Michelle Goh era già conosciuta come una delle migliori pastry chef asiatiche; ora, pur operando a Bangkok, è diventata la più giovane stellata della Malesia e la prima del Sarawak.
La storia
Dici Michelin e non pensi immediatamente alla Malesia (o viceversa). Eppure la guida rossa ha toccato anche il paese del sud est asiatico e fra i ristoranti che ha eletto nel 2024 c’è anche quello di una giovane chef malesiana, Michelle Goh, che insieme al marito Pongcharn Russell manda avanti Mia a Bangkok.
Originaria di Kuching, a 30 anni Michelle è così diventata in un colpo solo la più giovane cuoca stellata della Malesia e la prima originaria del Sarawak, come racconta la testata freemalaysiatoday.com. Del resto non ha perso tempo. “Mi interesso alla cucina da quando ho memoria. Già alle elementari davo una mano alle mie nonne. Poi alle superiori ho iniziato a prendere lezioni sulla cottura e la decorazione delle torte”. Fino al punto di comunicare ai genitori l’intenzione di abbandonare gli studi, per imparare piuttosto a cucinare, scontrandosi però con la loro ostilità.
Fresca fresca di diploma, eccola quindi volare a Sidney per frequentare con soddisfazione il Cordon Bleu. “Alle Superiori ero piuttosto insofferente, come se volessi solo arrivare alla fine per procedere a una nuova fase della mia vita. Mi sentivo diversa da tutti gli altri. Ma dentro la scuola di cucina ho sentito una vera appartenenza, perché tutti condividevano gli stessi obiettivi”. Non che fossero solo rose e fiori, per uno scricciolo di donna da un metro e cinquanta. Ma le difficoltà, indotte dal confronto con colleghi più risoluti e più prestanti, non l’hanno abbattuta, motivandola piuttosto alla sfida. È successo anche nelle sue prime esperienze professionali, a Eleven Bridge in Australia e Pollen Singapore, dove ha conosciuto il marito Russell.
Risale al 2016 il trasferimento della coppia in Thailandia, dove Goh ha preso in mano la pasticceria di Sühring, ristorante che ha conquistato due stelle Michelin. Tre anni dopo si è riunita al marito da Mia, di cui sono anche soci. Loro parlano di “piatti europei dall’anima asiatica”, spesso con agganci nel repertorio e nella memoria gustativa malesiana.
Quando a dicembre è arrivata la stella, lei era già stata premiata (anche da Michelin) come un talento emergente e una delle migliori pasticciere asiatiche, eppure la sorpresa l’ha travolta. “Mi sembra che tutto sia successo così in fretta, anche se ci ho messo tanto ad arrivarci”, esulta. “Lavorare nel settore all’inizio può essere durissimo, ma non bisogna mollare. Poi arriva il momento di godersi tutte le opportunità che si sono create”.