Con la complicità del padre, l’adolescente parigino Dylan Ricciardi ha sfruttato i mesi estivi e i guadagni da apprendista stellato per allestire un ristorante effimero. “Ma per essere pronto mi serviranno altri dieci anni”.
La notizia
Non ha certo perso tempo a pettinare le bambole, Dylan Ricciardi, diciassettenne parigino che appena superata l’età per lavorare, indossa già i galloni dello chef. Lo fa presso il castello di Hameau de Hauger, vicino alle coste della Normandia, dove ha aperto il suo primo ristorante effimero, chiamato Di Novanne. È attivo nel fine settimana, ma non è una sfida da poco, considerato che è solo ai fornelli e cambia menu ogni volta. Tutto rigorosamente fresco.![](/upload/multimedia/dylan-ricciardi-SL-uFTV.jpg)
Per i suoi ospiti c’è un unico degustazione, composto di 5 corse a 55 euro. Fine dining con tutti i crismi, compresi gli appetizer. Dylan, del resto, viene dalle stelle: quelle del Taillevent, dove come commis si è occupato di tagliare verdure e altra manovalanza deluxe. “Quello che mi manca è la parte della cucina in quanto tale, elaborare le mie proprie ricette, lavorare prodotti nobili come carne e pesce. Per questo ho aperto il mio ristorante effimero”, dice convinto. “Essere chef è diverso da fare il cuoco: bisogna sapere organizzare tutto, anticipare, gestire una squadra e rispettarla”.
![](/upload/multimedia/di-novanne-SL-uFTV.jpg)
Squadra che nel suo caso conta due collaboratrici di sala: Athenais e Candice, non senza lo zampino del padre di Dylan, Christian Ricciardi, che all’occorrenza dà una mano dove serve, ai tavoli come ai fornelli. È lui a raccontare la precocissima vocazione del figlio: “Dylan prepara piatti per la famiglia da quando aveva dodici anni, voleva occuparsi dei pasti e testare le ricette. Contava quanti avrebbe potuto approntarne per allenarsi prima di entrare all’istituto alberghiero Médéric di Parigi. Doveva trovare un ristorante che lo accettasse in apprendistato, è andato lui stesso a chiedere ed è stato preso al Taillevent.
![](/upload/multimedia/dylan-ricciardi-antipasto-SL-uFTV.jpg)
Poco tempo fa era indeciso se partire per lo Cheval Blanc, poi ha preferito restare al fianco dello chef Giuliano Sperandio. Per riuscire ad aprire un ristorante a diciassette anni, è stato necessario superare un mucchio di ostacoli, soprattutto amministrativi. Abbiamo perfino dovuto domandare un’emancipazione di minore. Per trovare il posto poi abbiamo impiegato diversi mesi. E abbiamo dovuto equipaggiare completamente la cucina. Dylan sta investendo tutti i suoi guadagni di apprendista in questa avventura”.
![](/upload/multimedia/dylan-ricciardi-durante-il-servizio-SL-uFTV.jpg)
Ma un ruolo lo ha giocato anche la titolare della struttura, Bernadette Fabre, che dopo aver testato i menu più volte, si dichiara certa che il ragazzo andrà lontano. Dylan tuttavia non si monta la testa: per lui Di Novanne resta un esperimento e una palestra, dove progredire grazie alle critiche degli ospiti. Con questo spirito si appresta a rientrare nei ranghi del Taillevent. “So bene di non essere pronto per mandare avanti un vero ristorante, mi serviranno altri dieci anni. Conto di viaggiare e imparare dai grandi chef. Soprattutto mi piacerebbe recarmi in Giappone per padroneggiare le possibilità del pesce”.
Fonte: France 3
Trovi qui l'articolo cliccabile
Foto nell'articolo: Crediti SL-FTV 2