Top Chef

Christophe Moret: "Vedo troppa tecnica e poca emozione: mettete al centro l’ospite”

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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copertina christophe moret

“Il know-how di uno chef deve essere al servizio dell’emotività altrui, non dei tecnicismi”. Fra gli ingredienti della nuova avventura firmata Christophe Moret, l’empatia col cliente e la solidità del team. Voli pindarici? Non pervenuti.

Foto di copertina: Laurent Rodriguez


Lo chef

Da qualche mese è iniziata la nuova avventura del celebre chef francese Christophe Moret. Dopo una breve incursione nel settembre 2023 a l'Ambroisie di Bernard Pacaud nella Ville Lumière - che ha lasciato solo due mesi dopo, senza alcuna motivazione ufficiale - ora orchestra la cucina del Le Domaine Les Crayères a Reims, nel cuore della Champagne. Moret vanta una carriera di grandi successi, iniziata al fianco dei più grandi nomi della gastronomia d’Oltralpe.

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"Ho avuto la fortuna di lavorare con tre chef straordinari: Bruno Cirino, Jacques Maximin e, naturalmente, Alain Ducasse. Al Grand Hotel di Saint-Jean-de-Luz, Bruno Cirino andava ogni giorno al mercato nei Paesi Baschi spagnoli e riportava pesce vivo. A volte, avevamo un branzino che nuotava tra le aragoste nella vasca del ristorante", raccontava qualche tempo fa a Four Magazine. Negli anni al fianco di chef Jacques Maximin - allo Château Eza - Moret impara l'importanza dell'organizzazione e dell’essere parte di una brigata di venticinque persone in modo efficace, ma è con Alain Ducasse - al Louis XV, che nel 1990 aveva appena vinto la sua terza stella Michelin - che compie la vera svolta e inizia il lungo sodalizio con il maestro francese.

christophe moret michelin
 

In quel lungo periodo si immerge in un mondo in cui la precisione, la tecnica e la perfezione dei movimenti in cucina la fanno da padrone. Numerose e diverse sono state, poi, le esperienze successive dove, tuttavia, Moret non ha mai perso di vista i valori fondanti della sua filosofia gastronomica; valori che ama racchiudere in quattro semplici parole: prodotti, produttori, stagionalità e purezza. I vegetali sono la “maga Circe” che ha attirato lo chef originario d'Orléans nell'affascinante, quanto complicato, mondo della cucina. Era solo un bambino, quando guardava incantato le verdure che i suoi nonni raccoglievano dall’orto, e anche oggi proprio le verdure restano il tratto distintivo di ogni sua creazione, dove trovano spazio anche i viaggi e le esperienze vissute. Allo stesso modo pure la tradizione e la tecnica sono dei capisaldi per chef Moret, senza però mai ostacolare la ricerca e la sperimentazione.

les domaine les crayeres
 

Il carattere eclettico ed entusiasta - oltre all’innegabile e innato talento - fanno sì che la cucina di Christophe sia in continua evoluzione e desiderosa di espandere i propri confini con un unico obiettivo finale: emozionare il commensale.  “La storia ci insegna che la nostra cucina è sempre stata improntata all'ibridazione, perché essere tentati di congelarla, di concentrarsi sull'eccesso di tecnica piuttosto che sulla ricerca dell'emozione? Divertirsi e rinnovarsi non significa snaturarsi. Al contrario, essere audaci richiede conoscere bene i propri prodotti ed essere aperti agli altri”, ha confidato a Food&Sens. E ancora: “Il know-how di uno chef deve essere al servizio dell’emotività altrui, non dei tecnicismi". Lo chef non nasconde di prediligere metodi tradizionali rispetto a cotture ultratecnologiche; rimane un fan del servizio al tavolo -vedi i crostacei in casseruola, sporzionati in diretta- e del sodalizio fra brigata e sala per favorire l'affiatamento del team. Al bando, poi, i voli pindarici. Nei dolci al massimo 3 ingredienti dai sapori genuini, niente dessert fantascientifici: “Voglio che sappiate cosa state assaggiando sin dal primo cucchiaio”. 

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Studio Laurent Rodriguez

Proprio in quest’ottica e rimanendo sempre fedele alla propria identità ora Moret delizia i commensali de Le Domaine Les Crayères con una proposta haute cuisine al ristorante Le Parc - due stelle Michelin - e una più informale, ma sempre ricercata e ispirata ai prodotti locali, alla Brasserie Le Jardin. Nel menu de Le Parc non può mancare il suo famoso Chawanmushi, testimone dell’amore per i sapori asiatici, così come la sfoglia di foie gras e funghi; mentre alla brasserie si trova la sua fresca ceviche, ma anche  le costolette di maiale e  il rombo, tutto rigorosamente condito da passione, amore e spirito di gruppo: tratti distintivi di ogni esperienza firmata Moret.

christophe moret DR
@DR

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