Attualità enogastronomica

Orari al ristorante: clienti chiedono di mangiare alle 17, ma la cucina dice no

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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copertina orari ristorazione

L’influencer Soycamarero scatena la polemica raccontando di un gruppo di clienti intenzionati a mangiare alle 17. La reazione del locale? Un “no” categorico.

La notizia

E’ ancora una volta Soycamarero, l'account spagnolo (con profili su tutti i social e un numerosissimo seguito), ormai portabandiera dei diritti dei lavoratori del settore dell’ospitalità, ad accendere i riflettori su un episodio accaduto qualche giorno fa nella Penisola iberica. Lo spiacevole avvenimento, come riporta anche La Vanguardia, ha coinvolto dei commensali e il proprietario del locale Los pasos de Lola. Il tornado mediatico si è scatenato quando Soycamarero ha pubblicato sul suo profilo X l’immagine di una recensione lasciata dal gruppo di “potenziali clienti” che lamentava di non essere riuscito a pranzare nel ristorante, poiché alle cinque del pomeriggio il personale di Los pasos del Lola era a riposo.

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Indignati, i clienti hanno immediatamente lasciato una recensione negativa sul web e, come se non bastasse, l’hanno corredata da una votazione di una stella su cinque, ovvero il minimo possibile. La recensione recitava: "Siamo passati da questo posto, volevamo prendere qualcosa per rinfrescarci e ci hanno detto che stavano chiudendo ed erano le 5 del pomeriggio; pessima mossa dato che è estate e siamo a Luglio". Il proprietario di Los Pasos de Lola non ha esitato a controbattere difendendo a spada tratta i suoi dipendenti e il loro lavoro: “Quindi dobbiamo essere aperti 24 ore su 24? o meglio ancora, siete voi a stabilire il nostro orario di lavoro? (...) Non siamo i vostri schiavi, né i vostri servitori, il settore dell'ospitalità ha diritto al riposo”, ha scritto.

brigata Wavebreakmedia Getty Images
Wavebreakmedia-Getty Images

Subito sono apparsi i commenti a supporto delle parole del titolare tra cui alcuni recitavano: “Clienti come questi non hanno a cuore il settore dell’ospitalità” o “Ecco la sicurezza dell’anonimato. Sicuramente questi clienti non avrebbero avuto il coraggio di dire nulla sul luogo, avevano bisogno di una tastiera”. Non è la prima volta che Soycamarero pone sotto i riflettori la questione degli orari di lavoro estremi che spesso vengono richiesti a chi opera nella ristorazione, per lo più non supportati da un’adeguata retribuzione.

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Appena qualche mese fa aveva, infatti, aveva posto al centro dell’attenzione un annuncio di lavoro dove il ristorante di uno stabilimento balneare spagnolo cercava camerieri e proponeva una retribuzione oraria di soli 4,95€ per un impiego a tempo pieno, con orari “da concordare" disattendendo persino il salario minimo che nella Pensiola iberica è di 7,88 euro all'ora. Non è solo il web a evidenziare una realtà che, soprattutto dopo la pandemia, necessita di un cambiamento: persino la ministra del Lavoro spagnola, Yolanda Díaz, qualche mese fa ha proposto di anticipare l'orario di chiusura dei ristoranti e dei bar per tutelare la salute dei dipendenti, trovando grande apprezzamento da parte degli interessati. Anche se non tutti sembrano pensarla allo stesso modo, sia che si tratti degli operatori, che dei clienti, i segnali sono chiari e quello che emerge è la profonda necessità di rivedere le condizioni lavorative del settore dell’ospitalità.

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