Paul Sharkey, chef dell'Artisan Café and Bistro a Bray, racconta come sta affrontando l’aumento dei costi dei prodotti e degli stipendi minimi della sua brigata, tra difficoltà e imprevisti.
La notizia
Incredibile, ma vero: lo chef di uno dei bistrot più famosi di Bray ha dichiarato già a inizio anno di dover chiudere la sera, nella speranza di poter affrontare i numerosi problemi economici dell’ultimo periodo e normalizzare poi gli orari in primavera. Stiamo parlando di Paul Sharkey, nel settore da 30 anni e attualmente cuoco dell'Artisan Café and Bistro a Bray, lanciato poco più di un anno fa da Joanne Kong e Gerry Chen.
Sebbene l’azienda abbia fatto del suo meglio per mantenere bassi i prezzi del menu, ora si trova nei guai per carenza di personale, aumento dei costi dei prodotti, rincaro dell’IVA e del salario minimo, come spiega l'Irish Independent. “La mancanza del personale è un bel problema, bisogna cercarlo. E i vari costi relativi al ristorante sono un altro problema, continuano ad aumentare ogni settimana. La cosa ci sta sfuggendo di mano, anche se fortunatamente le bollette sono diminuite un po’ (non di molto). D’altra parte, i salari minimi sono aumentati”, è la testimonianza del cuoco.
L'aumento di 1,40 euro all'ora è entrato in vigore il 1° gennaio 2024, con un incremento del 12% a 12,70 euro all'ora. Questa mossa avrebbe dovuto attirare maggior risorse in settori come quello dell'ospitalità. Ma Paul non ne ha ancora visto i segni. "Risulta molto difficile trovare personale e spesso poi se ne va; ad esempio, un membro dello staff andrà a breve in Australia", prosegue. Paul ha spiegato che sua moglie ha ricoperto il ruolo di direttrice di sala nell'ultimo anno, “per farmi un favore", ma ora deve concentrarsi su altre questioni. Ha lavorato fino alla settimana prima di Natale; a seguire, l’insegna si è ritrovata senza nessuno in grado di gestirla la sera. "Terremo attiva la caffetteria e, si spera, se riusciremo ad assumere un altro membro del personale a tempo pieno, rimarremo aperti sette giorni su sette", dice Paul.
In termini di affluenza, durante il giorno ce n'è abbastanza per sostenere le spese del pranzo, complice un flusso piuttosto significativo di persone dal vicino Centro di assistenza primaria e dal tribunale, e ci sono i clienti abituali che entrano; ma la sera a cena, questa fonte di reddito diminuisce notevolmente. Sebbene non manchino recensioni positive ed elogi per il ristorante, la maggior parte dei commensali di Bray la considera una serata fuori occasionale, e non torna abbastanza frequentemente per sostenerlo.
“È dura”, ha detto Paul riferendosi al settore dell’ospitalità in generale in questo momento. “Sto guardando altri bar e locali che chiudono, non è più facile andare avanti. Non siamo gli unici là fuori a soffrire e penso che ce ne saranno molti di più a breve. L’IVA è salita al 13,5%, il che ha assolutamente paralizzato le piccole imprese. Passare dal 9% al 13,5% è stato un salto enorme, insieme a tutto il resto”.
Il bistrot ha organizzato alcune grandi feste a dicembre per guadagnare denaro, ma era inevitabile che tali aumenti si riflettessero in prezzi più alti per il cliente. "Per tutto il primo anno di apertura non abbiamo aumentato i prezzi", sostiene Paul. “Quando infine lo abbiamo fatto, la gente ha detto che eravamo troppo cari. Ma siamo ancora più economici di molti altri posti. Spero che non sia per sempre. Voglio che il ristorante riapra a pieno regime, credo che lo farà e che arriverò al punto in cui potrò saldare i conti con i fornitori. Punto ad aprile o maggio”.
