Nel punto di ristoro più esclusivo tra Fiorano e dintorni, un’esperienza che amplifica il gusto: l’Executive Spa Hotel in due giorni total gourmet, dalla cena a 6 mani al momento Spa.
L'hotel e i ristoranti
Fiorano Modenese non è certo una metà turistica di quelle che occupano i primi posti della lista per quanto riguarda l’Emilia. Sicuramente da un paio d’anni è una di quelle tra i primi posti del menù. Fiorano sta sulla bocca di chi si occupa di metallurgia, di ceramica e di automotive. La distanza da Maranello e dal mito Ferrari infatti è davvero di pochi minuti. C’è un altro motivo per cui è sulla bocca di molti. Per avere il punto di ristoro più esclusivo che si trova tra Fiorano e dintorni: l’EXECUTIVE SPA HOTEL.
Il nome non ha niente di romantico né di territoriale, tantomeno di design. Eppure questo Hotel 4 Stelle Superior è una sorta di magic box per chi cerca la qualità. A vederlo da fuori è un grosso scheletro trapezoidale figlio di quell’ala di design anni ‘70 che non aveva troppa voglia di osare. Facciamo qualcosa di solido, con gli spigoli. È il motivo per cui entri, ciò che rende questo albergo non uno dei tanti business hotel con lo stampino. Solitamente i ristoranti di alto livello si trovano in hotel situati in località turistiche o di charme naturistico. Qui ci sono e basta. E da quest’anno, entrambi i ristoranti presenti sono segnalati sulla Guida Michelin.
L’EXÉ Restaurant, guidato dallo Chef de Cuisine Paolo Balboni, è la faccia più classica dell’offerta ristorativa. Cucina legata alle tradizioni e al territorio. Non aspettatevi però un ambiente da trattoria. Il locale è elegante e moderno, i tavoli molto ben distanziati e il servizio curato da una sala giovane. Da poco inoltre, l’offerta si amplia con uno spazio dedicato alla brace. Paolo Balboni non nasconde la sua arte nella cottura della carne e nei condimenti barbeque style.
All’ultimo piano c’è una doppia offerta da far invidia anche alla vicine Modena e Bologna. Chiamarlo rooftop forse è un po’ overpromising, tuttavia quello che c’è mantiene totalmente le aspettative. Da una parte ARIA, il cocktail bar dove ricavarsi un momento conviviale con il classico aperitivo italiano e l’esclusiva selezione di drink.
Dall’altra ALTO, il ristorante fine dining guidato dal giovane chef Mattia Trabetti in cui il territorio emiliano viene filtrato da tecniche ipermoderne e dalla commistione con angoli e spigoli di gusto che virano maggiormente sulle acidità. La sala del ristorante è impreziosita da oggetti e illuminazione firmati Barber & Osgerby per Flos e Gio Ponti per Richard Ginori. Uno chef table, che noi abbiamo ribattezzato chef window, permette a due persone di cenare affacciate direttamente sulla cucina. Un punto di osservazione e interazione davvero speciale.
La Spa
Oltre alla ristorazione per il sostentamento alimentare, all’EXECUTIVE c’è tutto un piano dedicato a una “ristorazione” fisica e mentale. La SPA è il luogo ideale dove rigenerare corpo e mente. Saune, bagno turco, percorsi sensoriali con cromoterapia sono alcune delle proposte. Anche all’estetica è riservata grande attenzione con la possibilità di prenotare servizi di nailcare, epilazione, trattamenti viso e corpo con apparecchiature high tech.
Noi abbiamo approfittato di un massaggio rilassante di 30 minuti, in cui una professionista ci ha fatto perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Esemplare la professionalità del personale che si rivolge ai clienti sempre con l’intento di creare il massimo agio possibile, innanzitutto con gentilezza e discrezione. Nel nostro caso ci hanno chiesto il livello di intensità del massaggio. Abbiamo risposto di andarci pure medium-rare. Non manca poi un’attrezzata palestra, in uno spazio moderno e con attrezzature non datate - che non è banale - aperta anche agli esterni, in cui è possibile svolgere functional training, preparazione atletica, core stabilty e tonificazione. Tutte queste specialità sono coordinate e seguite da un personal trainer. Dentro un contenitore così standard, con un nome così organigrammatico, sono le idee che fanno la differenza.
Merito sicuramente del direttore Francesco Corradi che si è saputo prendere dei rischi e che non si stanca di proporre sempre qualcosa di nuovo per i clienti abituali e anche per tutti coloro cerchino nuovi input per trascorrere del tempo di qualità. È proprio una di queste idee ad essere il contenuto della seconda parte del racconto.
La cena a 6 mani
Mattia Trabetti in cucina ha un forno a brace Josper, Paolo Balboni al piano terra si è appena fatto creare una postazione e una sala per darci dentro con fiamma e brace. L’idea di una cena a sei mani chiamava a gran voce il fuoco e la cottura diretta.
Vien da sé che il terzo cuoco dell’evento non poteva che essere un firemaster come Errico Recanati, uno che conduce il suo ristorante una stella Michelin a queste temperature, molto prima che partisse la wave - che poi sarebbe un ritorno al passato - della cottura su brace e dell’affumicatura.
La scelta più inaspettata ricade sull’abbinamento vini. La cena On Fire ha avuto come partner Veuve Cliquot. Gli champagne della Maison hanno accompagnato ogni piatto.
Errico Recanati ha giocato su una variazione dei suoi celebri gnocchi sferici ripieni di lepre in salmì. L’abbinamento con Veuve Cliquot Extra Brut Extra Old da soli vini di riserva, ha convinto tutti per l’equilibrio e la profondità che entrambi riflettevano uno sull’altro. La Finanziera di Germano, anguille e spugnole alla brace è stato il piatto più estremo della serata, per intensità umamitica. Il Veuve Cliquot Vintage 2015 ha fatto fatica a tenergli testa.
Chef Balboni aveva l’abbinamento più delicato, quello con Veuve Cliquot La Grande Dame 2008, uno champagne leggendario in una delle sue annate più leggendarie. La scelta è caduta su un “assemblaggio” di tagli da bollito, cotti al bbq, e impiattati come una lepre alla royale.
L’entrata netta del dolce e affumicato della salsa e della carne si è trovata bene con la struttura e l’eleganza della Dame. Il dessert Castagne, Zucca e Cioccolato di chef Trabetti, davvero buono, è stato accostato a un’altra chicca della Maison: la Vintage 2002 in versione Magnum, creata per festeggiare l’anniversario dei 250 anni.
La mattina seguente, nella sala colazioni ci aspettava il panettone artigianale di Carlo Cracco come anteprima di atmosfera natalizia e come energy breakfast per la visita al Museo Ferrari a Maranello. L’evento si è concluso con il pranzo da ALTO. Mattia Trabetti ha proposto un greatest hits dai suoi menù del ristorante, dimostrando grande tecnica e profondità. Il territorio emiliano è filtrato da effluvi nordici in cui l’acidità è il fil rouge di tutti i piatti.
Un’acidità longilinea, frutto di estrazione del gusto. Memorabili Fungo, Noci e Parmigiano e Germano Reale, cardoncello e tè verde tostato. Per questo percorso la proposta vini è ricaduta esclusivamente su proposte emiliano-romagnole, tra cui spiccava il Sangiovese Superiore Mutiliana Acerreta 2020, a confermare quanto il terroir di Modigliana sia vocato per vini sopraffini.