Luca Ronzoni e Ciro Del Pezzo stupiscono con un’insegna dal profilo contemporaneo e pop fatta di piatti a base di kiwi fermentati, Wellington di sedano rapa e ramen all’italiana. Tutto a prezzi pop.
La storia
Nasceva a Gennaio, a un bancone del mercato di Val Melaina, l’idea più esplosiva e creativa assaggiata negli ultimi mesi a Roma: linguine, kiwi e parmigiano di pecora. Come un fulmine a ciel sereno, tra cassette di kiwi e pomodori acerbi, Luca Ronzoni, chef e co - proprietario di Riccioli D’Oro, si immagina il piatto.
Torna in cucina, cuoce i kiwi lentamente a 70 gradi per 3 ore, li passa al passaverdure fino ad ottenere una salsa simile in tutto e per tutto a quella a cui siamo abituati sin dall’infanzia. La usa per mantecare una linguina assieme a una spolverata geniale di parmigiano di pecora, sapido e pungente il giusto, e la serve ai fortunati clienti del suo ristorante. Vi ho convinto a prenotare un tavolo in Via di conca d’oro 39? Se questa piccola descrizione non è sufficiente, ecco il resto del racconto.
Riccioli D’Oro è la nuova insegna gastronomica di Roma Nord. A uno schioppo di dita dalla fermata metro Conca D’Oro, dal 27 settembre, Luca Ronzoni e Ciro Del Pezzo, hanno segnato il nuovo corso della ristorazione del quartiere con una proposta irriverente, contemporanea e sostenibile, fatta di estro, informalità e maturità. Luca, 32 anni appena compiuti, nasce con il grembiule. Già a 14 anni aiuta Riccardo Di Giacinto nelle sue cucine alternandosi tra scuola e lavoro. Segue poi Alessandro Pipero ad Albano per poi andare al Mirabelle e ancora a Londra al ristorante Zafferano e in Scozia, a Edimburgo, da Martin Wishart. Sembra tanto ma non è ancora tutto: Luca torna a Roma lavorando all’Open Colonna, poi nuovamente al fianco di Di Giacinto da All’Oro e ancora alla Pergola di Heinz Beck e da Pulejo.
Dopo una parentesi come solista da Pirò Osteria di Pesce incontra Ciro Del Pezzo. Il resto è Riccioli D’Oro. Ciro lo potreste aver già notato nelle cucine di Mamma Orso, bella realtà aperta da lui assieme a Andrea Longo e Damiano Lucidi nel 2022 in zona Piazza Bologna e rappresentante una cucina familiare, anche qui sostenibile e attenta ai valori umani.
Lui è un vulcano di idee, carismatico e talentuoso tanto in cucina quanto in sala. Il suo approccio al cliente, come nel piatto, è genuino e senza filtro, fatto di sorrisi, parole dritte al punto e umiltà. Da Riccioli D’Oro i due propongono una cucina accessibile con protagonista le verdure di stagione, il pescato e la carne locale, tutta proveniente da aziende che lavorano in modo etico e rispettoso. Il menu cambia giorno per giorno: “Qui faccio quello che voglio quando voglio” - mi racconta felice Luca che in cucina è affiancato da Mirko Arena, anche lui socio del locale.
Due i degustazione, a 5 e 6 portate alla cieca rispettivamente a 30 e 35 euro. Portare il menu degustazione in un piccolo locale di quartiere a un prezzo più che accessibile: questo l’obiettivo di Riccioli D’Oro. La cucina contemporanea non per forza è sinonimo di caro e costoso. La carta è suddivisa tra “Le Mezze” e “Le Piene” a cui si aggiungono una selezione attenta di salumi e formaggi dalla Gastronomia e i Dolci. Per Mezze si intendono piccoli assaggi con cui iniziare la cena, per Piene, primi piatti e secondi con cui concludere soddisfatti il percorso. La cantina, piccola e in evoluzione, è curata da Valerio Frattali, un talento nel settore.
Tavoli di legno di un tempo, carta da parati, madie d’epoca, sedie e poltroncine comode retrò. Tutto qui sa di casa e ricorda vagamente un salotto familiare e accogliente, come quello della nonna, tra arredamenti vintage e porcellane uniche scovate nei mercatini vintage da Luca e Ciro in persona.
I piatti
Si stuzzica un cracker con semi di zucca e mandorle, si affonda il cucchiaio nell’hummus di ceci neri, salsa tahina e gel di bergamotto e si ruba con un dito il velo di galantina di faraona, uovo mimosa e cipolla in carpione. Questi i primi tre gesti alla tavola di legno di Riccioli D’Oro, segno premonitore di una cena fuori dal comune, fatta di gioco, tecnica e voglia di diverso. Sul fronte vegetariano arrivano i Funghi arrosto e curry verde. Tra i piatti più convincenti della serata, il fungo Pleurotus viene passato alla griglia e condito con una salsa speziata a base di latte di cocco e curry verde da perdere la testa.
Sempre vegetariana è l’Onion ring alla francese, piatto firma di Riccioli: una zuppa di cipolle alla francese, a forma di anello di cipolla, panata, fritta e servita coperta da un velo di fontina stagionata 24 mesi appena passata al cannello. Si prova one shot l’Ostrica nel suo guscio, mascherata da una corposa salsa alla mugnaia, midollo fondente e acetosella. Un piatto esplosivo e incredibilmente equilibrato.
Aumenta lo spessore della cena con il Battuto di pecora in brace con salsa bernese. La carne di pecora viene condita col suo grasso passato alla brace e piacevolmente affumicato. Ciò che stupisce ancora di più è la salsa bernese, una nuvola che sparisce in bocca (Luca ci svela che non c’è burro all’interno). Polvere di dragoncello e rucola violacea completano il quadro.
Piatto storico è il Ramen completamente vegetariano, dove gli spaghetti di soba sono sostituti dal sedano rapa croccante. Tra un assaggio e l’altro trovi castagne, funghi, rape, cipollotto e l’immancabile uovo fondente. Un piatto che ti scalda e prepara all’assaggio successivo. La Linguina kiwi, basilico e parmigiano di pecora non ha bisogno di commenti, straordinaria e destinata a vivere una lunga vita nella carta del menu. Vegano è il Wellington di sedano rapa dove la pasta sfoglia priva di lattosio avvolge una bistecca di sedano rapa. L’assaggio stupisce per golosità e profondità nei gusti. Il fondo abbinato ricorda quello dei migliori arrosti eppure è ottenuto a partire dagli scarti del sedano rapa stesso e dei funghi.
Si conclude la batteria dei salati con l’Anatra in più servizi, dal petto cotto direttamente in padella come fosse guanciale, nappato in burro, aglio e rosmarino e poi concluso al forno, al petto gentile lasciato crudo fino al bon bon di fegato con cognac e mandorle tostate. Di contorno? In omaggio al classico “Anatra all’arancia” ecco un contorno Ace, con arance, limone marocchino fermentato e carote in più consistenze.
I dolci non sono da meno. Lo St”l”udel, un gioco con rimandi alla Cina, diventa uno spring roll fritto da intingere nell’estratto di mele e cannella e una punta di rum mentre la Foresta Nera una piacevole tortina con base caprese. Ottima è la sfera di yogurt, cioccolato bianco e rapa rossa, bel legame tra dolce e salato.
Contatti
Riccioli D'Oro
via di conca d’oro 29, Roma, Italy
Solo cena 19 - 23. Domenica Chiusi
T. 06 83797040