New York riscopre le ore piccole al ristorante: dopo il sovvertimento post covid delle abitudini, con la contrazione degli orari, sta tornando un’offerta di qualità anche per il pubblico della notte.
Foto di copertina: crediti World Red Eye
La notizia
Nel rompicapo del post covid, in tanti hanno contratto l’orario di servizio, chiedendo comprensione agli ospiti, per fare quadrare non solo i bilanci, ma anche l’incastro fra lavoro e vita privata, nel tentativo di rimotivare dipendenti in fuga. Tuttavia c’è anche chi la pensa diversamente e si ferma in cucina oltre ogni ragionevole orario, come racconta nel dettaglio Robb Report a proposito della scena gastronomica newyorkese.
Per esempio la Blue Ribbon Brasserie, aperta nel 1992 dai fratelli Eric e Bruce Bromberg sul modello del parigino Au Pied du Cochon, locale aperto h 24, dove i due a qualsiasi ora del giorno e della notte potevano avere ciò che desideravano. “Volevamo fare qualcosa per la gente che non ha orari normali”, ricordano. I primi tempi, però, non furono facili, con una decina scarsa di coperti registrati oltre la mezzanotte. Grazie alle prime attenzioni della stampa e al passaparola, tuttavia, le sale iniziarono a riempirsi fino alle 4 di altri cuochi, musicisti, attori e artisti vari, tutta gente che per ragioni professionali non può cenare agli orari canonici.
Di fatto era l’unico posto dove ricevere una cena con i fiocchi nella notte inoltrata, ma il covid per un po’ ha mandato tutto gambe all’aria. “Fondamentalmente siamo dovuti ripartire da zero, ma siamo tornati in pista”. Non si trattava solo di coprifuoco, ma anche della fuga dalla città di quelle categorie in particolare e dei party clandestini. “Molta gente si era semplicemente abituata a non fare nulla la sera”. Abitudini destinate a consolidarsi, cosicché la maggior parte degli esercizi ha anticipato l’orario di chiusura della cucina di un paio d’ore e quelli che solevano restare sempre aperti, hanno iniziato a chiudere a mezzanotte.
Ora tuttavia i ristoranti notturni stanno tornando, anche in fascia alta. Jean’s di Max Chodorow e Ashwin Deshmukh tiene la cucina aperta fino alle 2 di venerdì e di sabato, ma perfino lo stellato Cote di Simon Kim serve il suo pregiato wagyu americano fino all’1, quando si può ancora ordinare quello giapponese. “Per me introdurre un menu della tarda notte da Cote è stata questione di nostalgia. Ho tali ricordi delle mangiate notturne con la mia squadra e i colleghi da Blue Ribbon, Buvette e K-town, che è sempre stata una meta ambita per le folle fuori orario. Per me era importante riuscire a offrire un’atmosfera simile, con un approccio alto”, rivendica lo chef.
Ma ci sono anche Seoul Salon a Koreatown, aperto fino a mezzanotte o alle due, di venerdì e di sabato; Café Chelsea, preso d’assalto tutti i giorni fino a mezzanotte; Port Sa’id, più nel genere locale notturno; Les Trois Chevaux di Angie Mar, che esulta: “È fantastico, sembra di essere tornati alla vecchia New York”. Sebbene il mercato intorno alle 4 di notte non sia ancora quello di un tempo, come qualcuno lamenta.