Situazione ancora fluttuante a Hong-Kong, dove il turismo fatica a riconquistare le quote perse, cala di fascia e si scontra con un deficit conclamato di manodopera specializzata. Fra le vittime eccellenti, il ristorante Écriture di Maxime Gilbert, chiuso da un giorno all’altro senza spiegazioni.
La notizia
Tempi duri, perfino a Hong-Kong: dopo Haku e Kontrasto, un altro fine dining chiude le porte senza preavviso. Si tratta addirittura del due stelle Écriture dello chef Maxime Gilbert, allievo di Yannick Alléno, che ne ha dato personalmente notizia sul suo account Instagram il 12 settembre.
“Oggi è la fine di un sogno, la fine di un’avventura, in cui ho incontrato così tante persone incredibili, i favolosi membri della squadra che lavorano o hanno lavorato qui, gli ospiti che ci hanno sostenuto, i fornitori che ci hanno recapitato il migliore prodotto, i giornalisti che con premi e riconoscimenti ci hanno incoraggiato e regalato un riconoscimento globale. Purtroppo la compagnia per cui ho lavorato come dipendente ha deciso improvvisamente di chiudere. Non ho ancora idea di quale sarà il futuro. L’unica certezza è che tutta la squadra in struttura ha perso il posto di lavoro. Non avrei mai pensato di scriverlo, ma non è una mia decisione. Ho portato avanti questo posto come se fosse il mio, senza esserne il titolare, e l’Ecriture resterà sempre nel mio cuore. Sono immensamente fiero di quello che abbiamo ottenuto”. Il tenore dei commenti, giunti in gran parte da colleghi asiatici di fama, è stato del genere: “Si chiude una porta, si apre un portone”. Gaggan Anand in particolare da Bangkok ha commentato: “Meriti di meglio”.
Telefoni spenti, quindi, e ascensore disattivato al ventiseiesimo piano di H Queen’s, nonostante il gruppo di cui fa parte il ristorante, Le Comptoir, non abbia dato alcuna comunicazione ufficiale né risposto alle interrogazioni in materia. Dopo le chiusure pandemiche, il turismo sembrava essersi finalmente riavviato, ma è rimasto sempre lontano dai vecchi numeri; per di più il settore si attesterebbe al 50% del suo potenziale a causa della carenza di manodopera dovuta, anche in Asia, al calo delle vocazioni e all’erraticità dei professionisti, spesso tentati di cambiare lavoro. Le preferenze dei turisti cinesi si sarebbero inoltre spostate dagli stellati Michelin agli indirizzi più casual a causa della crisi economica, chiudendo i rubinetti del mercato high-end.
Foto dalla pagina ufficiale del ristorante