Lo chef Pepe Rodriguez dà voce ai mugugni di tanti colleghi, che dopo una vita trascorsa fra due fuochi e due cuochi, devono sorbirsi le critiche ben poco professionali di chi gioca con i blog e i social, spacciandosi per connaisseur. “Ma i critici veri saranno tre o quattro”.
L'opinione
La critica gastronomica, come quella letteraria, soffre di una peculiarità: che tutti quanti mangiano, come tutti quanti adoperano parole, cosicché non è ben chiaro chi possa intestarsi un qualche titolo di competenza, oltretutto in un campo dove la formazione accademica è agli albori.
La faccenda è vecchia almeno quanto la gastronomia e provoca la ricorrente orticaria dei cuochi, gente che in cucina trascorre praticamente tutta la sua vita, con i pros e i cons che ne conseguono. L’ultimo a sbottare è stato Pepe Rodriguez, chef televisivo di chiara fama in Spagna, attualmente star di Planeta Calleja. Oggi i professionisti come lui sono sottoposti a un fuoco di fila sparato da postazioni insospettabili e a getto continuo, che si tratti di blog o di social. Siamo sicuri che sia un bene?
A una domanda generica sui “critici” posta dalla testata La Vanguardia, Rodriguez risponde: “Io rispetto tutto, però ci sono questi, chiamati infelicemente foodies, che sono spuntati come funghi, che si dedicano alla gastronomia e a cui piace tutto ciò che ha a che fare con essa. Di gente che possa scrivere bene di gastronomia, con argomenti, con forza, ne conosco tre o quattro, il resto è una marmaglia. Li seguo perché mi divertono, mi fanno ridere”.
“Hanno il coraggio di dire a un cuoco con quarant’anni di esperienza come, in che modo o che cosa farebbero loro al suo posto. Ehi, un po’ di rispetto per la professione! Oggigiorno chiunque può spacciarsi per critico gastronomico, a condizione che detenga un’arma, il cellulare, e si proclami tale”. Proprio contro l’odiato telefonino, bandito dal suo ristorante, Rodriguez rincara la dose: “Poi ci sono quelli che spendono molto denaro e vogliono ostentarlo. Riprendono tutto ciò che mangiano, compresa la fattura. Per me il massimo della volgarità”.
Dei profili social, ammette, ne ha, ma “se ne sbatte” e comunque si dice scarsamente sensibile alle critiche. “C’è sempre qualcuno che mi corregge. Da tutta la vita. C’è sempre qualcuno che ne sa più di me, di hôtellerie, di qualsiasi cosa. Tutta gente che mi dice delle cose”.