La testata Food & Sens ha raccolto le reazioni di tre chef declassati nella guida Michelin, espresse pubblicamente sui rispettivi social. C’è chi incassa con classe e chi solleva recriminazioni. Di sicuro Michelin non guarda in faccia a nessuno.
L'opinione
Nemmeno Erich Westermann, erede del leggendario Buerehiesel, è stato risparmiato dalla rossa, che gli ha tolto l’ultima stella (nel 1994 erano tre, poi il fondatore Antoine vi aveva rinunciato nel 2007 e il figlio Eric ne aveva riconquistata una sola nel 2008 con una formula più popolare). “La notizia mi è stata comunicata alle 17 e 30 e non nascondo che mi ha sorpreso", testimonia a Food&Sens.
"Le stelle Michelin rappresentano un gioco cui si è chiamati a partecipare, senza chiedere il consenso né comunicare regole, in modo piuttosto oscuro. Da tempo tuttavia l’unica guida che mi interessi è il cliente. Lo sguardo, il sorriso suo e dei suoi prossimi, delle generazioni riunite, l’espressione di momenti e di sapori condivisi. Non lo nascondo, è lo spirito della maison e della squadra. La nostra bussola è soddisfare i clienti, propiziando una parentesi di dolcezza e condivisione. La loro fedeltà è la nostra garanzia di qualità, un invito permanente alla creatività e all’eccellenza. Ho fiducia nei nostri clienti e vedo brillare nei loro occhi le stelle”.
Carole e Pascal dell’Auberge au Cheval Blanc di Lembach sono stati retrocessi da due a una stella Michelin. L’annuncio è arrivato al telefono, appena scesi dalle piste da sci, ma è stato immediatamente diramato, senza lasciare il tempo di comunicare con delicatezza la notizia allo staff. “Dopo il sentimento di ingiustizia e quello di tristezza, ecco la resilienza. È la vita! La seconda stella ci era stata assegnata senza motivazione nel 2015, non si conoscono le regole del gioco, quindi si può anche perdere, come oggi. Continueremo a credere in noi stessi e nella nostra squadra, che non è mai stata così coesa e motivata. Continueremo a rendere felici i nostri ospiti, che ci ricompensano ogni giorno col sorriso. Noi sentiamo di aver dato il massimo, ma la perfezione non è di questo mondo”.
Per finire René e Maxime Meilleur della Bouitte, retrocessi da tre a due macaron: “Come è nelle nostre abitudini, tutta la famiglia Meilleur è già al lavoro per ritrovare il brivido della terza stella e offrire il meglio di noi. La nostra passione è intatta. La nostra visione sempre rivolta verso di voi, ospiti fedeli, produttori e artigiani che siete l’anima della nostra Bouitte”.