastronomia come strumento di connessione e dialogo riflette la sua filosofia di vita e la sua speranza per un futuro più inclusivo.
Lorena García ha visto con i suoi occhi l’evoluzione della cultura culinaria latina negli Stati Uniti. “Quando ero più giovane, avere un accento era un ostacolo. Oggi è ciò che mi rende speciale e mi permette di rappresentare la cultura latina in televisione”, racconta con orgoglio. Secondo lei, la presenza latina è diventata sempre più forte in tutti i settori, e la cucina è uno dei mezzi principali attraverso cui questa cultura si fa conoscere e apprezzare. Attraverso la sua organizzazione Big Chef, Little Chef, García lavora con le scuole pubbliche a basso reddito per insegnare ai bambini l’importanza di una sana alimentazione. Per lei, la consapevolezza alimentare deve partire dall’infanzia: “I nostri bambini sono il futuro, e dobbiamo insegnare loro a mangiare cibi sani”, afferma. La chef è anche coinvolta in iniziative volte a sradicare la fame infantile negli Stati Uniti e sogna un futuro in cui tutti i bambini possano avere accesso a pasti gratuiti, anche durante l’estate quando le scuole sono chiuse.
Con il suo carisma e la sua determinazione, Lorena García continua a lasciare il segno non solo nel mondo culinario, ma anche nella società americana, promuovendo un cambiamento positivo attraverso il suo impegno per l’immigrazione, la regolamentazione delle armi e l’alimentazione sana.