Lavoro e dedizione: sono i segreti di Albert Adrià per raggiungere il successo, che non è fatto solo di inventiva, ma anche di tante ore di sacrificio e uno staff 100% “sul pezzo”.
Lo chef
“Non dirmi quanto talento possiedi, dimmi quanto lavori sodo”, affermava Arthur Rubistein. Nel caso degli Adrià, il talento non è certo cosa secondaria; tuttavia, il secondogenito Albert -uno degli chef che hanno contribuito a scrivere tra le più importanti pagine della gastronomia spagnola e mondiale- non ha mai nascosto di essere un gran lavoratore. Anche oggi, con quasi quarant’anni di carriera alle spalle, innumerevoli riconoscimenti ed esperienze, non allenta la presa e continua a lavorare con la passione e la tenacia che da sempre lo contraddistinguono. Ora il suo regno è Enigma, locale inaugurato nel 2016, che nel corso degli anni ha cambiato più volte concept, pur essendo recentemente tornato "alle origini" del ristorante incentrato sulla pura e semplice materia prima- lascia intendere lo stesso Adrià.
“Enigma è prima di tutto un'insegna con prodotti di stagione, che vanno ben oltre le quattro stagioni. Il nostro menù viene creato mese per mese seguendo il ciclo naturale degli ingredienti che troviamo nei mercati, ai quali applichiamo tutte le conoscenze tecniche che abbiamo, ma sempre al servizio del prodotto stesso. Modifichiamo il nostro degustazione in base al ricambio dei generi alimentari, lasciando fisse alcune elaborazioni creative che rimangono tutto l'anno; il resto viene però incorporato o eliminato, in modo che quando tornerete potrete provare ricette nuove e diverse”, si legge sul sito del ristorante. Un approccio culinario che prevede, inevitabilmente, continua ricerca, estremo impegno e numerose ore di lavoro.
“Siamo un team di 55 persone che si adopera per ospitare 40 clienti con una proposta di menù degustazione di circa 32 preparazioni. La ciclicità dei prodotti scandisce la nostra offerta e ci piace avere uno stile identitario”, ha raccontato lo chef in una rcente intervista a “Con mucha gula”.
Un professionista estremamente dedito al suo lavoro e con una passione così radicata che nel 2023, sul palco di Identità Golose, dichiarò: “Pensavo che non avrei mai più cucinato, perché temevo il futuro mi avrebbe messo di fronte ad altre incombenze. Invece, sono tornato in cucina e oggi sto lì tutti i giorni, a spadellare senza sosta”. E senza mai adagiarsi sugli allori, aggiungiamo noi. Un anno dopo, le cose non sono cambiate e chef Adrià continua a dedicare anima, mente e corpo alla sua cucina, conscio che è l’impegno a fare la differenza.
“La mia massima, che molti già conoscono, è: lavoro, lavoro e lavoro. Le ricompense arrivano sempre, non importa quali siano; non conosco nessun vero lavoratore al mondo che se la cavi male. Umiltà e passione sono altri due obiettivi che ogni professionista dovrebbe avere a cuore e raggiungere”.