Un milionario investimento basato sui camerieri robot: è l’idea di Steve Ells, ex CEO di Chipotle, che sembra avere risvolti positivi sulle condizioni di lavoro dello staff.
Foto di copertina: Robot, crediti Getty Images / Steve Ells, crediti Melanie Dunea
La notizia
Se fino a qualche anno fa - forse decennio - nell’immaginario comune i robot appartenevano al mondo dei cartoni animati, dei film di fantascienza o delle missioni aerospaziali e delle grandi imprese di ingegneria, oggi “minacciano” di diventare i protagonisti della ristorazione, settore in cui il contatto umano è sempre stato un fattore estremamente importante. Osservando le nuove tendenze, in particolare quelle del comparto fast food, e gli ingenti investimenti che imprenditori lungimiranti come Steve Ells hanno messo in essere, molto probabilmente dovremo abituarci ad avere a che fare con camerieri e cuochi tutti “ferro e bulloni”.
Proprio Steve Ells, ex CEO di Chipotle, famosa catena specializzata nei burrito, infatti, ha appena investito 36 milioni di dollari - di cui 10 di tasca sua - per dare vita a Kernel, ristorante vegano tra la Park Avenue So. e 24th St a Manhattan, dove grazie all’ausilio di un “cyber cameriere" il numero dei dipendenti in carne ed ossa è ridottissimo, spiega Fortune.
“El Capitan”, così è stato soprannominato il robot “capo brigata”, è stato progettato dall’azienda tedesca Kuka. Con il suo braccio a sei assi “El Capitan" può sollevare fino a 5 Kg e gestire davvero tutto, anche i tre dipendenti attualmente impiegati da Kernel. Così, se per 6,50 euro si ordina un hamburger vegetariano con patate dolci arrostite, quinoa e ceci, un'insalata o un contorno di carote, sarà proprio lui a prepararlo.
I tre dipendenti si dicono soddisfatti di questo innovativo ambiente lavorativo; infatti, grazie alla riduzione di sprechi e di tempo, il loro salario attuale è 25 dollari l'ora (circa 23 euro), più i permessi per malattia, le ferie pagate e presto anche delle stock option. "Questo è il primo lavoro in un ristorante che non mi lascia distrutto o frustrato a fine giornata", dichiara a Fortune Carlos De La Concha, membro dello staff di Kernel.
Nel corso della sua carriera Ells ha sempre dimostrato di avere il polso della situazione, rivelandosi, spesso, precursore di nuove tendenze; in questo caso il suo nuovo investimento è stato ispirato dall’aver riscontrato clienti desiderosi di migliori prezzi e, ahimè, tristemente, meno interazione. Anche Stephen Goldstein, presidente di Kernel, sottolinea i risvolti positivi dell’impiego dei robot nella ristorazione: "I membri del team stanno apprezzando l'esperienza e l'automazione sta migliorando, non peggiorando, l’ambiente di lavoro. La riduzione degli sprechi alimentari dovuti a errori umani ha contribuito a mantenere bassi i costi”.
Kernel non è tuttavia il primo locale ad adottare sistemi di ristorazione estremamente automatizzati; precursore di questa nuova tendenza è anche Sweetgreen, la catena con numerose filiali in tutti gli Stati Uniti che nelle due sedi in cui utilizza robot registra ottimi risultati. Anche Muji all'Hudson Yards di Manhattan, si serve di Jarvis, il robot che prepara cappuccini e che diventa umano quando al momento del conto chiede la mancia. Sicuramente l'ausilio della tecnologia è importante per alleggerire il lavoro umano e creare ambienti lavorativi favorevoli, ma per quanto una brigata di robot possa essere istruita ad atteggiarsi come una di esseri umani, a venire meno sono la condivisione e la convivialità: vera essenza del settore dell’ospitalità.