Per Yotam Ottolenghi la cucina è una scienza viva. Oggi fa lo chef, il food writer e l’influencer, ma tutto è iniziato da una laurea in letteratura e una piccola gastronomia di quartiere. Vi raccontiamo la sua storia.
La storia
Yotam Ottolenghi è uno chef-influencer israeliano con un passato da giornalista che si è trasferito a Londra modificando completamente l’approccio alla cucina vegetale del pubblico inglese. Durante gli anni della formazione si dedica alla letteratura comparata, ma poi abbandona l’Università di Yale per frequentare il prestigioso istituto Cordon Bleu di Londra. Gli esordi non sono facili: lavora prima per un grande brand della ristorazione, poi come cuoco e pasticcere, ma senza trovare l’impiego che fa per lui. Tutto finché si imbatte nella bottega artigianale Baker and Spice, dove conosce il suo storico socio, Sami Tamimi.
In breve, decide di aprire una piccola gastronomia a Notting Hill per proporre piatti vegetariani in cui gli ortaggi abbiano un ruolo da protagonisti, valorizzandoli in maniera gustosa e innovativa in un paese in cui erano sempre stati considerati come un’aggiunta alla portata principale (in parole povere, un contorno bollito da usare quasi più come decorazione che come alimento a tutti gli effetti). Da quel momento, lo chef ha aperto diversi ristoranti e food shop e ha scritto più di un libro di cucina. L’ultimo -Sabores, cofirmato dalal collega Ixta Belfrage- è stato pubblicato in Spagna. Si tratta di un ricettario incentrato completamente su frutta e verdura.

"Sapere che le persone fanno in casa le ricette dei miei libri è ciò che mi dà più soddisfazione. Penso che se qualcuno è direttamente coinvolto nella realizzazione dei piatti vegetali, continuerà a cucinarli in futuro. Mangiare al ristorante è un'esperienza molto più passiva, che in un massimo di sei mesi il commensale avrà già dimenticato. Sperimentare con le ricette è una cosa attiva e diventa parte della tua vita”. Nel nuovo libro Yotam Ottolenghi, oltre a offrire ai suoi lettori più di cento ricette, spiega anche in maniera didattica valori nutrizionali, condimenti e tipologie di cottura.

Un esempio? La preparazione del sedano rapa, che richiede oltre 2 ore: “Nella fase iniziale accade qualcosa di magico. La maggior parte dell’acqua contenuta nel sedano rapa evapora, la polpa passa da bianca a un dorato intenso e diventa più dolce e ricca. Questo dorarsi e caramellarsi di molti vegetali e non vegetali quando vengono cotti in un certo modo è un processo chiave che ne estrae il sapore”. La gastronomia, per questo cuoco israeliano, è una scienza viva, e vedere le sue ricette pronte e fumanti sulle tavole di chi lo segue avvalora la tesi: “Chiunque può cucinare”.

Fonti: repubblica.it / elpais.com
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