Nonostante l'opportunità di crescere in un ambiente privilegiato, Jamie è deciso a far sì che il figlio Buddy si guadagni da solo il proprio posto nel mondo della cucina.
L'opinione
Jamie Oliver, il celebre chef britannico, ha condiviso un punto di vista piuttosto inaspettato sulla crescita dei suoi figli. Nonostante il suo successo e la vita agiata che ha potuto garantire alla sua famiglia, Oliver crede fermamente nell’importanza delle difficoltà come parte integrante del percorso verso la maturità e il successo. Parlando con la rivista Essex Life, il 49enne ha rivelato che desidera che i suoi cinque figli – Poppy Honey, Daisy Boo, Petal Blossom, Buddy Bear e River Rocket – affrontino con coraggio sfide e momenti di ansia, convinto che siano elementi fondamentali per forgiarsi nel mondo reale.
Secondo lo chef, la vita non è "facile o lineare", ma piuttosto un "calderone di emozioni" che ci mette alla prova e ci stimola a dare il meglio di noi stessi. L'ansia e la preoccupazione, per Oliver, non sono ostacoli da evitare, ma parte integrante del crescere e migliorare, una tensione che ci spinge ad eccellere, specialmente quando si è giovani. È proprio attraverso queste sfide che, secondo lo chef, si crea una solida base per il futuro, non solo dal punto di vista professionale, ma anche emotivo e personale. Jamie sottolinea che la sua visione della vita non è solo teorica, ma viene messa in pratica con i suoi figli. E questo approccio è particolarmente evidente con il figlio Buddy Bear, che a soli 13 anni sta già seguendo le orme del padre con uno show di cucina tutto suo, "Cooking Buddies", in onda sulla BBC. Questo programma, nato dal successo del giovane su YouTube, è prodotto dalla stessa azienda di media di Jamie Oliver e include la partecipazione della famiglia, in particolare di Buddy.
Nonostante l'opportunità di crescere in un ambiente privilegiato, Jamie è deciso a far sì che Buddy si guadagni da solo il proprio posto nel mondo della cucina. In passato ha dichiarato con fermezza che il figlio non vivrà della sola fama di famiglia, ma si "guadagnerà il suo mestiere" come chiunque altro. La sua filosofia è chiara: le difficoltà sono il vero banco di prova per chiunque, anche per chi è cresciuto sotto i riflettori. Secondo Jamie, il vero apprendimento nella cucina non riguarda solo la tecnica, ma anche l’esperienza diretta con agricoltori, pescatori e produttori. È attraverso questo contatto con le persone e le materie prime che si diventa non solo chef, ma anche narratori del cibo, capaci di raccontare storie e di creare esperienze.
Jamie Oliver non è nuovo a parlare di sfide personali. Lo chef ha condiviso più volte le sue difficoltà durante l'infanzia, in particolare la sua esperienza con la dislessia, diagnosticata quando era ancora alle scuole elementari. In diverse occasioni, ha parlato con franchezza delle difficoltà che ha incontrato nel percorso scolastico e di come abbia dovuto trovare strade alternative per raggiungere i suoi obiettivi. In un recente post su Instagram, rivolgendosi ai giovani che stavano per ricevere i risultati degli esami GCSE, Jamie ha voluto rassicurarli, ricordando che i voti non definiscono il loro valore e che ci sono molti modi per ottenere il successo nella vita. "Non lasciare che i risultati ti definiscano", ha scritto lo chef, condividendo un messaggio di speranza e resilienza. Ha ricordato come la sua dislessia gli abbia insegnato che esistono percorsi alternativi e che l'intelligenza può manifestarsi in forme diverse.
Il messaggio di Jamie è chiaro: le difficoltà, che siano esami scolastici o sfide personali, fanno parte della vita e non dovrebbero essere evitate o temute. Al contrario, è proprio attraverso questi momenti che si impara e si cresce. Anche per i suoi figli, nonostante la fortuna e il successo che li circondano, Jamie desidera che imparino a lottare e a confrontarsi con le proprie ansie, perché è solo attraverso il superamento delle difficoltà che si può veramente apprezzare il valore delle proprie conquiste.