La Chef Carola Puracchio è tornata nel paese della sua infanzia e ha trasformato la sua casa in un ristorante sulla spiaggia con un solo tavolo.
La storia
Carola Puracchio vive in un piccolo villaggio di pescatori a Chubut e ha trasformato la sua casa in un ristorante con un solo tavolo a meno di 50 passi dal mare. Ogni giorno, quando la marea si abbassa, esce a raccogliere le alghe rendendole protagoniste dei suoi piatti: le usa fresche, in scaglie o disidratate, e le mette sotto aceto. «Quando ero bambina mangiavo le alghe rosse come spuntino», ricorda la chef, che oggi ha 51 anni, in una bellissima intervista a lanacion.com.

Il padre, di origine italiana, aveva una locanda, punto di ritrovo di venditori ambulanti, marinai e pescatori. A quel tempo il villaggio di Camarones contava 400 abitanti – oggi sono 1.800 – e le alghe erano un importante tassello dell’economia locale. Tuttavia, dopo essere stata lontana dalla città per 20 anni per crescere i suoi figli nella vicina Trelew, Puracchio è tornata al suo paese d’origine e ha accettato la sfida: ha preparato delle crêpes con l'impasto delle alghe. È stato lo stimolo per creare “A-Mar”, il suo progetto gastronomico che recupera le ricette di famiglia e le ricollega ai tempi in cui raccoglieva le alghe con suo nonno. “Tutti quei ricordi sono tornati alla mente. Dobbiamo mangiare di nuovo le alghe”, dice entusiasta.

La sua casa è di fronte al mare, in un angolo di Camarones che ha appena cominciato a urbanizzarsi, lentamente. Se il paese è piccolo e dai ritmi lenti, la casa di Carola è una porta che si affaccia sui suoni vibranti del mare. La cucina e il soggiorno hanno grandi finestre, quasi come una galleria d’arte. È lì che si concentra il suo progetto. “A-Mar nasce dall'unione del mio grande amore per il mare e la cucina”, afferma. Un unico tavolo è il protagonista dell'emozionante esperienza. Lì alcuni commensali entrano in contatto con il cuore di Carola e con i suoi piatti a base di alghe. “Non si tratta solo di venire a mangiare, ma di godersi il mare, un tramonto, o vedere la luna, raccontandosi storie”, sottolinea Puracchio.

Al mattino raccoglie tre tipi di alghe: ulvas, luches e undarias. È sufficiente aprire la porta di casa e percorrere pochi metri fino alla spiaggia di conchiglie e ciottoli. Li raccoglie a mano sulla spiaggia. I pescatori locali portano frutti di mare e pesce sempre freschi (capesante, vongole, crostacei, cornalitos, scorfani, cernie, spigole e salmoni). “Anche il sale è nostro”, sostiene. Cerca il sale marino nella baia di Arredondo, sulla stessa costa, al quale aggiunge l'ulva. "Il mare non ci regala solo pesci, ma anche alghe con molti benefici". L'ulva è la cosiddetta lattuga di mare, utilizzata anche come fertilizzante in agricoltura, nell'industria farmaceutica e in medicina per curare diverse malattie, da quelle neurologiche all'asma e al cancro. Contiene l'intero complesso vitaminico B, compresa la B12, e ha proprietà antibatteriche.

La luche, fonte di calcio, ferro, magnesio e fosforo, purifica il sangue e riduce l'assorbimento dei metalli pesanti. L'undaria, detta anche wakame, fornisce sei volte più calcio del latte e ferro, oltre a ridurre il colesterolo. Le alghe infatti sono un prodotto nobile ma anche di gran gusto; chi le assaggia per la prima volta sente un sapore marino, come se il mare esplodesse in bocca. “Le alghe fresche dovrebbero essere utilizzate come se fossero verdure”, consiglia. “Per le nuove generazioni è qualcosa di nuovo perché purtroppo nel corso del tempo l’abitudine di mangiare alghe si è persa”, dice. C’è da dire però che, a poco a poco, la gente del posto è sempre più incoraggiata a riappropriarsi di ciò che ha abbandonato negli anni. “Dobbiamo prenderci cura delle nostre risorse. Le alghe sono il cibo del futuro”, conclude.
Foto della chef in copertina: @TN