Il grande chef svizzero ha finalmente detto sì alla televisione: sarà protagonista insieme a star del cinema e influencer tedeschi di “Dinner Club”, serie in 20 lingue per Amazon Prime Video che debutterà nel mese di dicembre.
La notizia
Chi cucina quando lo chef non c’è? È passata alla storia la risposta fulminante di un genio chiamato Paul Bocuse: “Gli stessi di quando ci sono”. I grandi chef sempre più spesso sono risucchiati fuori dalle loro cucine e il fuoriclasse svizzero Andreas Caminada non fa eccezione. Ha infatti finalmente detto sì alla televisione: nello specifico sarà protagonista di una serie chiamata “Dinner Club” per Amazon Prime. Le riprese, che si sono svolte da febbraio ad aprile, lo hanno portato in viaggio dal Messico a Cipro, passando per la Scozia e il Montenegro, in compagnia di celebrità tedesche.
“Mi è stato offerto di partecipare, perché i produttori ritenevano che fosse il format perfetto per me. Con Masterchef avevo già avuto occasione di fare qualche esperienza televisiva. In Svizzera era una trasmissione nuova, dalla diffusione internazionale. Ma il mio sogno restava un format di viaggio, nel quale scoprire un paese sotto il profilo culinario. Inoltre a ‘Dinner Club’ partecipano personalità emozionanti, con le quali sono possibili conversazioni stimolanti. Lo show sarà trasmesso in 20 lingue e avrà una risonanza mondiale. Rifiutare sarebbe stato quasi una negligenza. Ma resto sempre consapevole che con questi progetti posso rompermi le corna. Se non dovesse funzionare, sarebbe comunque ok”, ha dichiarato in una lunga intervista a Gault & Millau.
In pratica lo chef ha visitato un paese in compagnia di attori, comici o influencer tedeschi, per poi preparare una cena che rievocasse la cucina ivi scoperta a tutti i membri del club, una volta rientrato alla base. “Quando si manda avanti un ristorante, per forza di cose si è strettamente in contatto con gli ospiti. È un ruolo che mi si addice. I primi anni, tuttavia, non volevo assolutamente lasciare la mia cucina, era una cosa che detestavo. Poi le responsabilità crescono e la sicurezza aumenta. È così anche in cucina: all’inizio si prepara ciò che si conosce. Col tempo si diventa più coraggiosi e autonomi”.
“Il prerequisito per tutto questo è avere abbastanza mani nel proprio ristorante. Le fondamenta devono essere forti, per poter fare progetti come questo. Quando non sono in cucina, c’è bisogno di qualcuno che si faccia carico del mio lavoro. La mia priorità tuttavia resta Schloss Schauenstein. È un impegno che mi sono assunto consapevolmente e al quale non derogherò mai. Poi possono presentarsi possibilità impreviste. Ma le mie capacità sono limitate, un nuovo concept di ristorante per esempio le eccederebbe. La cosa più importante è non fermarsi mai. Ed è anche la più stimolante. Quando come cuoco e come imprenditore non sei più pronto a cambiare, vuol dire che ti trovi in un vicolo cieco”.
