I grandi chef sono sempre più trasversali: per esempio Ricard Camarena, protagonista della ristorazione di Valencia, che dopo avere agguantato il successo internazionale nel ristorante eponimo, è avanzato anche sulla via della sostenibilità.
La notizia
Conoscevamo Ricard Camarena per il ristorante eponimo, il più importante di Valencia, insignito di due stelle più la verde e annoverato fra i migliori cento del mondo grazie alla coraggiosa proposta vegetale. Figlio dei proprietari di un supermercato, che lo avevano iniziato alla conoscenza del prodotto, lo chef era stato marmista e trombettista prima di trovare la sua strada verso la fama. Per poi consolidare un piccolo impero e aprire altri esercizi in città.
Per esempio c’è Habitual, con la sua proposta che porta in viaggio fra le diverse sponde del Mediterraneo, composta di tapas, piatti di riso e tanti vegetali, e il rigoroso rispetto della sostenibilità. Oppure Canalla Bistrò, focalizzato piuttosto su una proposta fusion con influenze asiatiche e sudamericane, dove lo scontrino medio è di circa 35 euro. O ancora il Bar X, che serve piatti e fritture a base di prodotti valenciani per 25 euro a testa. Ma a Camarena probabilmente non è sembrato abbastanza, tanto che si è mosso ancora oltre sulla via dell’accessibilità con una proposta di street food veramente per tutti, affacciata fra le bancarelle del Mercado Central.
Si tratta del classico bancone con la sua selva di sgabelli, puntualmente stipati di gente del posto e di turisti desiderosi di assaggiare tapas, panini e piatti in condivisione firmati dal grande chef. Si comincia dallo spuntino di metà mattina (il tipico esmorzaret valenciano) con una tazzina di cremaet, il caffè al liquore fiammeggiato, come racconta nel dettaglio infobae. Poi si può scegliere fra le crocchette di pollo ruspante e le frittelle di baccalà a 2,8 euro, le melanzane con soia e miso a 8,2, l’insalata di pomodori locali a 12; ma va forte anche il coniglio arrosto con le patate. E il menu sulla lavagna cambia quasi ogni giorno.
Sono richiestissimi anche i panini al costo medio di 5 euro, disponibili in versione piccola e grande. Porta il nome dello chef quello con lonza, cipolla, senape e formaggio, per cui si spende appena 4,5 o 6,5 euro; poi ci sono Mary con seppia e alioli (4,8 e 7,5 euro) e Canalla con salame piccante, uova strapazzate e peperoncino in conserva (4,1 e 6,3 euro). Si chiude in dolcezza con la torta al formaggio, il flan alle noci e vaniglia e il goloso dolce al cioccolato; in accompagnamento una divertente selezione di vini al calice.