Fra gli chef più mediatici della scena britannica, Michel Roux jr ha deciso di lasciare la televisione, dopo aver chiuso Le Gavroche: “Lo schermo mi stava portando in una direzione, che non avevo intenzione di percorrere. Mi piace solo cucinare e rendere felici le persone attraverso quello che faccio”.
L'opinione
Non è certo facile essere il rampollo di una dinastia di cuochi. Figlio di Albert Roux e nipote di Michel Roux senior, Michel Roux junior, oggi sessantaquattrenne, è cresciuto all’ombra di un mito: quello di Le Gavroche, ristorante apripista dell’altissima cucina su suolo britannico, orbato della terza stella sotto la sua direzione, nel 1993, e infine chiuso all’inizio di quest’anno dopo 56 anni di successi.
Lo chef ha certo avuto la strada spianata, senza doversi preoccupare di avviare il suo business o trovare soci; tuttavia sembra aver patito psicologicamente le strettoie attraverso le quali si è mosso. Al punto da aver recentemente dichiarato in un’intervista a The Times di non avere mai desiderato diventare un celebrity chef, come poi è accaduto.
Dopo aver schivato le apparizioni televisive nei primi anni della sua carriera, era poi malvolentieri diventato un giudice di Masterchef: The Professionals per cinque stagioni sulla BBC, comparendo nell’edizione australiana e su Hell’s Kitchen ed avviando trasmissioni personali, quali Michel Roux’s Service, in cui addestrava al ruolo di cuochi e camerieri dei perfetti profani, e Michel Roux’s French Country Cooking.
Lo status di celebrity chef sarebbe stato la conseguenza inevitabile della popolarità del ristorante. In pratica, lamenta Roux, è stato Le Gavroche a renderlo famoso, cosa che non era mai stata nei suoi piani. “Di fatto recentemente ho lasciato la televisione, perché temevo di essere sovraesposto. Non ho mai voluto essere un celebrity chef”. Vedendo i suoi colleghi in televisione, avrebbe anzi constatato la distanza del personaggio mediatico rispetto alle persone reali. “Andare in televisione mi stava portando in una direzione, che non avevo intenzione di percorrere. Mi piace solo cucinare e rendere felici le persone attraverso quello che faccio”.
L’annuncio della chiusura di Le Gavroche non era stato fatto a cuor leggero, bensì con sentimenti misti, nella certezza che il nome del ristorante sarebbe rimasto leggendario. “Le Gavroche significa così tanto, non solo per me e per la famiglia Roux, ma per tutta la squadra e gli ospiti, che sono diventati la nostra famiglia nel corso degli anni”, aveva dichiarato a suo tempo. “Ho sempre pensato che l’eventuale chiusura dovesse accadere sulla cresta dell’onda. Le Gavroche è sempre esaurito, tutte le settimane, ma mi sono reso conto di dovermi ritagliare un po’ di tempo per bilanciare privato e lavoro, dedicandomi alla famiglia e ad altre avventure professionali”.