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Gennaro Esposito supera se stesso con Festa A Vico 2024: boom di presenze a Vico Equense

di:
Alessandra Meldolesi
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Talk, cene, super degustazioni: si è appena conclusa Festa a Vico, evento che ogni anno celebra la cucina italiana. “Sono molto soddisfatto: oltre a raccogliere 255mila euro di beneficenza per i progetti di 7 onlus, abbiamo proposto contenuti straordinari e altissimi”, esulta il promotore Gennaro Esposito.

L'evento

Il programma quest’anno era fittissimo: una tre giorni di dibattiti, grandi cene e degustazioni imperdibili, oltre alla consueta reunion di cuochi e produttori lungo il cammino di Seiano e per le strade di Vico Equense, che ha radunato come sempre una folla entusiasta. Partner dell'evento Haier (sponsor della cucina stellata di Festa a Vico), Appennino Food Group, De Cecco, Brazzale, Ferrarelle, Caputo, Gerli, Electrolux, Mozzarella Dop, Granarolo, Roboqbo, Da Luca Attrezzature per la ristorazione, Centumbrie e Workline.

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Si è parlato ovviamente della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale UNESCO (e non poteva essere altrimenti); ma anche di sostenibilità (il concerto di “one health”, coincidenza di salute individuale e collettiva secondo Matteo Lorito, rettore dell’Università Federico II di Napoli); cucina al femminile (sul palco con la direttrice di Elle Alessandra Pon, le giovani chef Arianna Gatti, Erika Gotta, Agnese Loss e Carlotta Delicato, a detta di Esposito “quattro pantere scatenate”) e tanto altro ancora.

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Imperdibili le degustazioni, condotte dai tre Master of Wine italiani, Gabriele Gorelli, Andrea Lonardi e Pietro Russo, insieme ai produttori. Per esempio il carismatico Frank Cornelissen, messo a confronto con Luca Roagna sul tema: i vini dell’Etna sono il nebbiolo del sud? Fra similitudini e differenze, oltre i complessi di inferiorità.

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Per proseguire con la masterclass sui vini contemporanei da vitigni antichi, che ha incoronato a sorpresa il Lambrusco, a detta di Gorelli il vino oggi più contemporaneo. E ancora Dr Loosen dalla Mosella, i bianchi italiani invecchiati visti da Walter Massa, i vini vulcanici, dalle Azzorre al Soave, passando per Campania e Sicilia, la verticale di Nova Domus Terlano e la maison Lallier in Champagne. L’ultimo giorno è stato infine dedicato agli abbinamenti, con una sfilata di grandi sommelier.

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Le Onlus coinvolte nel virtuoso progetto di raccolta fondi sono state, come premesso, ben 7: Fondazione Umberto Veronesi ETS, Fondazione Sostenitori Ospedale Santobono ETS, ALTS ITALIA ETS ODV – Associazione per la Lotta ai Tumori del Seno, Never give up - Associazione per lo studio e la cura comportamenti alimentari Onlus, La Bottega dei Semplici Pensieri ODV, Associazione Pandora Artiste Ceramiste e Oltre il Guscio ODV. La cena di gala, introdotta da assaggi firmati da Antonia Klugmann, Paolo Rota, Giancarlo Morelli, Davide Oldani, Claudio Sadler ed Emanuele Scarello, è culminata nel menu da 7 portate, che ha visto la partecipazione di Alessandro Negrini con un’interpretazione del risotto giallo; Christophe Pelé di Le Clarence, autore di un’elegante trippa al nero di seppia in chiave surf and turf; Andrea Aprea con un bottone di ricotta tuffato nell’ultrariduzione di ragù napoletano; Gaetano Trovato con il suo imperfettibile piccione alle ciliegie; Cristiano Tomei con la sua scaloppina al limone sbagliata, una mimetica frittella di foglie; Anthony Genovese, superlativo al momento del dessert con una meringa ripiena di spuma di bufala, fragole, basilico e genziana, dalle calibrate stratificazioni acido/amare.

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Non da meno la cena delle Promesse, che ha riunito quindici giovani talenti, fra cui hanno spiccato Angelo Bonfitto di Zu, Guido Paternollo di Pellico 3 Milano e Daniele Rebosio dell’Hostaria Ducale di Genova. Gennaro Esposito, la solita forza della natura, tira la riga sotto un bilancio record: “Per noi è stata la ventunesima edizione, considerati i tre anni di stop. E quest’anno in maniera particolare abbiamo deciso che la manifestazione dovesse assumere una fisionomia più aderente ai tempi e ai nostri obiettivi, facendo incontrare le eccellenze del nostro mondo su tavoli di lavoro e di riflessione.

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Nei convegni sono stati discussi diversi argomenti, fra cui l’agognata medaglia UNESCO, che avrebbe un valore meraviglioso e ci porterebbe ancora più in alto nella considerazione anche all’estero, per i valori di convivialità, storia e antropologia che ci contraddistinguono. Poi l’evoluzione del vino nella ristorazione e la cucina al femminile, discorso che rischia di essere scontato, ma con un taglio diverso avvince se le protagoniste sono giuste. Molto alte le degustazioni, dal taglio originale e senza eccessi cattedratici: Frank Cornelissen, Dr Loosen, un mostro sacro, i vini vulcanici introdotti da un vulcanologo. Bella come sempre la cena dei giovani e straordinario il pranzo degli abbinamenti, raramente al centro dell’attenzione, con i sommelier che hanno raccontato il mariage del cuore. Un momento per me emozionante.

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Quest’anno alla cena di gala abbiamo chiamato anche chef stranieri, con una miscellanea di italiani che all’estero hanno avuto successo e propongono una cucina di ritorno che funziona. L’Accademia Maestri Pasticcieri Italiani ha poi curato un buffet straordinario e ricercato. Nel frattempo le strade si animavano degli eventi tipici di Festa a Vico, la Repubblica del Cibo, il Cammino di Seiano e le altre occasioni conviviali che da sempre ci contraddistinguono.

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Io sono molto soddisfatto di come è andata: al di là del fatto che abbiamo raccolto 255mila euro di beneficenza per appoggiare i progetti di 7 onlus, i contenuti sono stati straordinari e altissimi. Oscillando fra momenti culturali e popolari, l’impressione è che forse meriteremmo una diversa attenzione e su questo dobbiamo lavorare con più determinazione. Non bastano mai i ringraziamenti per chef, produttori e sommelier che anche quest’anno ci hanno rinnovato il loro appoggio e al cui servizio ci impegniamo a porre un’organizzazione sempre più performante”.

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