La regina delle torte britannica racconta la sua idea di cucina libera, vivace e rilassata, contro l’ansia da prestazione del piatto perfetto.
La pasticcera
Kim-Joy, la talentuosa finalista di The Great British Bake Off 2018, ha conquistato i cuori con le sue creazioni dolci ispirate agli animali, ma sorprendentemente non si considera una perfezionista. Nonostante l'attenzione per i dettagli sia evidente nelle sue opere, l'obiettivo di Kim-Joy è evitare la pressione di raggiungere la perfezione assoluta, un aspetto che spesso può portare a sensazioni di inadeguatezza. Per lei, infatti, il perfezionismo non è sinonimo di cura, ma di un'esigenza interna che porta a non essere mai soddisfatti, una trappola mentale che può avere conseguenze sul proprio benessere emotivo. "Anche se realizzi qualcosa di quasi perfetto, poi pensi di dover fare meglio la prossima volta", confida Kim-Joy all'Independent, sottolineando come il perfezionismo possa alimentare pensieri negativi e minare l'autostima.

Questa consapevolezza la guida a rimanere fedele a una visione più giocosa della pasticceria, quella che invita a connettersi con il proprio "bambino interiore", lasciando spazio alla creatività e accettando l'imperfezione. Il suo quinto libro di ricette, Bake Joy, ruota proprio intorno a questo concetto: il piacere di cucinare senza l'ossessione della precisione, abbracciando il caos che a volte può derivare da un errore in cucina. Con un background in psicologia, Kim-Joy integra perfettamente le sue conoscenze nel campo della salute mentale con la sua passione per la pasticceria. Prima di partecipare a Bake Off, lavorava come operatrice del benessere psicologico e ha conseguito un master in psicologia. Questa formazione la aiuta non solo a elaborare il suo rapporto personale con la cucina, ma anche a trasmettere un messaggio di cura della propria salute mentale attraverso il cucinare.

Kim-Joy non ha mai nascosto le sue sfide personali. Nel 2021 ha condiviso su Instagram la sua esperienza con la depressione e gli antidepressivi, sottolineando l'importanza di essere vulnerabili e di parlare apertamente delle proprie difficoltà. Per lei, ascoltare le storie altrui e condividere la propria fragilità è una forma di forza. Questo approccio aperto e inclusivo si riflette anche nelle sue ricette, dove l'errore e l'imperfezione diventano parte del processo creativo. Le sue creazioni pasticcere spesso hanno una vena giocosa, come i suoi famosi biscotti a impronta digitale che ricordano una foresta magica, o le meringhe con occhi espressivi. Kim-Joy trae ispirazione dal mondo dei bambini, affascinata dalla loro libertà di pensiero e creatività, che spesso le offrono prospettive uniche.

Il messaggio è chiaro: la cucina non deve essere un’impresa stressante, ma un'esperienza di divertimento e scoperta. Anche se una torta al cioccolato dovesse sbriciolarsi, Kim-Joy è pronta a trasformare quel “fallimento” in una nuova opera, come decorare la torta con maialini di marshmallow che sembrano mangiarne pezzi. È proprio l'imprevedibilità a rendere la pasticceria così interessante: un po’ di scienza, un po’ di caos. Quindi, se qualcosa va storto in cucina, come scones che si inclinano in modo strano o ciambelle non perfettamente uniformi, la filosofia di Kim-Joy ci insegna a prenderla con leggerezza: “Non importa, perché sarà comunque buono da mangiare”. E forse è proprio questo il segreto: trovare una ricetta che ci piaccia, divertirsi a prepararla, e abbandonare l'idea di dover essere perfetti a ogni costo.
