Dopo gravi accuse contro l'ex chef 3 stelle Michelin Christian Jürgens, il pubblico ministero aveva avviato un'indagine preliminare. Ecco il risultato.
La notizia
Lo scorso maggio un articolo della nota rivista tedesca Der Spiegel dichiarava come Christian Jürgens, lo chef del ristorante 3 stelle Michelin Überfahrt, avesse maltrattato i suoi dipendenti per anni, gettando ombra sull’insegna e l’intero complesso alberghiero. Quando le accuse divennero note, facendo non poco scalpore nell’ambiente gastronomico, il rapporto del cuoco con la struttura retta dall'Althoff-Group si interruppe bruscamente, e la proprietà scelse di inaugurare un nuovo corso del gourmet affidando la cucina al grande interprete della cucina asiatica The Duc Ngo (che ha però interrotto recentemente la collaborazione).
La procura di Monaco ha poi avviato un procedimento di indagine preliminare per chiarire se vi fosse o meno il sospetto di reato e se le accuse mosse dalla brigata avessero fondamento. Ora il processo è giunto al termine e Christian Jürgens può dormire sonni tranquilli: non dovrà infatti subire alcuna azione penale.
Nell’articolo si citano le dichiarazioni di ex dipendenti, nonché varie testimonianze scritte come chat private. Si parla ripetutamente di abuso di potere, veri e propri atti di bullismo e persino molestie sessuali. Su un totale di ben 12 persone intervistate fra i membri del team, 9 hanno riferito di essere state vittime di aggressioni inappropriate, dando corpo all’inchiesta sulle condizioni di lavoro nel ristorante. Eppure, le prove non sembrano bastare ad effettuare ulteriori accertamenti. Del resto, Christian Jürgens aveva respinto le accuse definendole “false”. Gli eventi descritti, secondo lui, “non si sono verificati in nessun momento”.
L’epilogo? Il procedimento contro il 55enne è stato interrotto. L'indagine «non ha rivelato prove sufficienti di reati perseguibili», ha confermato un portavoce dell'ufficio del pubblico ministero. Cala il sipario su una vicenda amara, che suscita dubbi e interrogativi.
Foto di copertina: @Thomas Plettenberg